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TRENTO, castello DEL BUONCONSIGLIO

foto di Marta Tinor

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Ingresso del Castello di Buonconsiglio. In basso: fossa dei Martiri. Antica selva dei cervi, dove fu giustiziato l’irredente Cesare Battisti.

 

Lapide commemorativa dell’irredente Damiano Chiesa  Lapide commemorativa dell’irredente Cesare Battisti  Lapide commemorativa dell’irredente Fabio Filzi


 

   


Epoca: 1238: il podestà di Trento Sodegerio di Tito fa erigere sul dosso del Malconseij, nome in seguito cambiato in Buonconsiglio, il primo nucleo fortificato dell’attuale complesso castellano.

Stato di conservazione: ottimo. Ospita le collezioni provinciali d'arte, suddivise nelle sezioni d'archeologia, d’arte antica, medievale, moderna e contemporanea.

Come arrivare: lungo l’Autostrada A22 del Brennero e la S.S. 12 dell’Abetone e del Brennero. Convergono inoltre a Trento la S.S. 45 bis Gardesana Occidentale da Brescia e la Gardesana Orientale da Verona; da Milano, la SS. 42 del Tonale e della Mendola; da Venezia, la S.S. 47 della Valsugana; da Vicenza, la S.S. 46. Il castello si trova a Trento in via Bernardo Clesio, 5 - Trento, tel. 0461-233770.

Come visitarlo: Orario: da aprile a settembre: 9.00 - 12.00; 14.00 - 17.30; da ottobre a marzo: 9.00 - 12.00; 14.00-17.00. Giornate di chiusura: 1 gennaio, 1 novembre, 25 dicembre e tutti i lunedì ad esclusione dei festivi. Ingresso a pagamento; tariffe agevolate per i minori di anni 18 e superiori ad anni 60, c per gruppi di oltre 20 persone. In occasione di mostre temporanee l'orario di apertura è continuato dalle 10.00 alle 18.00.

          

Cenni storici.

Dal sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_del_Buonconsiglio

«Il Castello del Buonconsiglio è uno degli edifici più conosciuti di Trento e il maggiore complesso monumentale del Trentino-Alto Adige.

Il Castello è stato edificato con funzioni difensive sopra un rilievo roccioso, originariamente sede di un castrum romano.

Il dosso in cui venne edificata la fortezza a partire dal XIII secolo era denominato Malconsey. Già a partire dal 1300 il toponimo anticamente utilizzato per indicare il piccolo colle non venne più utilizzato e si preferì modificare il nome originario, adottando un termine più positivo: il castello Malconsey divenne Buonconsilii (del Buonconsiglio).

La sua attuale struttura è il risultato di una plurisecolare aggregazione edilizia: sono infatti ben distinguibili diverse sezioni e strutture, risalenti a secoli diversi. Il castello del Buonconsiglio rappresenta uno dei più grandi complessi fortificati delle Alpi.

La parte più antica è quella di gusto romanico, rappresentata dal nucleo duecentesco del Castelvecchio (che venne poi ricostruito nel 1440) e dell'ampio torrione circolare (chiamato Torre d'Augusto). In una fase successiva, tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, la struttura venne profondamente modificata dai principi vescovi Giorgio di Liechtenstein e Giovanni IV Hinderbach. Il primo collegò al Castelvecchio la Torre Aquila, che fece affrescare con il Ciclo dei Mesi, uno straordinario esempio di Gotico Internazionale. Giovanni IV Hiderbach fece costruire la grande merlatura e il loggiato di gusto gotico-veneziano.

Nel 1500 il cardinale Bernardo Clesio, impegnato in un progetto di ristrutturazione e riqualificazione urbanistica dell'intera città, fece edificare a sud del complesso una costruzione rinascimentale, il Magno Palazzo, nuova dimora di principi vescovi, affrescata da Dosso Dossi e da Girolamo Romanino.

In età barocca, il vescovo Francesco Alberto Poia costruì la Giunta Albertiana, struttura che permette la comunicazione diretta fra la sezione medievale e il Magno Palazzo.

Nel 1796 la città venne invasa dalle truppe napoleoniche e l'ultimo principe vescovo, Pietro Vigilio Thun, lasciò il castello e si rifugiò nella fortezza di famiglia in Val di Non. Con la secolarizzazione del Principato Vescovile di Trento e la sua annessione alla Contea del Tirolo, il Buonconsigilo si ridusse da sede di rappresentanza a caserma militare austriaca.

Durante la prima guerra mondiale, la Sala del Tribunale (la cinquecentesca Stua della Famea) fu sede del processo (1916) agli irredentisiti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa. Dopo la sentenza, che sanciva la condanna a morte per alto tradimento, i tre irredentisti vennero condotti nelle celle ricavate nel loggiato. La sentenza venne eseguita nel prato tra il castello e le mura poste ad est (la Fossa dei Martiri): il 19 maggio 1916 venne fucilato il sottotenente roveretano Damiano Chiesa, volontario nell’esercito italiano; il tenente Battisti e il sottotenente Filzi vennero impiccati il 12 luglio successivo.

Nel 1918 lo Stato italiano divenne proprietario del Castello, che passò alla Provincia autonoma di Trento nel 1974. Il castello è maniero d'Onore dell'Ordine di Vittorio Veneto figurando in alto a sinistra nel diploma di Cavaliere».

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    ©2010 Marta Tinor (immagini). I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

         


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