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ALFIANELLO, RESTI DEL CASTELLO AVOGADRO

a cura di Marco Brago

scheda    cenni storici


Sopra, il castello di Alfianello e i resti del fossato. Sotto: a sinistra, l'ingresso e la torre campanaria; a destra, il castello visto dal piazzale della parrocchia.

 

Sotto: a sinistra, particolare dell'ingresso al castello; a destra, òe abitazioni che si trovano all'interno.

 

Sotto: vista laterale dell'edificio retrostante.

 


Epoca: X-XI secolo circa.

Posizione geografica: in provincia di Brescia, riva sinistra dell’Oglio, il castello omonimo non poteva che trovarsi al termine della via Castello appunto, poco distante dalla chiesa parrocchiale, quindi facilmente ravvisabile non appena giunti in paese.

Conservazione: pochi ruderi. Rimangono la torre d’ingresso, trasformata in campanile e tracce del fossato. All'interno abitazioni rurali.

Come arrivarci: il piccolo paese di Alfianello è facilmente raggiungibile, basta prendere l'autostrada A21 Brescia-Cremona ed uscire a Pontevico, quindi seguire la direzione per Gambara. In pochi chilometri si è arrivati. Pur breve, via Castello è percorribile anche in auto, ma all’interno del maniero si trovano diverse abitazioni private.

Come visitarlo: a piedi.

       

Cenni storici.

Del castello di Alfianello si hanno poche notizie. Si sa che fu di proprietà della potente famiglia Avogadro e fu utilizzato dai Ghibellini bresciani come sede e riparo nel 1267. Nel 1447 fu preso dai Visconti per il suo valore strategico. Infatti era posto nei pressi del fiume Mella, affluente dell’Oglio, che all'epoca tracciava il confine. È quindi probabile, senza esserne certi per documenti, che l'inizio della sua distruzione risalga a quel periodo.

Ridotto a pochi resti, la porta d'ingresso, come accadde spesso in questi casi, fu trasformata in torre campanaria per la vicina parrocchia, mentre ciò che rimaneva del fossato e del vecchio perimetro fu utilizzato come terreno coltivabile da coloro che costruirono e abitarono le case sorte su quelle che furono le mura castellari. 

         

      

©2013 Marco Brago.

  

   


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