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La facciata della masseria; sulla sinistra l'ingresso della cripta medievale 

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Altamura  Jesce  Come arrivare

 

Particolare della facciata. L'ingresso della cripta è visibile sulla sinistra  Immagini della facciata  L'ingresso  L'ingresso e la torre  Particolare della facciata; a destra, visibili i mensoloni che servivano per le garritte  Particolari: i mensoloni per le garritte

 

    La corte  Veduta dall'alto  La cripta  Affresco della cripta: san Ludovico da Tolosa

 


Epoca: XVI secolo (di età angioina - secolo XIV - gli affreschi della cripta).

Caratteri: masseria fortificata; conserva funzioni produttive.

Come arrivarci: da Bari dirigersi verso Altamura-Matera; ad Altamura percorrere la via per Laterza (Appia antica); Jesce è a 11 km circa da Altamura, sulla Murgia Catena. 

      

Cenni storici (dal sito fondazionesassi.org):

«Le prime notizie su questa masseria risalgono al 1745, quando si accenna alla “nobil villa dei signori Mari di Altamura”, famiglia di origine genovese che si stabilì in questo luogo nel XVII secolo. Ad opera di Fulviano de Mari furono compiuti alcuni lavori di restauro nella cappella rupestre e nell’edificio della masseria. Successivamente la villa fu posseduta da altre famiglie: i De Gemmis fino al 1885, i Melodia fino al 1921 e poi i Nota, che non hanno apportato nessuna modifica all’edificio, che si presenta oggi come fu ristrutturato alla fine del XVII secolo. Questo posto ebbe un ruolo importante e strategico, come masseria fortificata, nel periodo del brigantaggio. Per quanto riguarda la data esatta della nascita della costruzione non abbiamo documenti precisi, ma probabilmente risale al XVI secolo. Alcuni studiosi, per la presenza della cripta rupestre, hanno ipotizzato che la masseria fosse in origine una dimora di monaci o un antico casale. Certo è che il complesso rurale di Jesce ha avuto sempre una certa importanza grazie alla grandezza della costruzione e alla posizione strategica lungo la via Appia. Si desume che durante il periodo romano sia stata una stazione di posta per il cambio dei cavalli, funzione conservata nel tempo anche per la sosta delle greggi transumanti durante l’epoca angioina ed aragonese. Testimonianze tramandano l’ipotesi che la masseria di Jesce fosse stata una grancia benedettina nel Cinquecento, successivamente acquistata dalla famiglia genovese Mari nel Seicento.

Questo grande edificio rurale sorge sulla via Appia e collega Gravina di Puglia con Taranto, al confine tra i territori di Matera e di Altamura. Oltre alla costruzione si segnala la presenza di una serie di grotte disposte ad anfiteatro, tra le quali una cripta rupestre affrescata, collegata con la masseria. L’edificio ha forma rettangolare ed è disposto lungo l’asse stradale. La facciata posta a nord evidenzia due grandi archi, contenenti una balconata, posti sulla facciata sud. La costruzione, in conci di tufo, è coperta da un tetto a spioventi con tegole; i muri perimetrali hanno nella parte inferiore un marcapiano. Analizzandone la struttura si deducono tre periodi di costruzione: il piano terra e la balconata del primo piano risalirebbero al XVI secolo; la parte est del primo piano alla seconda metà del XVII secolo; all’ultima fase corrispondono i vani a piano terra. La parte seicentesca dell’edificio è stata realizzata con una migliore tecnica costruttiva e presenta sei finestre col davanzale. L’interno dell’edificio è caratterizzato da grandi locali tra cui un salone con volta lunettata e un affresco dello stemma della famiglia dei Mari. I vani superiori della masseria oggi vengono adibiti a deposito di grano».

     

       


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