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ROVASENDA, CASTELLO

a cura di Glenda Bollone e Federica Sesia

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Il cortile interno del castello; sullo sfondo la torre.

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Rovasenda  Rovasenda  Come arrivare

 

Panorama  Veduta aerea del castello

 

La torre vista dalla piazza della chiesa  L'arco dell'ingresso al cortile  La torre, alta 48 metri, è stata costruita nel 1459  La torre  Particolare della torre  La torre


 

 


Epoca: XII secolo.

Conservazione: il castello è proprietà privata, ma è possibile visitarlo.

Come arrivarci: con l'autostrada Torino-Milano, uscita Greggio.

  

Cenni storici

Nel territorio Vercellese, che per molti secoli è stato sotto la giurisdizione di un potente vescovato, sorsero alcuni interessanti esempi di fortificazioni e castelli come l'articolato complesso di Quinto Vercellese con le sue numerose torri e i siti di Santhià e Rovasenda.

Il castello di Rovasenda si distingue come il più notevole dell'intera area.

Il documento ufficiale dove compare per la prima volta il nome di Rovasenda è il diploma con cui il re Carlo Il Grosso, discendente di Carlo Magno, conferma, nell'882, al vescovo di Vercelli, Luitvardo, il possesso del territorio vercellese.

L'atto, tra l'altro, dice: «...confirmamus totam silvam Rovaxindam pertinentem ad plebem S. Laurentii» (cioè alla pieve di San Lorenzo di Gattinara).

Il paese però non si trovava nella posizione attuale, ma sulle rive del torrente Marchiazza, in località "Pievanasco".

La signoria dei Rovasenda ha inizio nel 965, quando Ingone, vescovo di Vercelli concede in feudo a Aimone, conte di Vercelli, il territorio coperto per la maggior parte dalla silva Rovaxinda.

La costruzione della roccaforte di Rovasenda si deve ai successori di Giovanni Biandrate il primo signore di Rovasenda; il figlio, Alberto, all'incirca nel 1170 diede inizio ai lavori in un'area vicina al borgo preesistente ma più elevata al fine di dominare il territorio circostante

Il Castello nasce per scopi militari ma ben presto diviene il centro catalizzatore delle attività economiche e agricole della zona.

Durante le lotte tra ghibellini e guelfi anche i signori di Rovasenda vengono coinvolti e soprattutto si distingue Giovanni di Rovasenda, di parte guelfa, che resistette fino all'ultimo agli assalti di Gherardino Spinola al soldo dei Visconti.

Nel 1355 Rovasenda diventa confederata coi Marchesi del Monferrato; questo è anche il periodo in cui la Casata dei Savoia inizia la sua ascesa come nuova potenza egemone del territorio.

Nei primi anni del 1400 tutte le terre del vercellese sono assoggettate al dominio sabaudo, solo il feudo di Rovasenda resiste non intendendo passare sotto i i Savoia.

Nel 1413, però, dopo che Amedeo VIII di Savoia pone sotto assedio il castello, anche i signori di Rovasenda sono costretti a cedere e si sottomettono.

Il castello nel corso dei secoli subì numerose trasformazioni e ampliamenti: tra queste la più significativa è l'edificazione della torre, alta 48 metri.

Costruita nel 1459 per volere di Alberto di Rovasenda, questa torre è uno degli esempi più importanti del vercellese; essa poggia su un unico arco, mentre il terrazzo dell'ultimo piano è aggettante sulle pareti esterne, per lasciar posto ad una corona di caditoie quadre, undici per ogni lato.

Contemporaneamente sul lato nord, attigua alla torre, è stata costruita anche un'ala fortificata, che presenta lo stesso stile architettonico con i merloni sostenuti da barbacani in pietra, sporgenti sul muro sottostante per l'apertura di caditoie quadre.

Il castello infine fu ancora protagonista durante le lotte tra gli spagnoli e Carlo Emanuele I di Savoia: infatti venne messo sotto assedio e subì anche gravi danni alle strutture.

 

Per saperne di più:

Comune di Rovasenda, piazza Libertà 1.

   

    

 

©2001-2015 Glenda Bollone e Federica Sesia. I video (inseriti nel luglio 2015) non sono stati realizzati dagli autori della scheda.

   


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