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MALETTO, RESTI DELLA FORTEZZA

a cura di Giuseppe Tropea

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Resti del castello.

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Maletto  Maletto


Epoca: l'anno di fondazione della "terra" di Maletto risale al 1263. L'insediamento è tuttora esistente, mentre del castello rimangono solo ruderi.

Unità di paesaggio: versante nord-occidentale dell'Etna, collina a m. s.l.m.

    

Cenni storici.

L'abitato di Maletto affonda le radici delle sue origini alla fondazione, per opera di Manfredi di Maletto, avvenuta durante il 1263. Fin dal principio il nucleo centrale del borgo assume la conformazione di una "terra", salvaguardata e protetta dalla presenza di un castello, sorto su di un'alta rupe, che sovrasta ancora oggi l'abitato. Nel 1299 il forte viene ceduto a Roberto d'Angiò e successivamente confiscato da Federico III d'Aragona.

L'intero feudo di Maletto passa, nel 1344, sotto il possesso diretto del notaio Francesco Omodeo. Nel 1386 risulta venduto, a sua volta, alla famiglia Spatafora, che ne manterrà il possesso almeno fino al 1502, data in cui Giovanni Michele Spatafora ottiene un permesso dal vescovo di Messina, al fine di edificare la prima chiesa dell'abitato, dedicandola a S. Michele, nei pressi del palazzo baronale, che egli medesimo sta costruendo. Nel 1510 Giovanni Michele riceve l'investitura del feudo.

   

Descrizione unità topografica

La fortezza sorge su di un'alta rupe di roccia arenaria. La parte più antica dell'edificio occupa, per quanto è possibile osservare, esclusivamente la sommità della rocca. All'epoca della fondazione, nel 1263, è probabile che interessasse maggiormente la solidità dell'impianto generale dell'edificio, piuttosto che l'ampiezza. Si distinguono, infatti, appena tre vani, dei quali quello settentrionale sembra richiamare le antiche forme di una torre quadrangolare.

La muratura si presenta di buona qualità: pietrame lavico non squadrato e legato insieme da malta di buona qualità, il tutto inzeppato con frammenti di laterizi. In direzione nord ed est vi sono resti murari con evidente scarpatura, che presentano una manifattura simile alla precedente e ricoprono la pareti settentrionali del castello, comprendendo l'area dell'ambiente centrale e della torre quadrangolare.

All'edificio si accede dal versante sud-orientale della rocca, attraverso un cancello di ferro, posto presso la chiesa di Sant'Antonio da Padova. Varcato l'ingresso si prosegue salendo su dei gradini intagliati nella roccia. Lungo la scalinata è possibile osservare altri resti murari irregolari, edificati con una tecnica di gran lunga più scadente rispetto alle mura della fortezza.

   

Bibliografia

Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, 2 voll., Palermo 1855-56; Nibali S. - Luca G.M., Maletto, memorie storiche, Catania 1983; Terranova C., I castelli dell'Etna, in Etna, il vulcano e l'uomo, Catania 1993, pp. 244-267; Ventura D., Randazzo e il suo territorio tra medioevo e prima età moderna, Roma 1991.

  
  

©Copyright 2003/2004 Archeoambiente e Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito http://www.ipaesaggi.it/castelli.htm, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

      

   


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