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GAMBATESA, CASTELLO DEI DI CAPUA

a c. di M. M. - aggiornamento a c. di Francesco Lombardo di San Chirico

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La facciata anteriore del castello.

 

 

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Gambatesa  Gambatesa


      


Epoca: già castello-residenza feudale, trasformato nel secolo XVI in castello-palazzo rinascimentale.

Conservazione: buona.

Come arrivarci: da Campobasso verso Foggia, statale 517, svincolo per Gambatesa.

     

Cenni storici.  

Il castello, posto sull'altura del colle Serrone, al centro del quartiere storico, in direzione nord, domina la valle del Tappino verso la quale protende le sue torri angolari a base quadrangolare. Nel corso degli anni ha subito varie trasformazioni. Da castello fortilizio a castello-residenza feudale in epoca medievale, fu trasformato, nel secolo XVI, in castello-palazzo rinascimentale dalla famiglia feudataria dei Di Capua. Fu realizzato sul versante nord un corpo di fabbrica che, chiudendo le due ali preesistenti, inglobò il nucleo originario; il castello fu modificato nella divisione degli spazi interni e le facciate si arricchirono di nuove aperture con pregevoli incorniciature in pietra. La continuità di "sede-residenza" lo ha preservato dal degrado cui sono andati incontro diversi castelli e fortezze del Molise. Sono ben visibili l'originaria struttura medievale di forma quadrata con la merlatura guelfa sul lato sud-ovest, e le torri angolari in direzione nord-est, mentre sono di stile rinascimentale il portale bugnato, le finestre e la loggetta con tre archi a tutto sesto che si aprono sulla facciata nord-ovest aggiunta nel XV-XVI secolo.

L'interno si presenta oggi, dopo i recenti restauri, come una pregevole pinacoteca per l'abbondanza di affreschi, eseguiti da Donato di Copertino detto anche decumbertino, e discepoli nel 1550 su commissione di Vincenzo I Di Capua, duca di Termoli e conte di Gambatesa. Espressione del manierismo cinquecentesco, il ciclo dei dipinti (raffigurante paesaggi, tendaggi, pergolati, scene mitologiche ed allegoriche) costituisce, nel suo insieme, una testimonianza di arte aulica di discreto livello artistico. Di particolare interesse, per il richiamo alla tradizione michelangiolesca e della scuola romana del XV secolo, sono le figure allegoriche della Carità, Fortezza, Prudenza e Giustizia.


Aggiornamento (a cura di Francesco Lombardo di San Chirico):

Il feudo di Gambatesa con il castello fu venduto dai di Capua nel 1586 al barone di Roseto don Ferrante Lombardo, già barone di Troia, che nel 1592 ottenne dal re Filippo di Spagna il titolo di conte sul feudo di Gambatesa, che trasmise alla sua morte nel 1594 al figlio Brunoro. Quest'ultimo a sua volta lo trasmise nel 1601 alla unica figlia Francesca Lombardo, la quale morendo nel 1666 lasciò erede del titolo e del feudo il figlio Ferdinando Mendoza d'Alarcon. 

Gambatesa fu venduta dai Mendoza nel 1700 ai marchesi di Pietracatella Ceva Grimaldi, che possedettero il feudo come baroni fino all'abolizione della feudalità. I Lombardo furono i primi ad ottenere il titolo di conte sul feudo di Gambatesa; tale titolo rimase legato al possesso del feudo sino al 1700, passando per eredità in casa Mendoza d'Alarcon poi Caracciolo di Torella (odierni conti di Gambatesa), mentre il feudo veniva appunto in possesso dei Ceva Grimaldi.

   

    

    

© M.M. (e F. Lombardo di San Chirico per l'aggiornamento). Le foto sono tratte da siti internet. I filmati (inseriti nel 2013) non sono stati realizzati dagli autori della scheda.

    


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