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PIANELLO VAL TIDONE, ROCCA DI PIANELLO O DAL VERME

a cura di Pierluigi Bavagnoli

scheda    cenni storici


In primo piano il fortilizio primitivo con la torre (foto Badenchini). In basso, a sinistra: i segni della pusterla di accesso al torrione; a destra: vista dal lato del torrente, in primo piano il blocco più tardo eretto probabilmente tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400.

 

 

Particolare delle volte in pietra  I sotterranei del blocco tardomedievale, con la grande volta in laterizio


Epoca: XIII-XV secolo.

Stato di conservazione: buona.

Posizione: piazza Umberto I nel capoluogo. Coordinate : 44º 56’ 54” N - 9º 24’ 18” E.

Come arrivarci: da Piacenza dista 33 km: imboccare la SP11 fino Borgonovo, quindi immettersi sulla SS412 a sinistra per Pianello V.T. che si raggiunge dopo circa 9 km.

       

Cenni storici

Molto scarsa è la documentazione storica su Pianello Val Tidone in età medievale; si suppone che fosse, nei primi secoli del secondo millennio, pertinenza di Rocca d’Olgisio, potente feudo dell’Appennino occidentale di cui era forse presidio di valle, posto com’è sulla riva destra del torrente Tidone.

Certo, in quel tempo esisteva solo un fortilizio a base quadrata munito di una torre, così come ancora si distingue nel complesso fortificato giunto sino a noi. Nella seconda metà del XIV secolo il Duca di Milano infeuda di ampi territori in Val Tidone il capitano Jacopo Dal Verme (†1409). Questa famiglia, di origini veronesi, si occuperà della ristrutturazione e dell’ampliamento di numerosi castelli della zona, da Zavattarello a Borgonovo, da Rocca d’Olgisio a Pianello.

Il fortilizio primitivo poggia su due volte a botte costruite in pietra, ha un perimetro quadrato con lato di circa undici metri ed è sostenuto da possenti mura che misurano alla base circa un metro e mezzo di spessore. È da queste mura che gli abitanti di Pianello avranno probabilmente tentato di difendersi prima dalle truppe dello Svevo Federico I Barbarossa (1164), poi da quelle di re Enzo (1244), figlio dello Svevo Federico II.

L’ampliamento tardomedievale della rocca, attribuito a Jacopo Dal Verme, avviene con l’edificazione di un corpo di fabbrica più grande, fuori asse rispetto al blocco primitivo, forse per adeguarsi alla morfologia del terreno sull’argine del torrente. Contestualmente intorno, prende forma il borgo fortificato, come evidenzia il voltone di accesso alla piazza.

La rocca, restaurata negli anni ’90, è sede del Comune e del Museo Archeologico della Val Tidone, sito nelle sale ricavate nei sotterranei e di un ostello per la gioventù al piano più alto.

  

Per altre informazioni:

www.archeomuseovaltidone.it - http://nuke.valtidoneluretta.it/

    

   

© 2011 Pierluigi Bavagnoli

    


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