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Antonio Fornaro

 

Il Medioevo tarantino tra armigeri, musica e banchetti

 

Il convegno organizzato da "I Cavalieri de li Terre Tarentine" e dalla Sezione di Taranto della Società di Storia Patria per la Puglia

   

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Ha riscosso un grosso successo partecipativo e di interesse il 1° Convegno su "Il Medioevo a Taranto" (secoli XI –XV) che si è tenuto ieri [24 giugno 2007] per l'intera durata della giornata nell'incantevole struttura dell'Histò di San Pietro sul mar Piccolo che ha fatto da degna cornice ad un Convegno che ha offerto insieme alle informazioni culturali sul tema anche il piacere di trascorrere davvero una domenica bella, interessante e diversa agli oltre 150 partecipanti. A loro è stato offerto un vero proprio spaccato di vita e di cultura medievale attraverso le relazioni storiche, le dimostrazioni tecniche e tattiche di combattimento, attraverso le atmosfere medievali offerte dal concerto con musica medievale di Francesco Banchini, ma anche attraverso altro, come l'esposizione di riproduzioni di armi e armature dei secoli XI-XV e il banchetto medievale di cui diremo più avanti. Il convegno è stato organizzato da "I Cavalieri de li Terre Tarentine" in collaborazione con la sezione tarantina della Società di Storia Patria per la Puglia.

I lavori sono stati introdotti dal prof. Cosimo D'Angela. Sono proseguiti per tutta la prima parte della giornata con le tre relazioni. La prof.ssa Federica Monteleone ha parlato della Taranto normanna, del principato e delle condizioni di vita dei tarantini dell'epoca, il prof. Gianluca Lovreglio ha parlato della Taranto sveva, soffermandosi sulle cinque visite effettuate a Taranto da Federico II e della sua istituzione della grande fiera nella città jonica, dell'assetto urbanistico dell'epoca con riferimento ai pittagi e delle riparazioni apportate al castello. Della Taranto Angioina e delle istituzioni civiche del 1300 a Taranto ha parlato la prof.ssa Anna Airò. Sempre in mattinata ci sono state le prime dimostrazioni pratiche di combattimento a cura dell'Associazione "I Cavalieri de li Terre Trentine" del presidente prof. Vito Maglie, associazione nata nel 2005.

Il Convegno si è tenuto all'interno della ristrutturata basilica di San Pietro sul mar Piccolo. Alle 13,00, sotto l'esperta consulenza della collega Antonella Millarte, sommelier diplomata e autrice di vari libri di enogastronomia di rilievo nazionale, rigorosamente vestita in abiti d'epoca, i ristoratori della struttura ospitante hanno servito il banchetto medievale realizzato dallo chef Antonio Gentile. Si è iniziato con la torta di re Manfredi, un pasticcio di carne con insalatina e noci, accompagnata dal vino "Calice" Salento bianco. Subito dopo è stata la volta dei raviolini bianchi con formaggio e spezie serviti in forma di pane con lo stesso vino di prima. A metà banchetto è stato servito il maialetto arrotolato al forno a legna con trito di bietole e spinaci agli odori accompagnato dal vino "Memoria" primitivo di Manduria. E, come in tutti i banchetti di rispetto, è stata servita la torta bianca con pere al vino rosso e cannella con il vino dolce naturale "Madrigale" primitivo di Manduria. In sala i piatti e i vini sono stati illustrati da Antonella Millarte. Veramente un banchetto da dieci e lode.

Nella seconda parte del convegno il prof. Domenico Caragnano ha relazionato sulla civiltà rupestre e la prof.ssa Silvia De Vitis sulla cultura materiale. A conclusione del convegno nell'ampio cortile della struttura si è svolto il combattimento tra due schiere di cavalieri e sono state proposte interessanti atmosfere medievali con musica medievale di Francesco Banchini. Alle proposte culturali degli organizzatori del Convegno ha fatto da degnissima e straordinaria cornice l'elegantissimo Histò Relais Culti che ha riportato dopo anni di lavori all'antico splendore la masseria San Pietro e Andrea sul mar Piccolo che si trova a circa un km. dal convento Battendieri. Il toponimo appare per la prima volta nel 1392 e il complesso viene chiamato San Pietro di Mutata. Nel 1536 la masseria denominata San Pietro e Andrea di Mutata viene data in enfiteusi perpetua al nobile Marco Guala Marrese. Nel Catasto Onciario del 1746 si legge che la masseria disponeva di 456 tomoli di terre seminative, di 2500 alberi di olivo, di mille tomoli di terre a macchia, di abitazioni per i nobili, per i coloni, oltre alla chiesa e ad altri edifici. Sembra che la masseria sia sorta sui ruderi di una villa di età romana e che nella stessa zona sia stato presente San Pietro nella sua sosta a Taranto, infatti si legge che il santo battezzò i fedeli nel giardino del signore del luogo. Oggi la struttura è diventata ristorante e albergo di lusso.

Antonio Fornaro

   

 
 
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da "TarantoSera" del 25/06/2007; segnalato da Gianluca Lovreglio

 

  

 

 

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