Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Friuli Venezia Giulia ® Provincia di Udine

TRICESIMO, CASTELLO

a cura di Stefano Favero

scheda    cenni storici


Sopra: vista dell'ingresso a Tricesimo da nord. Sotto, a sinistra:  una torre angolare quadrata del castello; a destra: una sua torre angolare rotonda.

 

 

  

Un'altra torre non coperta angolare, circolare, di Tricesimo  Il palazzo interno quasi completamente nascosto dalla cinta muraria  La torre campanaria e la chiesa di Tricesimo dal retro  Il complesso della chiesa annessa al castello  La parete a scarpa del castello di Tricesimo  Il restauro è efftetivamente impeccabile  I particolari di una bellissima torre angolare di Tricesimo


Epoca: XIII secolo.

Posizione geografica: Tricesimo (Tresèsim” in friulano) dista circa 10i chilometri da Udine. Il nome della località spiega in parte la sua posizione geografica. Infatti “Tresèsim” deriva dal numerale latino “tricesimus”, ovvero “trentesimo”, che riferito al miliario significa “a trenta miglia da Aquileia”.

Conservazione: è in corso un processo di restauro e di conservazione.

Come arrivarci: il castello è situato sulle colline a nord di Udine, lungo la SS 13 Pontebbana che dal capoluogo provinciale conduce a Tarcento. Per chi arriva in autostrada, dalla A23, conviene uscire a Udine Nord, quindi seguire le indicazioni per Tavagnacco-Tricesimo.

Come visitarlo: solo l'esterno è visitabile, ma se si contattato per tempo le suore francescane che vi risiedono, è possibile una visita almeno delle sale superiori. I numeri da chiamare sono 0432851117 e 0432881227.

          

Cenni storici.

Del castello di Tricesimo si hanno le prime notizie certe a partire dal XIII secolo. Secondo un documento dell'anno 1253 l'edificio risulta abitato dalla nobilissima Famiglia di Tricesimo. Verso la fine del secolo verrà è acquistato dai signori Della Torre che ne faranno feudo sottomesso al patriarcato di Aquileia. Recenti studi hanno dimostrato l'importanza strategica della fortificazione, date le frequentissime dispute con cui la chiesa aquileiese del periodo ne difese la proprietà. Dai primi anni del XIV secolo vengono via via rafforzate le difese perimetrali, così da opporre adeguata resistenza agli assalti cui veniva sempre più spesso sottoposto. Gli attacchi venivano portati principalmente dai soldati dei Conti di Gorizia, rivelatisi fra i più fermi oppositori del patriarcato di Aquileia.

Nel 1420 il feudo di Tricesimo, occupato dalle milizie di Venezia, viene subordinato al controllo di un capitano della Serenissima, con l'incarico di amministrare la giustizia e di riscuotere le tasse da contadini e benestanti. Fu negli anni immediatamente successivi che il maniero passò più volte di mano. Dapprima ai Prampero, poi ai Martignacco, quindi ai conti Valentinis. Costoro nel 1627 diventano capitani della contea di Tricesimo e provvidero alla ristrutturazione della fortificazione, dandole la forma che ancor oggi si vede. Nel 1511 il castello è oggetto di saccheggio da parte dei contadini affamati in rivolta.

La storia dei tempi moderni riferisce che nel 1948 il castello è acquistato dalla curia di Udine per essere destinato al culto, ma principalmente utilizzato per il ritiro e gli esercizi spirituali. Nel 1955, sui resti della parte settentrionale del fortilizio, i nuovi proprietari fanno erigere il santuario della Madonna Missionaria, opera che innescherà una lunga scia di polemiche per il suo aspetto moderno, in netto contrasto con l'aspetto della zona castellare, che è posta sull'altura sopra il paese.

La struttura difensiva attualmente è strutturata da una cinta muraria esterna di epoca medievale, dotata di feritoie e di merli guelfi, con sei torri ai suoi angoli e, al centro, un palazzo quadrato. Il palazzo è quasi completamente nascosto dalle mura, e oggi non conserva nessuna traccia di quello che fu l'edificio padronale di tipo difensivo dei secoli XIII e XIV. Le sue forme hanno assunto un aspetto architettonico da tardo Rinascimento, anche se sono pur visibili alcuni elementi originari. Sulla facciata sono stati riportati alla luce le bifore con archi a tutto sesto, mentre negli interni sussistono le travi originarie del '500, belle volte molto più vecchie e grandi saloni. Non trascurabili, i caminetti monumentali che signoreggiano nelle numerose sale.

Nei pressi del palazzo, a lato del campanile, vi è la cappella gentilizia costruita nel Cinquecento, restaurata di recente e perfettamente conservata. Nell'abside un affresco del pittore friulano cinquecentesco Amalteo Pomponio. Infine, scene bibliche di un certo rilievo sono state restaurate nella sottostante cripta.

                 

     

©2010 Stefano Favero.

           


su   Friuli Venezia Giulia  provincia di Udine

Home