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di Lawrence M.F. Sudbury

  

Orda turcaTrattando dei popoli asiatici, si è spesso avuto modo di menzionare le loro origine "turca" o, per meglio dire, "turcica". E' ora il caso , però, di soffermarci brevemente sul significato di questo termine e sulla storia generale del gruppo etnico che esso designa, per poi concentrarsi sull'unica nazione che si identifichi oggi con tale popolo, a lungo signore di tutta l'Asia centro-orientale.
La prima menzione conosciuta del termine "turco" applicato ad un gruppo etnico si trova in riferimento ai "Göktürks" nel VI secolo, in una lettera di un imperatore cinese a "Ishbara, Gran Khan dei Turchi" datata 585 d.C. Evidentemente il termine doveva essere di uso comune se lo ritroviamo nelle "Iscrizioni Orhun" del 735 d.C. ma ciò non significa che in precedenza il popolo poi chiamato "turco" non fosse conosciuto. Anzi, appare di tutta evidenza che, sulla base degli studi sulle affinità linguistiche, l'imperatore si riferisse alla stessa popolazione precedentemente conosciuta come Tu-Kiu, che appare nelle cronache cinesi già addirittura dal 1328 a.C. [1]
Secondo Mahmud di Kashgar, uno studioso turco  dell'XI secolo, e vari altri studiosi e storici islamici successivi il nome "turco" deriva da Tur, uno dei figli di Jafet, e viene dalla stessa stirpe dei "Gomer" (Cimmeri) e degli "Ashkenaz" (Sciti, Ishkuz) che, secondo la tradizione, sarebbero stati i primi Turchi. Certo, comunque, la situazione è confusa dal fatto che per millenni una lunga serie di riferimenti storici, a partire da Erodoto, ha mescolato i Turchi agli "Sciti di varie tribù, come Unno-Bulgari, Avari, Turchi, Mongoli, Cazari, ecc.", tanto che ancora tra il 400 d.C. e il XVI secolo le fonti bizantine utilizzavano il nome "Σκΰθαι" in riferimento a dodici diversi popoli turchi [2].
E' necessario, dunque, fare un po' di chiarezza.

 
  • LE ORIGINI
     
lupoAl di là della origine mitica che i Turchi di varie aree danno al loro popolo, facendolo discendere da un eroe chiamato Alp Er Tunga, figlio di un lupo delle steppe siberiane, è generalmente accettato che i primi gruppi turchi vivessero in una regione che si estendeva dall'Asia centrale alla Siberia, con picchi di densità nelle aree dell'odierna Cina settentrionale [3]. In particolare i primi clan turchi etnicamente connotati apparvero alle periferie della confederazione tardo-Xiongnu (contemporanea ai cinesi della dinastia Han) ed è quindi praticamente certo che tribù area turcicaturche vivessero come nomadi per molti secoli prima di fondare l'Impero Göktürk nel VI secolo. Probabilmente si trattava di  pastori e nobili identificati come "cinesi" che erano alla ricerca di nuovi pascoli e nuove terre ricchezza. Si tratta, però, solo di ipotesi, dal momento che, come anticipato, leggiamo di un popolo turco (secondo la dizione cinese di uso odierno, cioè "Tujue") solo nel VI secolo quando l'imperatore chiede garanzie per il clan Ashina, migrato da Li-jien (moderno Zhelai Zhai), che intende spostarsi, per ragioni commerciali, nella zona dello Juan Juan e, dunque, si rivolge alla "dinastia prevalente" della zona chiedendo alleanza e protezione per i suoi sudditi [4]. Da alcuni testi coevi veniamo a sapere che le tribù di cui Ishbara, il destinatario della missiva imperiale, era leader era famosa solo per le sue capacità nella lavorazione dei metalli e che per questo era stata assegnata loro un'area che alfabeto uigurocomprendeva una enorme cava metallifera su una "montagna che sembrava un elmo" (e da qui, forse il loro nome cinese "tūjué" che significa appunto elmo). Un secolo dopo, il loro potere era aumentato in modo tale da permettere loro di conquistare l'intera area dello "Juan Juan" e costituire l'Impero Gök.
Probabilmente si trattava di una civiltà già discretamente evoluta, dal momento che possedeva alfabeti propri, come l'"Orkhon" e il "runiforme dello Jenisej", che diedero vita ad un alfabeto uiguro a sé stante: la più antica iscrizione è stata trovata nei pressi del fiume Issyk in Kirghizistan e contiene già i tradizionali simboli nazionali e culturali dei popoli turchi, quali i lupi,  il colore azzurro (il "turchese" della pietra usata come portafortuna contro il malocchio), il ferro e il fuoco [5].
È stato spesso suggerito che, in realtà, l'intero Xiongnu, di cui i documenti della Xiongnudinastia Han fanno spesso menzione, sia stato abitato da proto-turchi. Anche se poco si sa per certo sulla lingua Xiongnu, sembra probabile che almeno alcune tribù Xiongnu parlassero, in effetti, una lingua turco-altaica che alcuni studiosi vedono in possibile connessione con la lingua Sakas iranica ed è, dunque, possibile che, se anche non prevalenti, i Turchi facessero parte di un impero Xiongnu che doveva essere una confederazione di diversi gruppi etnici e linguistici . D'altra parte, la ricerca genetica a partire dal 2003 conferma  che il popolo turco abbia avuto origine nella moderna Cina nord-occidentale, confermando, così, l'"ipotesi Xiongnu". Inoltre, appare assodato che la scrittura turca fosse di derivazione dall'Orkhon, scrittura ancora usata unicamente nello Xiongnu, rinvenuta su tratti di arte rupestre nello Yinshan e Helanshan, databili dal IX millennio a.C. e consiste principalmente di segni incisi (petroglifi) e poche immagini dipinte.
Seguendo l'ipotesi Xiongnu, come altrove accennato potremmo arrivare a pensare che le orde unne di Attila che invasero e conquistarono gran parte dell'Europa nel V secolo fossero proprio turche dello Xiongnu e, effettivamente, gli studi linguistici di Otto Maenchen-Helfen sembrerebbero supportare questa ipotesi, anche se, in realtà, anche l'origine mongolica degli unni mantiene una sua consistenza, stante il fatto che certamente i confini etnici tra gruppi turchi e mongoli erano molto labili sulla base di aree nomadiche e di migrazione comuni [6].

 
  • LO SVILUPPO
     
gokturkCiò che è certo è che nel VI secolo, 400 anni dopo il crollo dell'impero Xiongnu in Asia centrale, la leadership dei popoli turchi venne presa in consegna dai Göktürks che, molto chiaramente, dalla confederazione nomadica Xiongnu avevano ereditato tradizioni ed esperienza amministrativa. Dal 552 al 745 d.C. la leadership dei Göktürk unì le tribù nomadi turche in un impero che fu il primo vero soggetto politico ad essere definito "turco". A differenza del suo predecessore Xiongnu, il Khanato Göktürk era governato da un khan "a tempo" sempre subordinato ad una autorità sovrana controllata da un consiglio dei capi tribali, mentre, dal punto di vista religioso, conservava numerosi elementi di una religione altaica d'origine sciamanica, il Tengrismo, pur avendo ricevuto missionari e monaci buddisti dai quali erano stati assorbiti numerosi elementi, fino a formare una sorta di culto sincretico. I Göktürks furono il primo popolo turco a scrivere in lingua vetero-turca, utilizzando, come accennato, l'Orkhon, una scrittura runica migrationsprecedente, e a raggiungere una situazione politica centralizzata e stabile che, però, non resse, verso la fine del VII secolo, a una serie di conflitti dinastici e tribali che determinarono la frantumazione dell'unità statale, creando sottogruppi che, pur riconoscendosi come turchi, avrebbero poi formato stati separati [7].
Poco dopo popolazioni turche e gruppi affini migrarono verso ovest dal Turkestan e da quella che ora è la Mongolia verso l'Europa orientale, l'altopiano iraniano e l'Anatolia a più ondate. La data di espansione iniziale rimane sconosciuto ma certamente la migrazione principale è avvenuta nel medioevo, quando i Turchi si diffusero nella maggior parte dell'Asia, in Europa e nel Medio Oriente.
Turkish soldiersDivisi in tribù a poco a poco sempre più distinte etnicamente (Avari, Karluks, Uiguri, Kirghisi, Oghuz, Turcomanni, etc.), i Turchi, nella loro migrazione, entrarono in contatto con i Musulmani e la maggior parte in un breve lasso di tempo adottò l'Islam, sebbene vi siano stati (e vi siano ancora) piccoli gruppi turchi appartenenti ad altre religioni, compresi cristiani, buddisti, ebrei (Cazari), e zoroastriani.
Dopo essere stati assoldati negli eserciti dei califfi abbasidi, i soldati turchi emerso ben presto come i governanti de facto di gran parte del Medio Oriente musulmano (a parte la Siria e l'Egitto), in particolare dopo il X secolo.
Gli Oghuz, con piccoli gruppi di altre tribù, catturarono e dominarono vari Paesi sotto la guida della dinastia selgiuchide e alla fine occuparono i territori della dinastia abbaside e l'Impero bizantino; nel frattempo, i Kirghizi e gli Uiguri stavano lottando fra di loro e con l'Impero cinese, fino a che i Kirghizi si stabilirono nella regione ora denominata Kirghizistan; i popoli tartari conquistarono i Bulgari del Volga in quello che è oggi Tatarstan, seguendo il cammino verso ovest dei Mongoli di Gengis Khan nel XII secolo; nel 1090-1091, i Peceneghi turchi raggiunsero le mura di Costantinopoli, dove l'imperatore Alessio I annientò il loro esercito: ovunque, in ogni caso, i gruppi  turchi si mescolarono con le popolazioni locali a vari livelli dando origine a varianti etniche distintive [8].
Particolarmente interessante in questo senso è il sub-gruppo che, a differenza degli Baburaltri, non si spostò verso occidente ma scese verso sud, arrivando a fondare l'Impero Mughal, un impero islamico che, nella sua massima estensione territoriale, tra XVI e XVIII secolo, comprese la maggior parte del subcontinente indiano, allora conosciuta come Hindustan, e parti di ciò che sono oggi l'Afghanistan e il Pakistan . La dinastia Mughal fu fondata da un principe turco di nome Babur Chagatai (che regnò dal 1526-1530), discendente del conquistatore turco Timur (Tamerlano) da parte di padre e da Chagatai, secondo figlio del sovrano mongolo Gengis Khan, da parte di madre: tale dinastia, dunque, non solo si contraddistinse  per la capacità dei suoi governanti, che mantennero il potere per sette generazioni, e per la sua organizzazione amministrativa ma anche per rappresentare, a partire come detto dalla sua famiglia regnante, un esempio di sintesi etno-culturale turco-mongolide che riuscì, anche dal punto di vista religioso, a sincretizzare e omogeneizzare popolazioni musulmane e indù [9].

 
  • UN SOLO STATO
     
Popolazioni turcheNonostante l'estensione territoriale della loro penetrazione verso l'Asia occidentale, i Turchi finirono per creare un solo grande stato duraturo: l'Impero Ottomano in Anatolia. La migrazione verso il Paese oggi da loro chiamato Turchia si verificò durante la fase principale di spostamento verso occidente, allorché la cultura turca, confinata fino al VI secolo d.C. ad una regione relativamente piccola si espanse, fino al XIII secolo, su vasta scala in tutta l'Asia centrale, il Turkestan, a nord del Mar Nero, in Anatolia, in Iran e nell'Europa orientale. I maggiori protagonisti di questi sviluppi furono i Turchi Oghuz, poi definiti, dopo la conversione all'Islam, Turcomanni: essi furono i primi a muoversi in massa verso l'Anatolia occidentale, spinti dall'invasione mongolica di Transoxiana, Iran, Azerbaigian e Anatolia orientale. Al loro interno particolare preponderanza ebbe la tribu dei Selgiuchidi che nel 1037 era entrata in Persia e aveva stabilito un primo grande stato detto dei "Grandi Selgiuchidi", aveva catturato Baghdad nel 1055 e con un piccolo contingente di guerrieri (circa 5.000 secondo alcune stime) aveva già dato luogo ad una prima penetrazione in Anatolia orientale.
Medio Oriente alla vigilia di ManzikertNel 1071, i Selgiuchidi, sempre più pressati da altri popoli orientali, ingaggiarono battaglia con gli eserciti dell'impero bizantino a Manzikert (Malazgirt), a nord del lago Van e, sebbene i Bizantini sperimentassero perdite minori, con la cattura dell'imperatore Romano IV Diogene nel corso dei combattimenti si aprì una fase di lotte dinastiche all'interno dell'Impero che permise ai Turchi di acquistare il controllo della parte centrale dell'Anatolia e di espandersi fino in Europa: essi fondarono la loro capitale a Konya e crearono quello che sarebbe stato conosciuto come il Sultanato Selgiuchide di Rum.
Il successo dei Turchi stimolò una risposta da parte dell'Europa latina con la prima crociata: una controffensiva lanciata nel 1097 dai Bizantini con l'aiuto dei crociati portò ai Selgiuchidi una sconfitta decisiva che, dopo alcuni anni Impero latinodi campagna, finì per restaurare il dominio bizantino nel terzo occidentale dell'Anatolia [10]. Anche se una controffensiva turca nel 1140 annullò gran parte dei guadagni cristiani, il danno maggiore alla sicurezza bizantina derivò dalle lotte dinastiche a Costantinopoli, a cui presero parte i contingenti in gran parte francesi della Quarta Crociata e i loro alleati veneziani: nel 1204, i crociati conquistarono Costantinopoli e installarono il conte Baldovino di Fiandra nella capitale bizantina come imperatore del cosiddetto "Impero latino di Costantinopoli", smembrando il vecchio regno in piccoli stati cuscinetto affidati a signori europei che tentarono di trapiantarvi le  istituzioni feudali, mentre piccoli regni indipendenti greci restavano solo a Nicea (oggi Iznik), Trebisonda (oggi Trabzon), e in Epiro. Proprio con questi regni greci i Turchi si allearono sia contro i Latini che contro i Mongoli e, nel 1261, Michele Paleologo di Nicea, supportato da truppe selgiuchide, riuscì a cacciare i Latini da Costantinopoli e a restaurare un impero bizantino che, di fatto, era comunque una sorta di para-protettorato turco.
Area selgiuchideNel frattempo lo stato dei Grandi Selgiuchidi era sopravvissuto lungo tutto il XIII secolo come vassallo dell'impero mongolo, che aveva sottomesso il califfato abbaside di Baghdad, e quando l'influenza mongola nella regione scomparve, intorno al 1330 circa, si lasciò dietro una serie di  emirati in competizione per la supremazia: dalle condizioni caotiche che prevalevano in tutto il Medio Oriente, però, un nuovo potere stava emergendo in Anatolia, quello dei Turchi Ottomani. Come tutto il resto dell'area asiatica occidentale l'Anatolia orientale era stata amministrata da governatori militari mongoli e, in seguito, si era frammentata in diverse piccole regioni sotto il dominio di "beilikati" (Principati)  diversi e, alla fine, il principato ottomano che è stato Osman Iistituito nel Eskişehir, Bilecik e nell'area di Bursa riuscì a soggiogare gli altri principati e a restaurare l'unità politica in gran parte dell'Anatolia, raggiungendo, in seguito, il suo apice politico nel XVI secolo, allorché arrivò a dominare su tre continenti (sud-est Europa, Medio Oriente e nord Africa): nel XIII secolo Gazi Ertuğrul governava le terre intorno Sogut, una città tra Bursa e Eskisehir ma alla sua morte nel 1281, suo figlio, Osman I Kara ("il Nero", così conosciuto per il suo coraggio), da cui la dinastia e l'Impero Ottomano presero il nome, estese il proprio territorio di 16.000 chilometri quadrati, fino ai bordi dell'Impero Bizantino, dando  forma al primo sviluppo politico dello Stato e spostando la capitale ottomana a Bursa.
Nel 1452 gli Ottomani controllavano quasi tutte le ex terre bizantine tranne Costantinopoli ma il 29 maggio 1453 Mehmed il Conquistatore catturò la città dopo un assedio di 53 giorni e la proclamò nuova capitale del suo impero ottomano, dando inizio ad un'epoca di splendore che durò quattro secoli, fino alla rivoluzione repubblicana del 1923 [11].

  

NOTE:
(1) H. Pope, Sons of the Conquerors: The Rise of the Turkic World, Overlook Hardcover 2005, pp. 38 ss.
(2) Ivi.

(3) J.R. Krueger, The Turkic Peoples (Uralic and Altaic), Routledge 1997, pp. 23-44.
(4) H. Pope, citato, p. 21.
(5) C. Vaughn Findley, The Turks in World History, Oxford University Press 2004, pp. 47 ss.
(6) F.P. Miller, A.F. Vandome, J. McBrewster, Xiongnu, Alphascript Publishing 2009, passim.
(7) P.B. Golden, An introduction to the history of the Turkic peoples: Ethnogenesis and state-formation in medieval and early modern Eurasia and the Middle East, O. Harrassowitz 1992, pp. 36 ss.
(8) Ivi, pp. 42-97 passim.

(9) C. Vaughn Findley, citato, pp. 84 ss.
(10) J. Goodwin, Lords of the Horizons: A History of the Ottoman Empire, Picador 2003, passim.
(11) C. Finkel, Osman's Dream: The History of the Ottoman Empire, Basic Books 2007 , passim.
    
     

          

©2011 Lawrence M.F. Sudbury

   


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