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GIOIA DEL COLLE, CASTELLO

a cura di Luigi Bressan

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Il castello normanno-svevo nella foto tratta dal sito apuliaturistica.it. In basso, il castello nelle foto di Gianni Zanni.

 

 

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Gioia del Colle  Gioia del Colle

 

Il castello visto dall'alto  Pianta  Facciata sud con a destra la torre dell'Imperatrice Le due torri; in primo piano quella detta De Rossi, sullo sfondo quella dell'Imperatrice  Vari tipi di finestre sul lato sud della torre dell'Imperatrice  Il bugnato a bauletto

Facciata ovest del castello e torre De Rossi  Particolari della parte superiore della torre dell'Imperatrice visti da ovest  Caditoia a due canne sovrastante l'ingresso ovest  Ingresso lato ovest: arco ogivato  Facciata ovest, torre De Rossi  Interno  Il cortile

Lato sud del cortile con  bifora architravata, una trifora e una monofora  Lato ovest del cortile interno con arcone ogivale  Lato ovest del cortile con scalinata  Lato est del cortile interno: bifora ogivale  La sala adibita a Museo Archeologico  La cosiddetta Sala del Trono  Particolari: a sinistra il "trono", a destra un camino


 


Epoca: XI-XIII secolo (forse su precedente struttura di età bizantina)

Conservazione: a seguito di recenti restauri, appare in buone condizioni; ospita il Museo Archeologico e la Biblioteca Comunale.

Come arrivarci: da Bari, percorrendo la strada statale 100 verso Taranto per circa  40 Km.

   

Cenni storici.

Costruito su più antiche strutture probabilmente in epoca normanna, secondo una dubbia tradizione da Riccardo Siniscalco, il castello fu ampiamente ristrutturato intorno al 1230 da Federico II e, successivamente, da Angioini ed Aragonesi. Tra il XVII ed il XIX secolo fu soggetto a profonde trasformazioni da parte delle famiglie gentilizie che vi ebbero dimora: Acquaviva d'Aragona, De Mari, Caracciolo.

Ha pianta rettangolare; sul lato meridionale spiccano due alte torri quadrate non allineate alla cortina e caratterizzate dal bugnato a bauletto in carparo rosso, l'una che prende il nome dalla famiglia De Rossi, l'altra che è detta dell'Imperatrice, in onore dell'ultima moglie di Federico II, Bianca Lancia, che vi sarebbe stata relegata perché sospetta di tradimento. Notoriamente frutto di un restauro fantasioso impostato su un'immagine stereotipa del Medioevo, agli inizi del Novecento, sono la scala d'accesso rinascimentale e le finestre gotiche del cortile, la cosiddetta "sala del Trono", i camini e altre parti dell'edificio.


Approfondimento (2011)

«Il Castello di Gioia del Colle è una struttura di pianta trapezoidale che presenta quattro torri quadrangolari costruite in epoche differenti. Nell’attuale castello, rimaneggiato più volte, nulla è rimasto della antica fortezza bizantina. La prima riedificazione dopo la conquista normanna dell’Italia meridionale è da attribuire a Riccardo Siniscalco, fratello di Roberto il Guiscardo. Il castello è legato al nome dell’Imperatore Federico II di Svevia che lo ristrutturò di ritorno dalle Crociate e vi soggiornò in vita e in morte. Qui infatti sostò la sua salma dopo che la morte l’aveva colto nel 1250 nelle vicinanze di Foggia, durante il suo ultimo viaggio per essere tumulato all’interno della Cattedrale di Palermo dove riposano anche i suoi avi. Qui l’Imperatore, il Puer Apuliae, aveva soggiornato diverse volte. Secondo una leggenda Federico II fece rinchiudere all’interno del castello una donna che gli era stata molto vicina: la Dama piemontese Bianca Lancia. La storia ufficiale non ha mai chiarito definitivamente se abbia o no sposato Bianca, ciò che sappiamo è che Bianca ebbe da lui alcuni figli fra cui il celebre Manfredi che erediterà il trono di Sicilia. La leggenda narra dell’Imperatore, che accortosi della gravidanza, roso di gelosia fece gettare la giovane dama in una prigione ricavata sotto la torre detta appunto della regina. Qui bianca fece nascere Manfredi, qui in preda alla disperazione per essere stata accusata di infedeltà si recise i seni, che inviò su di un vassoio d’argento all’Imperatore insieme al suo bambino la cui straordinaria somiglianza fisica (e successivamente caratteriale) con il padre, convinse Federico dell’ingiustizia della sua accusa. Nella cella di Bianca, sono stati scolpiti due seni a bassorilievo per ricordare l’accaduto. Da questa leggenda proviene la seconda spiegazione sull’origine del nome del comune, interessante, ma poco fondata: Gioia deriverebbe dai gioielli persi e sparpagliate dalla regina sul colle al momento dell’arresto: “gioie per il colle” da cui “Gioia del Colle”. Il castello è oggi un luogo estremamente affascinante, grazie anche all’aggiunta di elementi d’arredo in stile medievale quali camini e sedili, decori e camminamenti sicuramente posticci ma eseguiti con gusto e abilità durante i restauri eseguiti fra il 1907 e il 1909. Le due torri angolari, per quanto molto simili sono di epoche diverse, sono caratterizzate da un bellissimo bugnato di carparo rosso, incorniciato dall’uso di pietra bianca calcarea agli spigoli e intorno alle aperture. L’intero piano terra è occupato per buona parte dal Museo Nazionale Archeologico. Gli oggetti qui esposti derivano in buona parte dal Parco Archeologico di Monte Sannace, una interessante zona archeologia a meno di 10km dal centro abitato in direzione Putignano. Si tratta sicuramente di un grande centro abitato che raggiunse il suo apice (vi sono i resti di ben cinque cinte murarie) fra il VI e III secolo a.c. Resta purtroppo ignoto l’antico nome della città, sicuramente uno dei centri più importanti dell’antica Peucetia».

http://castelli.qviaggi.it/italia/puglia/castello-di-gioia-del-colle/


   

 

   

©2003 Luigi Bressan; aggiornamento 2013. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

   


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