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Presenze longobarde

a cura di Federica Sesia

Ori, armi e gesta della Fara di Collegno


Collegno - Certosa Reale (Torino) (piazza Cavalieri della Santissima Annunziata)

18 aprile-20 giugno 2004


La notizia dell’eccezionale scoperta, di cui la mostra è un primo “assaggio”, era già trapelata qualche mese fa, quando comparvero alcuni articoli sulla cronaca cittadina di Torino e Provincia: «Gli ori, le armi, le case e persino le spoglie dei longobardi che nel 570 dopo Cristo conquistarono Torino, sono venuti alla luce nell’ex campo di volo di Collegno. I cantieri che scavano la nuova metropolitana di Torino hanno rintracciato un intero villaggio, completo di cimitero, dove hanno vissuto e trovato riposo i "fieri Arimanni" di Re Alboino e i loro discendenti» ( Da «La Stampa», 31 dicembre 2003).

Lo scavo iniziato nel 2002 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e ancora in corso si sta rivelando una delle più importanti scoperte archeologiche compiute in Piemonte con un interesse di portata internazionale, in quanto offre nuove possibilità di studio sulla vita economica, sociale e spirituale di questo popolo che ,partito dalla Pannonia il giorno di Pasqua del 568, in pochi mesi conquistò l’intera area padana.

I Longobardi, compreso il valore strategico di Torino, scelsero questo luogo come sede ducale in Piemonte, oltre ai centri urbani di Ivrea, Asti e forse San Giulio d’Orta.

Disposero, quindi, presidi militari per controllare le strade dirette ai valichi transalpini e stabilirono propri insediamenti anche a Collegno (Ad Quintum), località ideale per controllare il guado o il ponte che valicava la Dora Riparia.

Il villaggio di Ad Quintum, che gli archeologi della Soprintendenza hanno identificato su un’area di circa tremila metri quadri, compresa fra la Dora e la Basilica di San Massimo, era costituito da numerose capanne a pianta rettangolare orientate nord-sud, con recinti per i cavalli e per il bestiame. A trecento metri da questo nucleo abitativo è stata individuata anche l’area sepolcrale, scavata per un settore di 73 tombe di cui è stato possibile il recupero quasi integrale dei corredi funerari, che si possono ammirare in mostra, nelle loro associazioni.

La necropoli ha per gli studiosi un grande valore poiché da un lato ci racconta del «processo spirituale compiuto da questo gruppo etnico, passato da una prima fase politeista di stampo germanico alla conversione al cristianesimo, inframmezzato da un periodo di sincretismo, riconoscibile nell'affidamento del defunto tanto alle divinità pagane, attraverso amuleti, quanto al Dio cristiano per mezzo di una croce sul sudario. Alcuni frammenti lapidei rinvenuti negli anni Cinquanta nella vicina chiesa paleocristiana di San Massimo, in cui compare il nome del re longobardo Cuniperto, testimoniano nella mostra l'avvenuta evangelizzazione», e dall’ altro della buona qualità di vita di questo gruppo, con individui dall’imponente muscolatura e dimensione per l’epoca - «le donne raggiungevano il metro e 63, gli uomini anche un metro e 80 centimetri» - e corredi funerari di pregio.

 

IL CASO… IL RATTO DELLE DONNE BURGUNDE
Le fonti scritte avevano tramandato la leggenda secondo la quale i Longobardi, insieme ai Sassoni, fra il 570 e il 575 fecero ripetute incursioni nelle Gallie passando per lo più dalla Val di Susa, raggiungendo i territori abitati dai Burgundi.

Ora nelle tombe ritrovate a Collegno troviamo una diretta conferma: infatti, sono stati rinvenuti monili femminili e accessori che ricondurrebbero alla cultura merovingia.

     

    

INFORMAZIONI

Orario: dal lunedì al sabato 10/13-16.30/19.30. Domenica 11/20.

Ingresso: Biglietto adulti 2.50 euro. Visita guidata con archeologo

Ufficio informazioni e prenotazioni: Comune di Collegno, Ufficio promozione della Città - Dal lunedì al venerdì 9/13. Tel 011 4015311.

Completa il percorso di visita un'area della GTT in cui viene presentato il progetto della metropolitana di Torino, vera protagonista di questa scoperta archeologica.

Tra i siti che forniscono informazioni su questa mostra segnaliamo:
www.comune.collegno.to.it
www.museionline.it
www.exibart.com

 

   

   

©2004 Federica Sesia

    


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