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di Linda Cavadini

Parte terza

Caccia alle streghe

    

MA CHI FURONO LE STREGHE?

Per i dati al momento in nostro possesso possiamo dire che il 76% delle streghe furono donne, il 24% uomini, mentre non fu rilevato il numero di minori e bambini.

Il giudice di Wurzburg  in riferimento all’operato dell’inquisitore Hilipp Adolf di Ehremberg, principe vescovo di Wurzburg e Johann Georg II Fuchs di Dornheim, di Bramberga, ad esempio, resta inorridito dal vedere come tutta la città di Wurzburg (Germania) fosse implicata nell’accusa di stregoneria.

«Un terzo della città è sicuramente implicato. Gli esponenti più ricchi, elevati e illustri del clero sono già stati giustiziati. Una settimana fa una ragazza diciannovenne, considerata da tutti la più onesta della città, è stata mandata al rogo... ci sono trecento bambini di tre o quattro anni accusati di avere rapporti con il diavolo. Ho visto morire bambini di sette anni, e coraggiosi scolari decenni, dodicenni, quattordicenni».

Colpisce che anche i bambini fossero colpiti da quest’isteria collettiva. Si legge negli atti di un processo di Lucerna che:

«Oggi 16 novembre 1632 gli onorevoli podestà consiglieri e loro seguito, constatato che non vi era da sperare in alcun miglioramento della bambina, l'hanno fatta strangolare nella torre ma senza toglierle la vita, l'hanno racchiusa in un sacco, condotta al patibolo perché fosse bruciata e ridotta in cenere assieme a Brigitta Testacanuta, che a sua volta doveva quel giorno essere giustiziata e bruciata».

La bambina [9] in questione aveva 11 anni.

In Russia e Estonia gli uomini costituirono la maggioranza degli accusati di stregoneria, mentre nei paesi scandinavi le percentuali dei due sessi erano quasi pari, il motivo è che in questi luoghi la stregoneria non venne connessa con la sessualità, ma restò molto legata all’eresia [10].

Certamente, nell’immaginario collettivo esistevano streghe di sesso maschile; sembra che i tempestarii itineranti dell’alto medioevo, che scatenavano tempeste terrorizzando la popolazione, fossero uomini, ma nei secoli successivi il maleficium, nell’ambito del villaggio, fu quasi sempre femminile. Testi profondamente misogini come il Malleus maleficarum non fecero che avvallare questa tendenza; scrive infatti il Malleus in merito alla donna:

«Tutta la stregoneria deriva dalla lussuria della carne, che nelle donne è insaziabile. ...Che cosa è la donna se non un nemico dell'amicizia, una inevitabile punizione, un male necessario, una tentazione naturale?» (Malleus Maleficarum).

Gli uomini potevano benissimo, al pari delle donne, praticare la magia nera, fare patti col diavolo e partecipare al sabba, ma si riteneva che le donne fossero moralmente più deboli e quindi più facilmente soggette a soccombere alle tentazioni del demonio.

Il ragionamento è semplice: la donna è complice di lussuria e quindi più soggetta al diavolo, signore e padrone della menzogna e della fragilità della carne. il Diavolo aveva rapporti sessuali con tutte le streghe perché sapeva che le donne amano i piaceri della carne:

«Il suo amante [il diavolo] viene due o tre volte alla settimana, compie atti lascivi con lei, si accoppia con lei […]. Inoltre è più volte giaciuto con lei il fratellino […] compiendo con esso incesto, e ben più volte di quante sono menzionate nel precedente protocollo. Le piaceva molto di più quando suo fratello si univa a lei di quando lo faceva il diavolo. Il diavolo si è accoppiato con lei anche una volta che perdeva sangue» (Verbale del processo di Maria Durnau, 1661).

Maria Durnau venne accusata di stregoneria a Stoccarda insieme al fratellino Isau e i due furono uccisi con la spada il 27 di novembre dell'anno 1662 nella foresta.

Erano stati ritenuti colpevoli di orribili azioni: avevano rinnegato Cristo, sua madre e tutti i santi. Erano devoti del nemico maligno, e avevano vergognosamente disonorato l'ostie consacrate.  Come si legge, Maria era accusata di aver avuto rapporti sessuali innumerevoli volte col nemico maligno e di aver commesso incesto.

Il 62 % delle streghe processate aveva più di 50 anni, e, presumibilmente era brutta: così si esprimono Cardano e Scot:

«Le streghe sono misere vecchie mendicanti che vivono nelle valli nutrendosi di castagne e di erbe di campo» (Gerolamo Cardano, 1501-1573).

«Solitamente vecchie, zoppe, mezze cieche,pallide, sudice e piene di rughe[…] smilze e deformi, e offrono le loro facce melanconiche al disgusto di chi le incontra» (Reginald Scot, 1538-1599).

Molte delle donne accusate di maleficia erano persone solitarie, eccentriche o di cattivo carattere, magari vedove o “zitelle”, personalità solitarie che difficilmente si inquadravano nella rigida etica del villaggio.

Tra le accusate il 56% era costituito da persone sposate, il 28% erano vedove, il 16% erano nubili.

Alcune categorie di donne erano più facilmente vittime di accuse: le levatrici, le cuoche, le guaritrici. Dal momento che le streghe erano avide di bambini non battezzati per poterli sacrificare al Diavolo, le levatrici, più di chiunque altro, avevano la possibilità di battezzare nel nome di satana gli infanti. Il fatto che poi la mortalità infantile fosse così alta, certo non deponeva a loro favore. Nel 1728 una levatrice ungherese, bruciata come strega, fu accusata di aver battezzato nel nome del diavolo 2000 bambini. Le levatrici erano, sovente, anche erboriste e guaritrici e costituivano, nelle campagne, l'unica forma di assistenza medica a cui potersi rivolgere. Alcune disponevano di patenti rilasciate dalle autorità locali, non sempre sufficienti a preservarle da accuse ed arresti. Le cuoche, come le guaritrici, potevano facilmente lavorare con erbe ed essere accusate di aver avvelenato i commensali.

Esistevano nozioni diverse sulla natura delle streghe: per i contadini le streghe erano persone che facevano male ai loro vicini; per vescovi laici e avvocati la strega era membro di una setta segreta organizzata da Satana. Ogni processo era una battaglia tra le forze di Dio e le forze del diavolo ed era combattuta per l’anima della strega, che, seppur bruciata, avrebbe perso la sua vita terrena, a guadagnato quella eterna.

     

BIBLIOGRAFIA

     

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Le cacce alle streghe:

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Ornella Rossi Borghesano, Dalle streghe liberaci o signore. Triora: storia di uno strano processo del XV secolo, Firenze

2004.

Caccia alle streghe in Italia tra il XIV e il XVII secolo, Atti del convegno nazionale di studi storico antropologici, Triora, 

22-24 ottobre 2004, Praxis 2007.


    


9  Anche bambini ed adolescenti (in particolare femmine) furono estesamente processati ed uccisi con l'accusa di stregoneria; era sufficiente avere compiuto gli otto anni per cadere nelle grinfie degli inquisitori. Le bambine di 8-10 anni, consacrate dalle loro madri al Diavolo, erano in grado di scatenare furiose tempeste in mare e devastanti grandinate sui raccolti. Sprenger e Kramer nel Malleus danno per scontata la trasmissione del maleficio da madre a figlia: «... l'esperienza dimostra che sempre le figlie hanno fama di essere le imitatrici dei delitti materni... e che quasi sempre la progenie è infetta».

10  Il fatto che l’eresia non era collegata al sesso può spiegare il motivo per cui l’Inquisizione spagnola e quella Romana processarono per stregoneria una percentuale di uomini superiore a quella riscontrata nella maggior parte dei tribunali europei. L’inquisizione in Italia e Spagna istituì processi per stregoneria come forma di magia e mostrò scarso interesse per il maleficium.

    

       

Parte seconda

      

©2007 Linda Cavadini

   


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