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GUALDO TADINO, ROCCA FLEA

a cura di Daniele Amoni

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Una recente immagine della Rocca

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Gualdo Tadino  Gualdo Tadino  Gualdo Tadino


 


Epoca: costruita intorno al secolo X.

Conservazione: restaurata di recente, è aperta al pubblico e ospita mostre e attività culturali.

Come arrivarci: percorrendo la Superstrada E45 (Cesena-Orte), o l'autostrada A1, Firenze-Roma: uscita Valdichiana per chi è diretto a Roma, uscita Orte per chi è diretto a Firenze.

      

Storia della Rocca Flea.

La rocca Flea si erge maestosa sopra l’abitato di Gualdo Tadino lungo la via Flaminia ed è facilmente raggiungibile anche con il treno in quanto si trova lungo la linea Roma-Ancona.

Chiamata anche Flebea per la vicinanza con le sorgenti del fiume Flebeo (dal greco flebòs «vena d’acqua»), rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura militare difensiva umbra. Recentemente restaurata e riaperta al pubblico, è sede di mostre, convegni, attività culturali.

Si presenta alta, compatta e massiccia sul colle che domina la città di Gualdo Tadino. Circondata anticamente da un fossato e delimitata da una robusta cinta muraria, con barbacane angolare e ponte lavatoio, percorsa da beccatelli, ingloba nel suo interno il corpo centrale, o appartamento Salviati, addossato al mastio alla cui base è stata ritrovata la primitiva cappella con pareti affrescate. Di fronte si erge la palazzina dedicata al cardinal del Monte con ampi saloni, anticamente riservata alle cucine e alla servitù.

Nello splendido cortile interno si affaccia la cappella dedicata a S. Giovanni Battista, le maestose scale d’accesso ai 40 locali, l’antica fontana.

Costruita intorno al X secolo, appartenne agli Atti, signori di Foligno: nel 1160 Anselmo degli Atti, signore della rocca, divenne vescovo di Foligno fino alla sua morte avvenuta nel 1201; nel 1177 Federico Barbarossa la comprese nei domini del Ducato di Spoleto. Nel 1198 passò sotto la giurisdizione di Innocenzo III (1198-1216) il quale dette ai nebulosi confini territoriali dei possedimenti ecclesiastici una più salda struttura, con la suddivisione in Patrimonio, Campagna, Marittima, Ducato di Spoleto e Marca d’Ancona.

Nel 1216 fu al centro delle contese tra Gubbio e Perugia che sfociarono in una nuova guerra. Con Gubbio si schierarono Cagli e Città di Castello; con Perugia: Spello, Todi, Spoleto, Gualdo, Nocera, Bettona e Cortona. Per Gubbio la guerra ebbe esiti disastrosi soprattutto per le scarse attitudini diplomatiche del comune, non tanto sul piano militare, quanto su quello territoriale. Infatti, tramite l’arbitrato di Pandolfo di Figura, Gubbio fu costretto a rinunciare a tutti i castelli costruiti lungo il confine con Perugia.

Nel 1240, Federico II, transitando per la terra di Gualdo, accompagnato dal fido Giacomo di Morra, capitano generale dei Ducato di Spoleto, provvide alla costruzione della cinta muraria cittadina (munendola con ben 17 torri) e alla sicurezza difensiva della rocca con restauri e ampliamenti. Nel 1394 fu occupata da Biordo Michelotti che vi appose una lapide ancora oggi visibile in uno dei torrioni. Da allora fu chiamata anche Arx Maior Terre Gualdi, per distinguerla dal palazzo fortificato del capitano del popolo (Arx Minor).

Per l’importanza strategica, quale avamposto dello Stato della Chiesa verso il Ducato d’Urbino, fu sempre al centro di contese tra papi e imperatori. Per la sua ubicazione divenne meta delle varie compagnie di ventura in transito lungo la via Flaminia: Lutz von Landau (1359), Anichino Bongardo (1364), Andronino Goth (1371), Giovanni Acuto o John Hawkwooud (1376) e punto di riferimento di principi e condottieri: Ceccolino Michelotti (1403), Braccio Fortebracci (1419), Francesco I Sforza (1442 e 1446), Nicolò I Piccinino (1440), Giacomo (Jacopo) Piccinino (1458, dopo aver espugnato la rocca di Sassofeltrio), Giampaolo Baglioni (1501).

Nel luglio del 1416 Ceccolino Michelotti, proveniente dalla Campania, vi radunò un esercito di 2.000 cavalieri con il quale mosse verso Perugia contro Braccio Fortebracci.

Nel 1434 la rocca fu data da Eugenio IV in vicariato per cinque anni al conte Francesco I Sforza, togliendola di fatto dalla giurisdizione di Corrado XV Trinci che l’aveva ricevuta due anni prima dallo stesso pontefice. In quel periodo lo Sforza aveva al suo servizio Tito Torelli in qualità di tesoriere dei domini dell’Umbria.

Presso la fortezza si accampò per tutto l’inverno 1442-1443 Nicolò I Piccinino insieme al suo fido soldato Federico II da Montefeltro, il quale se ne andò nei primi giorni di febbraio per accorrere al capezzale del padre Guidantonio († 20 febbraio 1443).

Nel 1497 il castellano Filippo degli Arcioni da Roma, su istigazione del signore di Camerino Giulio Cesare Varano, vi istituì una zecca clandestina di monete false. Giulio Cesare fu arrestato dai soldati di Cesare Borgia nel 1502 e con l’accusa di aver fomentato la ribellione di Camerino e della Pergola fu condotto proprio nella rocca di quest’ultima insieme a due suoi figli e fatto morire di stenti.

Presso la rocca Flea hanno soggiornato anche illustri personaggi: Edoardo I (1273), Nicolò V (1449 e 1450), Federico III d’Asburgo (1493), Clemente VII (1529), Paolo III (1539 e 1548), Cesare Borgia (1503), Isabella D’Este (1493) e Lucrezia Borgia (1502).

L’8 maggio 1517 Gualdo subì un violento assalto da parte della Compagnia dei Cappelletti, formata da truppe assoldate a Mantova da Francesco Maria I della Rovere, duca d’Urbino: erano circa 1.500 cavalieri, 1.800 pedoni, 1.000 uomini d’arme con 14 pezzi d’artiglieria, quasi tutti mercenari tedeschi, spagnoli, guasconi, greci e albanesi. Questa soldataglia, dopo aver assalito e distrutto il castello di Poggio S. Ercolano, si diressero verso le mura e la rocca Flea che resistettero degnamente al veemente assalto.

Il 6 settembre 1525 vi fu stipulato un importante accordo con i rappresentanti del comune di Perugia circa i confini territoriali gualdesi verso Casacastalda; all’atto erano presenti i rappresentanti perugini guidati da Girolamo di Lorenzo Cibbi della parrocchia di S. Gregorio in porta Susanna; per Gualdo si fecero garanti Baldovino Ciocchi del Monte e Benedetto Valenti di Trevi, il primo tenente generale, il secondo uditore del cardinal Legato Antonio Ciocchi del Monte.

La rocca Flea dal 1513 al 1587 è stata la sede residenziale dei cardinali Legati: Antonio Ciocchi del Monte (1513-1533), Andrea Matteo Palmieri (1534-1538), Antonio Pucci (1538-1541), Giovanni Salviati (1543-1553), Balduino Ciocchi del Monte (1553-1556), Fabio Mignanelli (1556, gennaio-dicembre), Carlo Carafa (1556-1560), Gabriele Serbelloni (1561-1566), Tiberio Crispi (1566, febbraio-novembre), Giannantonio Capizucchi (1556-1569), Cristoforo Madruzzo (1569-1578) e Carlo d’Angennes di Rambouillet (1578-1587), alcuni dei quali vi alloggiarono per brevi periodi.

Nel 1587 Gualdo entrò a far parte della Circoscrizione Governativa di Perugia per cui la struttura fortificata divenne la residenza dei commissari apostolici fino al 1798. Nel 1803 fu ceduta in enfiteusi al comune di Gualdo per farvi un ospedale, progetto mai realizzato. Successivamente fu ceduta al vescovo di Nocera mons. Francesco Luigi Pievissani per farvi un carcere femminile destinato alle donne di mal costume. Con l’Unità d’Italia ospitò un carcere mandamentale maschile e con tale destinazione è restata fino al 1985.

Tra i vari castellani che hanno assunto nei secoli la difesa della struttura militare si annoverano: Salvutio di Martino (1246), Raniero di Ruzerio (1267), Confidato Dragoni di Ventura da Assisi (1276), Costantino I Ranieri da Perugia (1385) signore di Civitella Ranieri, Fumagiolo di Bacciolo Fumagioli da Perugia (1387), Antonio Petroni da Spoleto (prima del 1455), Melchiorre Calendrini da Sarzana (1428-1455), Antonio Petroni da Spoleto (dopo il 1455), Giacomo Tolomei da Siena (1458-1460), Andrea di Paolo Arcangeli di Spoleto (1464), Filippo degli Arcioni da Roma (1497) e Antonio Albergati da Bologna (fino al 1510) con funzioni anche di cancelliere e Camerlengo sulla città di Gualdo.

Un lungo e sapiente restauro decennale, che ha messo in evidenza stupendi affreschi di varie epoche (dal Trecento al Cinquecento), ha permesso il totale recupero della rocca, inaugurata il 15 gennaio 1996 e visitata in pochi mesi da migliaia di turisti.

Dal gennaio 1999, la superba struttura militare, formata da alte mura perimetrali che racchiudono una corte con due corpi di fabbrica, ospita la Pinacoteca Comunale con opere di pittori umbri dal XV al XVII secolo, l’Antiquarium con reperti romani e medievali, la Raccolta della Ceramica Storica e il Centro Multimediale.

     

       

  

©2003 Daniele Amoni. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

      


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