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CASTEVOLI, castello MALASPINA

a cura di Elisa Delgrosso

  scheda    cenni storici


 

 In alto: panoramica del castello Malaspina dove è evidente la sua struttura irregolare che alterna parti più antiche a quelle più recenti. In basso: il castello visto dal suo lato est.

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Localizzazione

  

Visione del castello da ovest, da sotto le mura del borgo, da cui spicca l'alto torrione del castello.  Castevoli visto dalla strada che porta al paese, attorniata da una folte vegetazione  Un'altra panoramica del castello fra i monti.  La chiesa del castello, ora ovviamente sconsacrata, di cui restano solo le mura esterne.

  

Viottolo di ingresso al borgo, protetto da un portale all'epoca ben difeso.  Portale di ingresso al borgo murato  Un portale all'interno del borgo in cui si nota la margherita stilizzata, simbolo della Lunigiana molto utilizzato nel periodo medievale.  Particolare della scultura della Madonna col bambino, con angeli aggiunti successivamente.


Epoca: Le prime notizie di Castevoli risalgono al 1077, con la concessione dell'Imperatore Arrigo III del paese ai Marchesi Ugo e Folco d'Este, consorti dei Malaspina, ai quali Castevoli pervenne nel 1221 con la divisione tra lo Spino Secco e lo Spino Fiorito.

Conservazione: Ottimo, comprensibilmente col fatto che il castello fu distrutto e ricreato più volte nel corso dei secoli. Lo stato attuale si deve agli importanti restauri “storicamente corretti” del proprietario, lo scrittore Loris Nelson Ricci.

Come arrivarci: Da Pontremoli, primo paese della Lunigiana dopo il confine con l’Emilia Romagna, si percorre la strada in direzione del casello autostradale e della frazione di Groppoli, per poi proseguire su una piccola strada di montagna seguendo le indicazioni per Borgo di Castevoli.

Come visitarlo: Il castello è privato, perciò non visitabile, escluse particolari concessioni del proprietario. In ogni caso il borgo attorno al castello è totalmente visitabile e meritevole di essere visto.

    

Cenni storici.

Il nome di Castevoli si deve al toponimo “Casteolo”, cioè terra murata.

Di origine malaspiniana, il borgo murato è caratterizzato da un ingresso protetto da due porte, una delle quali conserva una maestà bassorilievo in marmo bianco, riconducibile alla scuola fiorentina tardo quattrocentesca, composta da tre parti raffiguranti la Madonna con due angeli, e da un massiccio torrione cilindrico in pietra.

In origine pare che il bassorilievo fosse incastonato all’interno, o sulla facciata, dell’antica chiesa del castello, ancora esistente ma solo nella sua struttura muraria, e senza copertura.

A dominio del paese, sorge il castello, probabilmente eretto a presidio della strada romana Placentiam Lucam, che secondo la leggenda fu percorsa da Annibale quando raggiunse i romani in ritirata dopo la famosa battaglia del Trebbia.

La struttura conobbe le ristrutturazioni più importanti nel XVI secolo, con Tommaso II Malaspina e la moglie Bianca Sicchi d’Aragona, mentre il figlio Francesco, succedutogli nel 1603, fu l’artefice del borgo murato come lo vediamo oggi.

Le prime notizie di Castevoli risalgono al 1077, con la concessione dell'imperatore Arrigo III del paese ai marchesi Ugo e Folco d'Este consorti dei Malaspina, ai quali Castevoli pervenne nel 1221 con la divisione tra lo Spino Secco e lo Spino Fiorito.

Il feudo rimase sempre appartenente a Villafranca, poi subì un improvviso distaccamento, e fu riunito solo dopo 150 anni, grazie al matrimonio dell’ultima erede di Castevoli con un marchese di Villafranca, che fu celebrato con una grandissima festa.

Oggi il castello, privato, è stato completamente ristrutturato dal pittore Loris Nelson Ricci e dalla sua compagna Erika H. End, che lo hanno riportato agli antichi splendori dopo secoli di abbandono.

Anche se il castello non è accessibile al pubblico (purtroppo…), una passeggiata attorno al borgo, davvero affascinante per la sua atmosfera quasi surreale, farà di certo notare quanto sia antico questo luogo, con indizi sparsi qua e là che stanno a testimoniare secoli di storia rimasti praticamente intatti.

Sui portali, per esempio, diversi simboli e intrecci, fra cui spiccano antiche iscrizioni e il simbolo della Lunigiana, la margherita, simbolo di vita e buona speranza, che si ritrova in tutti i borghi medievali della zona, in forme variamente stilizzate.

     

     

©2007 Elisa Delgrosso

           


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