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PALO DEL COLLE, PALAZZO FILOMARINO

testi e foto a cura di Luigi Bressan

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Palazzo Filomarino, costruito sul sito di un castello di età sveva. In basso, la facciata anteriore (foto Carlo Longo de Bellis).

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Palo del Colle  Palo del Colle

 

La località  Palazzo Filomarino, veduta frontale  Il Palazzo e la piazza in un'immagine d'epoca  Particolare dell'androne che immette nel cortile interno

 

Palazzo Filomarino: ingresso con stemmi nobiliari  Cortile interno: parete sovrastante l'androne  Cortile interno: visibili antiche strutture  Cortile interno, con antiche strutture  Parte superiore esterna (destra) del palazzo    Lapide che ricorda il nome del costruttore dell'edificio castellare  Stemma dei Filomarino  Stemma dei Filomarino


       


Epoca: XIII secolo la struttura medievale; XVIII secolo il Palazzo.

Conservazione: resti del castello medievale; in restauro parziale il Palazzo.

Come arrivarci: strada  96 Bari-Altamura, a circa 19 Km. a S-O dal capoluogo pugliese.

   

Cenni storici.

Il palazzo settecentesco dei Filomarino ingloba i resti di un castello di tarda età sveva costruito, nel 1255, dall’architetto cipriota Americo. Attualmente è in fase di restauro nella parte interna.


Approfondimento (2011)

«Il Palazzo Filomarinosorge sulla piazza centrale di Palo del Colle, un edificio monumentale, in stile neoclassico costruito, alla fine del XVIII secolo su ordine del principe Gianbattista Filomarino, proprietario del feudo di Palo a partire dal 1774. Il Palazzo sorge sull’area del Castello di epoca federiciana e ne ingloba la parte che era ancora recuperabile; passato in eredità al figlio di Gianbattista, Giacomo, il Palazzo rimase incompiuto nella parte sud occidentale per il sopraggiungere dei moti rivoluzionari che nel XIX secolo sancirono la fine della feudalità. La prima descrizione del Palazzo, dettagliata ed analitica, si deve al Sovrintendente alle Opere di Antichità e d’Arte per la Puglia, Arch. Quagliati, che il 15 novembre 1927 registrò il suo studio sul Palazzo in una Nota giunta fino a noi quale fonte maggiore per un’analisi storica dell’edificio. Nella Nota si dice che l’intervento di costruzione del Palazzo ad opera del principe stravolse radicalmente l’antico impianto del Castello Svevo, rendendo difficile, se non impossibile, una ricostruzione grafica dello stesso. Con attenta puntualità Quagliati elenca gli elementi medievali della costruzione, inglobati nella nuova fabbrica e tutt’oggi leggibili, ed evidenzia gli interventi successivi alla costruzione con l’invito ai futuri proprietari a preservarne la composizione. Nell’ultimo secolo il Palazzo non ha subito eccessive manomissioni, tanto che resta tuttora valida la descrizione del Quagliati riportata nella già citata nota: “Il prospetto principale del Palazzo raggiunge notevole altezza, al centro, coi due ordini di paraste doriche sovrapposte, a tre piani di finestre, e queste si adornano di tabernacolo con frontone orizzontale nel primo ordine e circolare nel secondo, mentre sono semplicemente riquadrate nel terzo. Al centro in basso si apre il portale d’ingresso ad arco di tutto sesto, sormontato dallo stemma dei Filomarino. Tali membrature costituiscono la monumentalità architettonica settecentesca del grande edificio…Ai lati della facciata sono due corpi di fabbrica di sezione quadrata, sporgenti in guisa di torri, ad un solo piano, che continua anche sui fianchi. Posteriormente invece si trovano addossate al palazzo costruzione di tempi moderni”. Sfortunatamente non si hanno notizie attendibili sull’esatta data di costruzione del Palazzo: elementi utili alla datazione possono essere recuperati dalla lastra di pietra posta sotto lo stemma e dalla scritta riportata sull’altare maggiore donato dal Principe Filomarino alla Chiesa matrice e consacrato il 10 febbraio del 1793. Nessuna fonte registra il nome dell’architetto del Palazzo, che resta pertanto ignoto».

http://fabrica.ba.cnr.it/ita/index.php?id=progetto&id2=casi_di_studio&id3=palazzo_filomarino&pag=02


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    ©2002 Luigi Bressan; aggiornamento 2012. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda. La foto di Carlo Longo de Bellis è tratta dal sito www.nobili-napoletani.it

            


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