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  CARMIGNANELLO, ROCCA CERBAIA

a cura di Fernando Giaffreda

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Due suggestive vedute della rocca.

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Dallo sventramento di un portale ad arco tutto sesto, si nota una parete della parte abitativa della rocca  La posizione della Rocca di Cerbaia vista dal ponte omonimo sul Bisenzio  Carta toponomastica in cui sono riportati tutti i principali luoghi interessati all'antica proprietà degli Alberti  Il mastio della Rocca in una foto riservata (© Aldo Innocenti).

 

Una vecchia immagine dei ruderi della Rocca di Cerbaia una foto di proprietà del Fondo Fantechi attribuita al 1893 (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio).  Il pozzo esterno di raccolta dell'acqua piovana, con "volta a botte" in parte crollata. (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio, proveniente dalla proprietà della famiglia Moni).  Le tracce di un sentiero per l'ingresso alla Rocca ritratto in una vecchia foto attribuita al 1893. (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio, proveniente dalla collezione di proprietà della famiglia Fantechi).  Una cartolina della R.d.C. dei primi del Novecento spedita con dedica, nella quale si legge "Saluti Affettuosi. Perché non iscrivi? Come stai? - Isotta" (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio).  Cartolina degli Anni Venti in cui si diffonde la falsa novella di Dante esiliato nel 1285… (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio)

 

Foto-santino da Ottocento decadente, che con le Poste italiane gonfia l'alone della Rocca di Cerbaia. Vi si leggono i versi di Ottaviano da Vernio: "…Invano/non dovea camminar! Troppo è l'ardire/Spirante dalla chioma leonina/e dal grand'occhio. Ov'è grande un destre". (Dante e Garibaldi alla Rocca di Cerbaia). (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio, proveniente dalla collezione di proprietà della famiglia Gualtieri).  Un gruppo scolastico visita i ruderi della Rocca nell'agosto 1938. (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio, proveniente dalla collezione di proprietà Lina Ferrantini).  Due ragazzini dell'agosto 1968 sul colle al della R.d.C. Da notare che la Rocca sembra meno diruta prima della Seconda Guerra mondiale. (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio, proveniente dalla collezione di proprietà Valeria Vannucchi).  Il mastio della Rocca di Cerbaia in una foto di Andrea Moni (© 1986) (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio).  L'inerpicabile posizione della Rocca di Cerbaia in una foto di Andrea Moni ((© 1986) (su gentile concessione del C.D.S.E. della Val di Bisenzio).


Il dominio fiorentino sulla Rocca a partire dal XIV secolo, trasformò definitivamente Cerbaia in un presidio militare, facendole perdere a tappe secolari l’originaria caratteristica politico-residenziale. La Repubblica di Firenze ebbe qui il suo estremo baluardo nord-occidentale, di cui si impadronirono gli Spagnoli e i Lanzichenecchi dei tempi di Carlo VIII, non senza le dovute devastazioni. Nel Seicento, la Rocca di Cerbaia passò alla proprietà dei Novellucci, ricca famiglia nobiliare pratese che aveva nelle attività mercantili cittadine i principali interessi, e che inserì il maniero in un’estensione fondiaria di importanza secondaria, allargata peraltro a gran parte della Val di Bisenzio. Lo stallo economico del contesto perdurò fino all’Ottocento, quando la Rocca fu acquistata dalla famiglia straniera degli Eldmann, gli stessi che l’hanno venduta pochissimo tempo fa al Comune di Cantagallo. Neppure il particolare regime fondiario del dispotismo illuminato dei Lorena riuscì a tirar fuori dallo stato di relativo abbandono e di sostanziale perifericità un castello che come questo ancora fino all’altro ieri rischiava di crollare del tutto.

Anzi, si dovrebbe prendere gli attuali lavori di messa in sicurezza, con il loro presupposto delle connesse indagini archeologiche e geologiche effettuate e da effettuare, come l’occasione per inaugurare davvero anche una ricerca storica seria e impegnata, che tenda a individuare finalmente quando e come l’attuale stato di diroccamento è avvenuto, tanto più perché le testimonianze e i documenti probanti di questa condizione odierna, che si vuole fissare, scarseggiano ampiamente. Sarebbe infatti interessante, per il pregiudizio storico e scientifico, venire a conoscenza anche del tipo di progetto di recupero e restituzione che il Comune proprietario intende realizzare. Se si fosse infatti pensata solo la realizzazione di un percorso “medievale”, edificato e urbanizzato a norma edilizia vigente, per il riuso della Rocca di Cerbaia ad esclusivi scopi turistici, museali o di visita organizzata, i lavori non rischierebbero forse di seppellire nuovamente (e definitivamente) le prove archeologiche necessarie alla lettura scientifica della sua storia?

Molte domande sulla Rocca di Cerbaia attendono risposte: sono stati i lanzichenecchi del Sacco di Prato a compiere le prime rovine? Oppure è l’abbandono della prolungata proprietà dei Novellucci la causa del disfacimento? Oppure ancora, saranno stati i lavori ferroviari di apertura delle numerose gallerie della Direttissima Prato-Bologna negli Anni Trenta – di cui una, scavata dai genieri militari, attraversa da parte a parte proprio lo sperone su cui poggia la Rocca – a compromettere la stabilità della fortificazione altomedievale? E se sì, in che misura? I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, le cui bombe inesplose ogni tanto si fanno brillare ancora oggi, che parte hanno giocato?

Confidiamo oggi (2005) in un’attenta valutazione di questi rischi, che potremmo definire “storici”, da parte dell’attuale restauratore. Scegliere la strada della “sicurezza”, del “ripristino” e del “percorso medievale”, può significare anche lo sbarramento e la sepoltura (relativa) della memoria storica di un’area ancora tutta da indagare.

  

  


NOTE

1 Per comodità di lettura e maggiore informazione, riportiamo il testo integrale del cartello edilizio pubblico ritratto nella foto: «Comune di Cantagallo - Provincia di Prato. Progetto “Indagine conoscitiva, restauro e valorizzazione turistica di Rocca Cerbaia” 1° Lotto – Progetto approvato con deliberazione del Consiglio comunale 15 settembre 2003, n. 127 – Cofinanziamenti: Provincia di Prato, Comunità montana Val Bisenzio zona P, Coop. Bisenzio Ombrone scrl, Fondazione Cassa Risparmio CariPrato, Camera di Commercio I.A.A. di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca - Nulla Osta della Sovrintendenza Bb. Aa. Della Toscana 11 ottobre 2001, n. 17281 – Responsabile del procedimento L. 109/94: arch. Carmela Masillo – Notifica ai sensi del D. l.vo 494/96 (Sicurezza): 10 marzo 2004, n. 1659 – Progettista, Direttore dei Lavori, Coordinatore responsabile della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione: arch. Nicola Gallo – Importo dei lavori a base d’asta: € 191.446, 71 [importo aggiudicato? N.d. A] – Contratto d’appalto lavori affidato a: Cooperativa Archeologia scrl di Firenze, con subappalto [quota non specificata, N.d.A.] a: Sandretti Silvano d.i. – Responsabile di Cantiere: arch. Rita Galanti – Direttore tecnico: arch. Carmela Pinto – Tempo contrattuale d’esecuzione: 240gg. – Data di consegna lavori: 10 aprile 2004».

2 Veronica Vignolini, Rocca Cerbaia e i caratteri archeologici delle fortificazioni medievali nell’alta valle Bisenzio, 1996 Università di Firenze, Facoltà di Lettere, relatori F. Snura e A. Vanni Desideri.

3 Dopo le prime indagini geologiche subito commissionate al prof. Moretti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, giusto per verificare il rischio di un crollo dello sperone strapiombo su cui poggia il complesso, nell’estate 2000, «il prof. Milanese del Dipartimento di Archeologia Medievale dell’Università di Pisa ha compiuto a Rocca di Cerbaia una prima campagna di rilievi, che ha messo in luce la straordinaria importanza del sito tanto che, nella tarda primavera del 2002, inizierà una vera e propria campagna di scavi archeologici» (Fonte: www.terradiprato.it).

  

 

  

© 2002 Fernando Giaffreda, testo e foto; per la foto 24: © Aldo Innocenti; per le foto 33 e 34: © Andrea Moni. Si ringrazia il C.D.S.E. della Val di Bisenzio per la gentile concessione delle foto 25-34. I video (inseriti nel 2013) non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

   


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