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BORGHETTO, BORGO

a cura di Stefano Favero

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In alto, veduta, dall'esterno del borgo, del torrione occidentale del ponte-diga eretto da Gian Galeazzo Visconti. In basso, a sinistra: interno del borgo; a destra: l'unico portale di accesso al borgo oggi rimasto.

 

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Interno del borgo  Il torrione di entrata visto dall'interno del borgo  Il fiume Mincio che attraversa il borgo  Ancora il fiume Mincio  Veduta, dal borgo, del torrione occidentale del ponte-diga eretto da Gian Galeazzo Visconti  Ponte di collegamento, sopra il fiume Mincio, del borgo con la parte occidentale, più recente, dell'abitato

 

Il campanile della chiesa di San Marco Evangelista, ricostruita sui resti di un'antica pieve romanica  Particolare della merlatura del torrione di accesso, visto dal proprio interno  Veduta del borgo dal ponte-diga fatto erigere dal duca Gian Galeazzo Visconti verso la fine del XIV secolo  Uno dei molti mulini ad acqua, un tempo usati per la macinazione dei cereali  Il fiume Mincio che attraversa il borgo  Il torrione occidentale del ponte-diga visconteo


       

 

       


Epoca: prime tracce nel IX secolo a.C.

Posizione geografica:  Borghetto, nel comune di Valeggio sul Mincio (“Valès sul Mèns”), si trova a 27 chilometri a sud-ovest di Verona, lungo la strada per Mantova, al confine con la stessa provincia virgiliana.

Conservazione: il borgo è abitato e ben conservato. Notevolissima la presenza di piccoli negozi e ristoranti in tutto il territorio.

Come arrivare: il borgo è raggiungibile dall'autostrada A22 Modena-Brennero, uscendo al casello di Nogarole Rocca e seguendo da qui le indicazioni per Valeggio sul Mincio.

Come visitarlo: il borgo è accessibile tutto l'anno, a piedi. Per avere maggiori informazioni turistiche è possibile rivolgersi alla Pro Loco di Valeggio sul Mincio, ubicata in piazza Carlo Alberto.

         

Cenni storici.

Le prime tracce di Borghetto risalgono al IX secolo avanti Cristo e sono testimoniate da alcune sepolture rinvenute in loco databili all'età del ferro. Diversi monili etruschi sono stati invece ritrovati presso la collina sovrastante Borghetto. Sembra anche che fra il IV e il V secolo a. C. i Galli usassero qui attraversare il fiume Mincio. A rafforzare questa ipotesi è stata la scoperta di un'importante necropoli.
Più tardi, il subentro dell'epoca romana fa sì che il guado venga raccordato alle vie consolari. Fra l'VIII e il IX secolo, i Longobardi edificheranno sulle rive del corso d'acqua il primo nucleo abitato, che oggi si può identificare nei gradoni che declinano verso le rive. In questo sito aveva sede anche un “Gastald”, cioè l'ufficio della dogana che riscuoteva i dazi dovuti per l'attraversamento del fiume.

Il guado del Mincio, in questo punto, fu considerato per secoli il più comodo e sicuro tra quelli a sud del lago di Garda, ed il fiume una barriera naturale tra le terre mantovane e quelle veronesi. Bisogna considerare che questa zona era continuamente presa d'assalto dagli eserciti delle più importanti signorie, dai Gonzaga agli Scaligeri, dai Visconti alla Serenissima.

Nel 1145, una bolla pontificia cita per la prima volta il minuscolo monastero dedicato a Santa Maria, costruzione eretta sulla sinistra del Mincio allo scopo di soccorrere e riparare i pellegrini in difficoltà. Il piccolo monastero diventa poi una delle più importanti precettorie dei cavalieri Templari.

Nel 1202 Borghetto passa sotto il dominio di Verona, dopo che per anni si erano intrecciate dispute con Mantova per il possesso dell'area. Saranno gli Scaligeri infatti a costruire un primo ponte di legno lungo il guado, erigendo un sistema fortificato intorno al borgo. Dell'impianto difensivo oggi si può vedere la torre merlata di accesso.

Fra il 1277 ed il 1387, Borghetto e Valeggio sul Mincio diverranno due tra le più munite piazzeforti militari del territorio messe in piedi dagli Scaligeri. I domini veronesi verranno annessi alle proprietà di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, fra il 1387 ed il 1402. Inizieranno nel 1393 i lavori di quel ponte-diga che costituirà nei decenni a seguire un'impenetrabile barriera difensiva. Quest'opera modificherà anche il corso del Mincio, rendendone impossibile il guado. Si tratta di un ponte lungo 650 m e largo 25, raccordato al sovrastante castello di Valeggio mediante due cortine merlate, integrato fra l'altro in un complesso fortilizio di circa 16 chilometri di perimetro.

Nel 1405 Borghetto passa alla Serenissima e finendo col conoscere un fiorente sviluppo nell'attività della macinazione dei cereali, soprattutto riso e frumento. A testimonianza dell'epoca rimangono ancor oggi numerosi mulini ad acqua. L'agricoltura invece avrà uno sviluppo molto forte solo a partire dal 1553, anno in cui venne realizzato un canale appositamente dedicato all'irrigazione dei campi circostanti l'abitato. Terminata la dominazione veneziana, nel 1796, iniziano le guerre napoleoniche che seminano distruzione e morte in tutto il borgo.

Dal 1814 al 1866 esso sarà annesso all'Austria nell'ambito del Regno Lombardo-Veneto e, successivamente, al Regno d'Italia. Curiosa la situazione geografica vissuta dagli abitanti di Borghetto fra il 1859 ed il 1866: da un lato del fiume v'erano i cittadini austriaci, dall'altro quello italiani.

Dei tre ponti levatoi presenti un tempo a Borghetto solo uno è conservato. Dentro codesto borgo, sulla sinistra, subito dopo essere entrati dal portale di accesso a nord, è visibile la chiesa di San Marco evangelista, ricostruita nel 1759 in stile neoclassico, sui resti della pieve romanica dell'undicesimo secolo. Di questo antico edificio di culto rimangono, ben conservati, due pregevoli affreschi quattrocenteschi.

Il nome del borgo sarebbe un toponimo d'origine longobarda, significante “insediamento fortificato”.

     

 

    

©2009 Stefano Favero. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

      


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