Sei in: Mondi medievali ® REC - Recensioni Elzeviri Commenti



LA CASA EDITRICE

Lucia Lopriore, Aristocratici napoletani tra Capitanata e Valle d’Itria: i duchi di Sangro, Edizioni del Rosone, Foggia 2007.

iLa storia della famiglia de' Sangro dalle origini ai nostri giorni e le notizie relative all'acquisto del feudo di Orta di Capitanata evidenziano l'intreccio storico su uno spaccato di vita che congiunge Microstoria e Macrostoria. In appendice il commento storico-artistico sui dipinti del cinquecentesco palazzo napoletano dei di Sangro, a firma della storica dell'arte Colomba Masotti.

NEL SITO:
I conti de’ Marsi in Puglia
Architetture di Orta fra '700 e '900
Architetture funerarie di Orta Nova
Jus Patronatus del duca de’ Sangro sulla chiesa di Santa Maria delle Grazie in Orta di Capitanata
Ragion pastorale, ragion di stato

ALFONSO PALOMBA

 

 Lungo i sentieri della memoria con  i duchi di Sangro

   

è in libreria il nuovo volume di Lucia Lopriore

   

    

Fedele ad un appuntamento divenuto ormai «ciclico» con gli studiosi e con il suo pubblico di «affezionati» è ritornata in libreria Lucia Lopriore con un libro interessante, che può essere considerato un vero e proprio unicum nel panorama degli studi condotti sulla "storia locale".  

Il libro, infatti, - Aristocratici napoletani tra Capitanata e Valle d’Itria: i duchi di Sangro, Foggia, Edizioni del Rosone, 2007 - appartiene al filone della ricerca genealogica ed è caratterizzato da uno straordinario rigore filologico che ricorda la migliore tradizione erudita di ascendenza positivistica. «Racconta» cioè Lucia Lopriore la storia familiare dei duchi di Sangro, a partire da Rinaldo I, morto nel 1248 - terminus a quo la genealogia diventa più sicura rispetto a quella incerta che ha inizio con Oderisio (1093) - fino in nostri giorni, ma ha l’autrice anche il grande merito di saper superare i rischi del municipalismo storiografico di vecchio stampo, restituendo del passato un'immagine a più dimensioni, in una sorta di spirale, che ad ogni voluta tocca punti sempre più lontani dal proprio centro, eppure sempre ad esso tenacemente legati.

Così l'impianto genealogico del libro si arricchisce di una molteplicità di aspetti, che vanno dall'architettura dei palazzi abitati nel tempo dai duchi di Sangro alla pittura, dai risvolti familiari alle istituzioni e alle problematiche sociali e politiche del regno di Napoli e dei Borbone: tutti elementi di grande rilevanza culturale e storica che confluiscono, armonicamente nell'ordito dei libro e che rendono prezioso il saggio di Lucia Lopriore, che apre in questo modo un nuovo filone di ricerca. all'interno della linea tracciata nel dopoguerra da Luigi Dal Pane che invitava i giovani storici a consultare le fonti ancora rimaste inesplorate.

Lucia Lopriore ha seguito tale consiglio e per 7 anni ha consultato, da ricercatrice sofisticata com'è, archivi privati e statali e documenti di vario genere, ha sentito direttamente testimoni privilegiati contemporanei e ha fatto emergere dattiloscritti rimasti nel cassetto per poter «confezionare» il suo libro sulla storia familiare dei duchi di Sangro, che ha il sapore delle «cose belle» vissute dall’autrice con lo spirito di  un’avventura significativa per unicità e significato.

Accanto all’«originalità» del libro - che inaugura a livello di studiosi locali un nuovo filone di ricerca; accanto alla «scientificità» dell'opera - caratterizzata da un rigore metodologico tale da spingere Lucia Lopriore ad un'incessante verifica critica e che la dice lunga sull’odissea sofferta a monte di questa pubblicazione - esiste – last but non least – un terzo elemento caratterizzante, quello di un ulteriore donum per la città di Ortanova, terra di nascita dell'autrice che oggi vive ed opera a Foggia.

«Ni te plus oculis meis amarem Ortanova!», sembra dire Lucia Lopriore, che in linea con le opere precedenti dedicate alta sua città natale (Ortanova tra 700 e ‘900, Storia urbanistica ed architettura, Foggia, Bastogi, 1999; Il camposanto di Ortanova, Genesi e sviluppo, Foggia, Bastogi, 2000) - continua con queste pagine ad aggiungere listelli importanti alla conoscenza delle «patrie cose», nella consapevolezza che senza la coscienza del passato non ci si può sentire né contemporanei né proiettati verso il diveniente e il possibile.

In questa logica - quella della storia locale come ricostruzione dell’identità di una comunità - Lucia Lopriore «racconta», con la puntualità che deriva solo dalla consultazione dei documenti originali, i legami intercorsi tra il duca don Nicola Maria de' Sangro e Orta di Capitanata, quando l'aristocratico napoletano acquistò il feudo nel 1795 ed ebbe il diritto di patronato sulle chiese locali (pp. 43 - 65).

Non è un'operazione di poco peso quella di Lucia Lopriore, perché non solo «Noi siamo il nostro passato» com'era scritto sul frontone della Scuola di Pitagora qualche millennio fa - ma soprattutto perché, per dirla con Cesare Pavese (La luna e i falò, Einaudi, Torino 1973), «Un paese ci vuole… » per far rifiorire la passione e l'amore per la città in cui viviamo la nostra storia, per far sì che essa sia sempre più vissuta ed amata e non solo abitata!

 

Alfonso Palomba

 
  NEL SITO ANCHE:
  Biblioteca. Proposte di lettura
  Microstorie
  Cinema e Medioevo
  Fonti del Medioevo on line
  Libridine medievale
  Links per la ricerca
  Pre-Testi
  LE ALTRE RUBRICHE
 
  Tutte le Università italiane
  Università.it
  Scuola-Università
  Tuttoscuola
 
  RaiNews24
  RadioOnLine
  TvOnLine
 
  QUOTIDIANI:
  Corriere della Sera
  Corriere del Mezzogiorno
  La Gazzetta del Mezzogiorno
  La Repubblica
  La Repubblica-Bari
  L'Unità
  Il Manifesto
  Il Sole 24 Ore
  La Stampa
  Il Messaggero
  Il Giorno
  Il Mattino
  Bari Sera
 
  RIVISTE E SITI:
  L'Indice
  La Stampa/Tuttolibri
  ItaliaLibri
  RaiLibro
  Sapere.it/Storia
  Le Scienze
  Sapere
  National Geographic Italia
  SWIF-Rivista elettronica di Filosofia
  L'Espresso
  Panorama
 
 

dal "Il Provinciale”, mensile di cultura, n. 8- 9, agosto-settembre 2007

 

  

 

 

Su

REC-Indice

Home