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a cura di Isabella Bruno

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Le immagini:  pag. 1    la scheda


LA SCHEDA

    

La pieve di San Secondo a Cortazzone fa parte di un gruppo di chiese situate nella provincia di Asti, che costituiscono un patrimonio artistico significativo per quanto riguarda l'architettura romanica di questa zona del basso Piemonte. Per la somiglianza dei particolari elementi architettonici l’insieme è stato spesso definito dagli studiosi triangolo d’oro del romanico. Sono situate su strade collegate alla via Francigena, l'asse stradale percorso dai pellegrini, che collegava la Francia a Roma. L'insieme degli edifici è accomunato da elementi decorativi ed architettonici simili fra loro e di immediata interpretazione per un attento osservatore. Oltre San Secondo, fanno parte del complesso S. Nazario a Montechiaro, S. Lorenzo a Montiglio e S. Fede a Cavagnolo Po.

Oggi questi edifici, isolati su piccole alture e circondati dalla vasta campagna astigiana, sembrano sopravvivere a stento a loro stessi, ma un tempo erano il punto di riferimento di intere collettività o meta e ristoro dei viandanti. Vennero successivamente abbandonati dalla popolazione che trovò altri siti più idonei e sicuri, e di tutto ciò che li circondava non è rimasto quasi più nulla. Molte altre chiesette costellano questo territorio o parti di esse, a testimonianza di un epoca di intensissima attività costruttiva (XI-XII sec.).

Diversi sono gli elementi che, osservando tali edifici, ci portano a pensare ad una loro omogeneità: il materiale costruttivo, ad esempio, il colore chiaro dell’arenaria e il rosso del cotto che spesso danno vita a decorazioni caratteristiche come quelle a dente di lupo che troviamo nelle absidi di Cortazzone e sia nell’arco del portale che nel campanile di Montechiaro. Un altro elemento comune è la presenza del motivo a damier, decorazione di origine francese, in cui la superficie è incisa a quadretti in rilievo e incassati. Nelle chiese di Montiglio e Cavagnolo Po possiamo notare inoltre un componente architettonico, anch'esso di origine francese, la volta a botte che ricopre la navata centrale.

Ancora altre sono le caratteristiche che accomunano questi edifici molto spesso di origine decorativa come capitelli, fregi, cornici, archetti e, soprattutto, figure antropomorfe, fantastiche o zoomorfe che costituivano per il fedele un vero e proprio vangelo illustrato. È presente nell’uomo medievale l’ossessione del peccato, del male, del demonio, della vendetta divina. Si diffondono sempre più i testi sull’Apocalisse o i commenti ad essa, fra i quali il più conosciuto fu il Commentario dell’Apocalisse scritto dal monaco spagnolo Beatus de Llébana alla fine dell’VIII secolo, di cui restano venti codici illustrati, eseguiti tra il X e il XIII secolo. Testo ricco di immagini fantastiche quali esseri mostruosi, strane creature del mondo animale e vegetale, vi si trovano degli esempi anche di scultura decorativa con motivi spaventosi e grotteschi. Se questo era il livello culturale accessibile ai pochi dotti in grado di leggere, era altresì necessario tradurre in immagini facilmente accessibili al volgo quei concetti che permettevano di spiegare come la Natura, sotto l’egida di Dio, fosse articolata gerarchicamente e comprendesse anche il male e il peccato. Attraverso i bestiari e le sculture simboliche che adornavano gli edifici religiosi, l’uomo medievale poteva essere in grado di meglio decifrare le corrispondenze tra i piani paralleli in cui veniva diviso il creato e così comprendere come dietro il significato apparente di alcune figure fantastiche si celassero spesso esempi delle umane debolezze o dell’inganno demoniaco.

  

La storia

Non esistono molte notizie sulla storia di questa pieve. Si può dedurre, da alcuni indizi, che si trovasse sul passaggio dei pellegrini a causa di una decorazione che ritroviamo sulla cornice esterna della chiesa: una fila di conchiglie scolpite. Per un certo periodo fu assoggettata politicamente al vescovo di Pavia, dall’inizio del XII secolo, mentre risulta ecclesiasticamente dipendente dal vescovo di Asti intorno alla metà del 1300. San Secondo fu anche la parrocchia del paese fino a quando gli abitanti non decisero di spostarsi su un altro colle, dove si trova tutt’ora. Rimase aperta al culto anche se non più chiesa parrocchiale e ancora oggi viene celebrata in maggio la festa del Patrono.

 

La chiesa

Sorge su una collinetta di Mongiglietto (dal latino Mons Iovis monte di Giove) non molto distante dal centro abitato di Cortazzone. La chiesa è di stile Romanico dell'XI secolo. La facciata, rimaneggiata nella parte superiore e sulla quale si innalza un campanile a vela del XVII secolo, presenta un profilo a salienti interrotti. Il portale è contornato da un doppio arco di pietra sormontato da una cornice orizzontale di conchiglie agli estremi della quale sono visibili due colonnine che salgono ad incontrare una serie di archetti, divisi in gruppi da tre da una semicolonna addossata alla parete, a seguire il profilo del tetto. Si notano già qui delle piccole sculture posizionate sotto alcuni archetti ed ai lati della cornice, con figure zoomorfe e antropomorfe.

Il fianco meridionale è ricco di decorazioni; la parete della navata minore è divisa da semicolonne addossate, alcune con capitello, sulle quali si allineano archetti che, a loro volta, sono sormontati da una cornice a scacchiera (coronamento a damier). Su questo lato le aperture sono costituite da un portale, due monofore e un oculo. Il portale è sormontato da una lunetta decorata da una cornice in cotto a denti di sega. Il fianco della navata maggiore è anch’esso ricco di decorazioni: la parete è ripartita da colonnine rettangolari e cilindriche che reggono una fila di archetti. È possibile notare un campionario di sculture a tema fantastico, a cominciare dalle mensole che recano scolpite testine umane e animali, ghiere con fantasie di fogliami, fasce ad intrecci e fregi, cordonature che incorniciano le monofore.

La parte absidale è costituita da tre absidi: una maggiore centrale e due minori che la affiancano, tutte decorate nella parte basse da motivi a dente di sega. L’abside maggiore è attraversata da quattro semicolonne sormontate da capitelli che dividono la superficie in quattro porzioni. Nella zona sottostante il tetto è visibile una cornice di archetti con decorazioni e nell’intradosso di una di esse la curiosa figura di un uomo che si arrampica. Sull’abside si aprono tre monofore a strombo modanato. L’abside meridionale, anche essa molto ricca, presenta delle decorazioni quasi in tutte le lunette degli archi; ognuna delle mensole reca sculture fitomorfe mentre la parte alta è coronata da una fascia in cui si ripete il motivo a scacchiera. L’abside e il fianco settentrionale sono le parti dell’edificio che presentano meno decorazioni.

L’interno è a tre navate diviso in cinque campate da basse colonne e pilastri alternati che reggono delle volte a crociera sicuramente rifatte essendo stato l’originale probabilmente una copertura a botte se si vuole trovare omogeneità con le chiese di Montiglio e Cavagnolo Po. Il presbiterio è rialzato da tre gradini e l’altare presenta due archetti in muratura laterali, modifica questa apportata nel XIX secolo. Le tre absidi sono ricoperte da volte a semicatino: in quella centrale vi è un affresco del XIV secolo, restaurato nel 1992, che rappresenta il Cristo al centro con S. Secondo e S. Siro ai lati. L’affresco è sottolineato da una cornice a damier.

Molto suggestive le decorazioni dei capitelli a struttura semplice, squadrati su quattro lati per poter meglio inserire le figure in cui sono rappresentati animali come sirene a due code, uccelli, tritoni, pesci, cavalli o simboli quali conchiglie, petali di fiore, croci; in alcuni casi le sculture sono appena abbozzate o non finite.

 

Per il turista.

Per visite guidate e informazioni: tel. 0141/995123 - 0141/995270
Ingresso gratuito

 

 

©2001 Isabella Bruno

   


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