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CAROVIGNO, TORRE SANTA SABINA

a cura di Domenico Basile, direttore de La lanterna del popolo

scheda    cenni storici


Torre Santa Sabina.

 

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Torre Santa Sabina  Torre Santa Sabina


Epoca: secolo XVI, sul sito di una torre distrutta.

Conservazione: proprietà privata, la torre.

Come arrivarci: da Bari o da Brindisi con la superstrada statale 379, uscita Torre Santa Sabina.

   

Cenni storici. 

La torre di Santa Sabina è una delle due torri costiere situata a 88 Km a sud di Bari ed a 27 km a nord di Brindisi, nell'omonima e rinomata località marina.

La torre ha forma stellare a quattro spigoli orientati verso i punti cardinali, con coronamento merlato.

Il suo nome deriva probabilmente dalla santa venerata in epoca bizantina in una delle tante cripte rupestri che era possibile ritrovare nelle terre limitrofe, anche se la tradizione popolare vorrebbe che il suo nome derivi da una statua della santa che fu ritrovata nelle acque antistanti la torre da alcuni pescatori.

Il sito in cui sorge la torre è stato utilizzato come approdo della Carbina messapica fin dal VII secolo a.C., come testimoniano i frammenti ceramici rinvenuti sui fondali.

La storia della torre è poco nota per mancanza di documenti certi che ne attestino l’esistenza durante il Medioevo. Si sa di certo che nel 1226, nella zona dove essa si erge, fu fondata una colonia di Cavalieri Teutonici, che al tempo delle crociate avevano lo scopo di assistere i soldati feriti. Questi cavalieri fondarono una cappella ed un ospedale, ma della torre non si sa nulla.

La prima torre che fu edificata originariamente risale al XIII secolo, anche se la prima prova ufficiale della sua esistenza si ha attraverso un inventario di Raimondo del Balzo Orsini, il quale menziona appunto l’esistenza nella zona di Santa Sabina di una torre distrutta.

Un altro documento risalente al 1557 tratta dell’utilizzo che fu fatto della pietra delle cave carovignesi per la costruzione della cattedrale di Bari: questo documento è importante perché i blocchi di pietra, data la loro dimensione, furono trasportati via mare, passando dal porto di Santa Sabina, che, secondo il verbale di consegna, era munito di torre.

Nel 1597 la torre fu sottoposta a vendita forzata e fu acquistata dalla Regia Curia allo scopo di farne sede di guardie contro il contrabbando che già all'epoca imperversava sulle nostre coste.

Particolarmente movimentata fu la notte tra il 24 e il 25 novembre del 1815, durante la quale ci fu un tentativo di incursione da parte dei corsari che le guardie, poste a presidio della torre, brillantemente sventarono.

Qualche anno dopo, nel 1829, si verificò un fatto che diede avvio al degrado cui la torre fu sottoposta per quasi un secolo: la Regia Curia volle liberarsi dell’onere delle torri costiere, ormai poco utili, aprendo le trattative di vendita con i privati, ma per quella di Santa Sabina nessun acquirente si fece mai avanti, per cui l’antica costruzione rimase abbandonata per anni ed anni.

Solo nel 1915, dopo una fase che aveva portato la torre alla rovina, l’ammiraglio Alfredo Dentice di Frasso acquistò dallo Stato la struttura e la fece restaurare da un famoso ingegnere leccese.

Al contrario del suo ascendente, invece, il conte Luigi Dentice di Frasso la vendette ad altri privati, (famiglia Russo) i quali tuttora risultano proprietari.

    

Sito di riferimento: Torre Santa Sabina

  

 

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