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Baccaresca, CASTELLO

a cura di Daniele Amoni

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Il castello.

 


 


Epoca: XII secolo.

Conservazione: restaurato.

Come arrivarci: percorrendo la SS 76; il castello è situato a circa 15 km da Fabriano, in direzione Gubbio.

        

La storia

Su una collina tra Fossato di Vico e Branca in mezzo ad alberi secolari, sorge questo castello ben conservato con ampi saloni decorati e camini rinascimentali, cantine e cappella, attorniato da un’azienda agricola. Si presenta con un lungo corpo a tre piani con torre angolare merlata alla guelfa.

Eretto nel XII secolo, nel 1394 venne confermato feudo di Corraduccio della Branca. Dal 1389 al 1433 fu sotto il comando dei castellani Nicolaus Sforzolini (1389-90), Paulus Angelelli (1390-91), Antonio di Alessandro Massoli (1406), Bartholomeus Benedicti (1416-17), Anthonius ser Case (1417), ser Francichinus de Fabriano (1427), Nanni de Vico (1431) e Baldus Nicholay (1433).

Sul finire del Quattrocento fu assegnato a Carlo Gabrielli, valoroso duce delle milizie eugubine sollevate a favore di Francesco Maria I della Rovere duca d’Urbino (1508-38) contro Leone X (1513-21); da Gubbio respinse l’esercito pontificio guidato da Giampaolo e Gentile Baglioni. Per le sue capacità militari divenne colonnello dei veneziani sotto il comando dello stesso Della Rovere nella guerra di Lombardia contro Francesco I di Valois-Angoulême (1494-1547), re di Francia, e re-spinse le truppe francesi dalla rocca di Cremona. Elevato al grado di generale nel 1524, morì poco dopo per una ferita alla coscia riportata durante l’assalto di Garlasco. Il castello di Baccaresca pas-sò, quindi, agli eredi: Gabriele III, Filippo e Antonio II Gabrielli e successivamente a Francesco, conte di Baccaresca, che servì come generale delle truppe italiane durante la guerra del Portogallo e cadde nella battaglia di Alcazarquivir nel 1578.

Nel 1618 era contea di Francesco Maria Gabrielli quando un contadino sospettato di banditismo, tale Marco Moriconi, si rivolse a lui per implorare la grazia evitando il patibolo.

La famiglia Gabrielli si estinse nella seconda metà del 1700 con la morte di Girolamo e di Forte. Il primo morì nel 1750 lasciando un’unica figlia Anna Maria, sposata con il conte Vincenzo Vincentini di Rieti; il secondo, nato nel 1702, si spense nel 1783 senza eredi (probabilmente era sterile) nonostante avesse preso due mogli: la contessa Isabella Valletta da Sezze e la contessa Cecilia Marini di Gubbio.

Nei secoli seguenti passò alla curia vescovile, ai signori Stangolini Bensa di Genova, a Giuseppe e Fernando Agostinelli (fine Ottocento), all’avvocato Gioannini di Torino (1939), al conte Mario Bosca di Roveto, all’ingegner Talenti, agli Zanzi Beretta ed al Lloyd Adriatico.
Nella cappella del castello, ancora oggi consacrata, si celebrarono nel 1968 le nozze tra Monica Bosca, figlia di Mario dei conti di Roveto, e Ascanio Sforza Cesarini, nato nel 1944, figlio di Mario Bosio e Virginia Lotteringhi della Stufa. Dall’unione nacquero Polissena (1969), Drusiana (1971), Vittoria (1972) e Muzio (1973). Gli sposi, poi, offrirono il banchetto nunziale nel castello di Torre dei Calzolari, sempre di loro proprietà.

Nel 1993 è stato acquistato dagli attuali proprietari che, dopo un’intelligente opera di restauro, l’hanno destinato a struttura ricettiva gestita dallo Janus Group.

       

        

©2011 Daniele Amoni. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

        


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