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BOVINO, CASTELLO

a cura di Luigi Bressan

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La facciata anteriore del castello vista dal viale d'ingresso.

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Bovino  Bovino

 

Veduta d'insieme del castello dal viale d'ingresso  Ingresso del castello, con torrione cilindrico (XI-XIII sec.?) e facciata (XVI sec.)  Il torrione visto dall'esterno  Torre con bifora a destra del portone d'ingresso; in realtà, si tratta di una sistemazione successiva della facciata

 

Una suggestiva immagine invernale del castello

 

Il cortile interno del castello  L'ingresso  Veduta di una parte del cortile interno  Particolare nell'androne del portone d'ingresso

 

Veduta di case costruite lungo il percorso delle mura di Bovino (foto Gianfranco Piemontese)  Il complesso castellare visto dall'alto  Veduta dall'alto  Interno della torre "a cavaliere"  Interno della torre "a cavaliere"   


 


Epoca: XI-XII secolo.

Conservazione: del castello normanno rimane un torrione cilindrico.

Come arrivarci: è 48 km. a sud di Foggia; da qui seguire la strada statale 90 in direzione di Benevento, e imboccare quindi la provinciale 121 per Bovino.

   

Cenni storici.

Dell’antico complesso, costruito tra il 1059 ed il 1182 dal normanno Drogone ed in seguito restaurato da Federico II di Svevia, resta soltanto il torrione cilindrico a sinistra di quello che, dal 1563, ad opera dei duchi di Guevara, divenne un’elegante dimora. Adibito successivamente a carcere, fu, in un secondo momento, utilizzato come serbatoio idrico della città.

   

Per saperne di più: vedi Ester Lorusso, La Torre a cavaliere di Bovino, Claudio Grenzi Editore, Foggia 1999.

Da questo volume sono tratte le ultime 4 immagini su riprodotte; la quintultima è invece di Gianfranco Piemontese).

 


Approfondimento

www.borghitalia.it: «Posta a confine tra Puglia e Campania, nel corso dei secoli Bovino ha svolto un ruolo strategico nei collegamenti tra Adriatico e Tirreno. Tracce del suo passato sono ben visibili nel borgo antico, distrutto e ricostruito più volte, che si caratterizza per l´armonia della struttura urbanistica e per lo stato di conservazione, nel complesso buono, di materiali, forme e colori tipici della sua tradizione. Si possono ancora oggi ammirare ampi tratti della pavimentazione in pietra di fiume, abitazioni in pietra con la tradizionale copertura a embrici, volte a botte in mattoncini, palazzetti nobiliari con le loro romanelle e le bellissime corti, un numero impressionante di portali in pietra (ne sono stati contati circa ottocento), opera di maestri scalpellini locali e testimonianza del ruolo assunto dalla cittadina nei secoli. Le casette bianche, le scalinate ripide dei viottoli, la verde campagna circostante completano il suggestivo quadro, che è di fragile bellezza, dovendo difendersi dalle alterazioni, sempre in agguato, di chi ignora il senso della storia, che qui appare infinita: come dimostrano i resti di mura di cinta romane (nel rione Portella), gli avanzi di mosaici, le statuette di Ercole, le steli antropomorfe e i numerosi reperti custoditi nel museo civico.

Il borgo racchiude al suo interno sette chiese, tra le quali spicca per importanza la Basilica cattedrale, sulla cui facciata nel 1231 il maestro Zano, proveniente dalla Gallia, impresse quel primitivo stile gotico che inaugurò la stagione del romanico in Puglia. All´interno, i frammenti scultorei bizantini vanno cercati come in un´avvincente caccia al tesoro (ad es., nel presbiterio, i due blocchi posti su colonne d´età romana che raffigurano Daniele nella fossa dei leoni), così come degni di nota sono il coro ligneo seicentesco nell´abside e i monumenti e le iscrizioni funebri riferite ai signori di Bovino. Ma è soprattutto la facciata romanica, nella semplicità delle linee e dei motivi floreali e zoomorfi, ad incantarci. La chiesa di S. Marco, inaugurata (si legge in un´epigrafe del 1703) il 18 maggio 1197 (la lunetta in stile bizantino che sormonta il portale risale a quell´anno e raffigura S. Marco d´Ecana tra due diaconi), custodisce le monumentali tombe di alcuni vescovi che hanno retto l´antichissima diocesi di Bovino.

Sulla sommità di uno dei suoi colli si erge maestoso il Castello (o Palazzo) ducale con la sua torre normanna dell´XI secolo. Opera del conte normanno Drogone, il castello fu poi ampliato da Federico II di Svevia e nel Seicento trasformato in palazzo gentilizio dai duchi di Guevara. Il Palazzo ducale, abitato fino al 1961 dai discendenti dei Guevara, era ai suoi tempi migliori (nel Seicento) una delle più belle dimore patrizie del meridione. Nei suoi saloni dalle volte a cassettoni e nel suo bellissimo giardino pensile, hanno trovato ospitalità Torquato Tasso, Giovan Battista Marino, Maria Teresa d´Austria, papa Benedetto XIII.

Ma il centro storico contiene altri tesori. Tra gli edifici sacri: la chiesa del Carmine (edificata dai Gesuiti nel Seicento); la neoclassica S. Maria delle Grazie; l´antichissima (1099) chiesa di S. Pietro, interessante esempio di architettura romanica con elementi bizantini innestati su residui romani (vedi il fonte battesimale); la chiesa del Rosario (costruita nel 1205, con portale del 1754) gotica ed elegante nella sua struttura a una sola navata; le quattrocentesche chiese dell´Annunziata, situata all´inizio dello storico rione Portella, e di S. Francesco, e quella dei Cappuccini, sorta nel 1618 per voto fatto a S. Francesco dal duca Giovanni di Guevara. Le residenze private sono quasi tutte dotate di splendidi portali, simbolo di potenza e orgoglio della nobiltà locale».

  

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    © 2003 Luigi Bressan; aggiornamento 2012. La seconda immagine riquadrata è tratta dal sito http://www.viaggiareinpuglia.it. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

        


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