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MISTERBIANCO, TORRI DI POGGIO CARDILLO

a cura di Giuseppe Tropea

scheda    cenni storici    descrizione unità topografica e architettonica  bibliografia


In alto, sommità della collina di Poggio Cardillo; in alto a sinistra i resti di una torre. In basso, porzione caduta di bastione murario.

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Localizzazione di Misterbianco


Epoca: possibile edificazione intorno alla fine del VII, inizi dell'VIII secolo d.C.

Unità di paesaggio: versante meridionale etneo, bassa collina a 254 m. s.l.m.; presso centro abitato.

      

Cenni storici.

Nessun dato storico sembra, al momento, far riferimento alla presenza di una fortezza sulla sommità del colle Cardillo. Ulteriormente problematica risulta l'eventuale collocazione cronologica. Al momento quanto resta del probabile forte si suole collocare, in base alla tecnica edilizia, ad epoca bizantina.

    

Descrizione unità topografica e architettonica

Poggio Cardillo trova luogo a meridione dell'abitato di Misterbianco. Si tratta di un colle di circa 260 m. s.l.m., dalla sommità del quale è possibile dominare buona parte del paesaggio circostante. Esso, infatti, si affaccia a sud sulla piana di Catania, distinguendo, nelle giornate prive di nuvole e foschia, addirittura l'abitato di Siracusa. In direzione sud-ovest è possibile osservare Motta S. Anastasia, volgendosi a settentrione si domina Misterbianco, l'intero versante meridionale dell'Etna e tutti gli attuali insediamenti pedemontani. A nord-ovest si ottiene un perfetto contatto visivo con il castello di Paternò. Verso oriente si stende l'abitato di Catania.

Topograficamente il colle di Poggio Cardillo, per quanto non superi i 300 m. s.l.m., occupa una posizione strategica fondamentale per il controllo del territorio circostante. Risulta inevitabile considerare la congrua possibilità che presso la sommità potesse sorgere una torre o una fortezza a presidiare il luogo. In effetti l'altura ospita una struttura fortificata dalla misteriosa genesi e dall'altrettanto problematica pianta. Si ricordi che il colle è stato in parte stravolto dalla fondazione e costruzione di tralicci della corrente elettrica alti più di quaranta metri, le cui fondamenta hanno per buona parte stravolto il fianco settentrionale dell'altura.

Attualmente rimane intatta una struttura a pianta quadrangolare, in parte restaurata, presso il lato nord del colle. Essa presenta una muratura spessa poco più di un metro, formata da grossi blocchi di pietra lavica per buona parte squadrati e legati insieme da malta di ottima qualità. All'interno si osserva un ambiente di non oltre un metro per lato. Il corpo di fabbrica giace in evidente stato di interramento, permettendo così di intuire, in origine, una maggiore altezza. Sembrerebbe possibile interpretare la struttura quale una delle torri della presunta fortezza. In effetti, lungo la sommità della collina si osservano alcuni evidenti affioramenti di strutture sepolte e di creste murarie, le quali potrebbero indicare un'estensione dell'intero edificio ben al di là della semplice struttura quadrangolare esistente nell'area settentrionale del colle.

Opposta alla torre superstite, non oltre i venticinque metri di distanza, affiorano dal terreno opere in muratura che indicano l'innesto di una copertura a volta, edificate con il medesimo materiale basaltico della torre. Sebbene allo stato attuale delle ricerche ogni ipotesi si presenti possibile, si è voluta interpretare siffatta struttura sommersa alla stregua di una seconda torre, della quale è possibile leggere solo il pavimento del primo piano e la conseguente copertura del pian terreno. Nelle fortezze bizantine era uso edificare le torri con una copertura a volta per il pian terreno e, generalmente, una copertura piana o a volta per il piano superiore. Nella sommità della torre superstite non si osserva alcun innesto che faccia intendere la presenza di una copertura a volta.

Sulla base di questa ipotesi la complessa struttura sepolta presso il colle Cardillo potrebbe rivelarsi una fortezza di medie dimensioni, edificata, congettura formulata attraverso l'osservazione della tecnica edilizia, in epoca bizantina. Probabilmente Poggio Cardillo, ai tempi della creazione dell'edificio, doveva occupare una superficie decisamente più ampia, come dimostrano le frane chiaramente visibili presso il lato meridionale dell'altura, gli sterri per la creazione delle fondamenta dei tralicci della luce e le opere di muratura a secco che ne hanno parzialmente terrazzato il fianco sud-occidentale, edificate oltre tutto con il materiale proveniente dalla fortezza medesima.

Infine con buona probabilità si potrebbe ipotizzare l'esistenza di una massiccia fortezza a pianta quadrata con almeno due torri edificate presso il lato settentrionale dell'ipotetico edificio in una maniera simile al forte bizantino scoperto e ampiamente studiato presso l'acropoli di Selinunte. Non è da escludere la presenza di quattro torri d'angolo, come insegnano le fortezze dell'Africa bizantina.

               

Bibliografia

Tropea G., Un mistero archeologico presso Misterbianco: la collina di Poggio Cardillo, in «Sikania», 1, gennaio 2004.

   

  

©Copyright Archeoambiente e Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito http://www.ipaesaggi.it/castelli.htm, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

   


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