Sei in: Mondi medievali ® REC - Recensioni Elzeviri Commenti ® L'«Altro Medioevo». La memoria e la storia



BIANCA TRICARICO

  

Ma Laterza era felice d'esser messo in Croce

  

Tra affetto e schermaglie, scelte culturali cruciali. Le lettere 1911-'20 presentate a Napoli da Galasso, Tessitore, Sasso e A. Laterza

   

  

  

«Caro Amico, mi avete fatto passare una giornata di pessimo umore con la vostra lettera» - scrive Benedetto Croce all'editore Giovanni Laterza, il 25 agosto del 1914. È in vacanza con la famiglia a Gressoney e ha appena ricevuto una lettera dall'editore barese che gli prospetta la crisi del commercio librario. Croce è molto duro con il suo amico: «... credete di dar prova di volontà col dar prova di ostinatezza». Gli contesta «le spese pazze», l'alta tiratura della «Critica», il fatto di avergli continuato a pagare un diritto stabilito per contratto, ma al quale avrebbe rinunziato «se avesse saputo che non era appoggiato su un lucro». Arriva persino a consigliargli, ben sapendo che potrebbe suonare come offesa, di scegliersi un socio tedesco. La risposta di Giovanni Laterza giunge repentina: «Illustre Amico, ... nulla rimpiango di ciò che ho fatto sin ora, grazie ai suoi aiuti ed alla mia audacia si è andati avanti un pezzo... non di un socio e per giunta straniero ho bisogno, quanto piuttosto di un commesso. La prego intanto di non preoccuparsi del procedimento economico di questa Casa, mi continui invece la Sua protezione morale di cui non posso far senza». È un momento del carteggio fra il filosofo di adozione napoletana e il tenace editore pugliese durato oltre quarant'anni, pubblicato nel secondo volume edito da Laterza, a cura di Antonella Pompilio dell'Archivio di Stato di Bari. Il volume che raccoglie le lettere che vanno dal 1911 al 1920, è stato presentato a Napoli a Palazzo Filomarino, sede dell'Istituto Italiano di Studi Storici e della Fondazione Benedetto Croce. A commentare il carteggio Gennaro Sasso, Giuseppe Galasso e Fulvio Tessitore e naturalmente l'editore Alessandro Laterza insieme con Maurizio Fallace, direttore generale per gli archivi del ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Una «fatica e una benemerenza» pubblicare questo carteggio da cui traspare l'importanza della collaborazione fra Croce e Laterza per la cultura italiana. Gli avvenimenti drammatici della prima guerra mondiale rimangono sullo sfondo di un carteggio essenzialmente di lavoro, che racchiude insieme il senso profondo di un'amicizia, il delinearsi sempre più preciso di una politica culturale condivisa e le vicende della casa editrice. Secondo Gennaro Sasso vi ritroviamo un Croce ossessivamente attento al lavoro, la cura quasi paterna della Casa Editrice, i consigli e le disapprovazioni di alcune scelte di Laterza ritenute troppo rischiose. Rispetto alle lettere dei primi dieci anni contenute nel primo volume, in questo secondo decennio il rapporto fra le due forti personalità si consolida. Croce non manca di strapazzare l'editore barese quando a suo parere non rispetta in pieno le sue indicazioni e i tempi, ma poi gli scrive: «Temo che la mia ultima lettera vi abbia recato dispiacere. Ora mi sono calmato, ma sono stato furibondo!». Laterza sa quanto Croce tenga all'ordine, «ma c'è un lavoro un po' troppo vertiginoso». Fulvio Tessitore evidenzia l'imponenza del carteggio e del circuito culturale che traspare: «Croce propone a Laterza, in una dimensione cosmopolita, le traduzioni di autori tedeschi, anche non in linea con il suo pensiero, e la divulgazione delle opere italiane presso autori spagnoli. E Laterza non appare come un esecutore, ma come un editore moderno, che partecipa e si confronta con la scuola crociana». Per Giuseppe Galasso, una lettura in parallelo del carteggio con il catalogo storico della casa editrice Laterza mostrerebbe in pieno l'influenza della gerarchia di attenzioni da parte di Croce sulle scelte editoriali della Casa Editrice. Ne è convinto anche Alessandro Laterza: «Il 1910 chiude il periodo di fondazione del catalogo Laterza; erano già nate le collane Scrittori d'Italia, I classici della Filosofia Moderna e Croce aveva già affidato alla Casa editrice le sue opere, legandone i destini all'ambizioso programma di costruire e diffondere una cultura di forte impianto idealistico e storicistico; in questo secondo decennio si consolida la scelta per la saggistica, nasce il filone dei filosofi antichi e medievali che è ancora oggi importante nelle scelte editoriali della Laterza e si inaugura nel 1913 la collana Politica ed Economia con pubblicazioni di autori come Max Weber e Luigi Einaudi». Si tenta anche una collana di scrittori stranieri che invece finirà presto su un binario morto. Ma soprattutto si comincia a sviluppare un'attenzione alla scuola con alcune pubblicazioni, come per esempio il Sommario di Pedagogia di Gentile. Croce riteneva importante rivolgersi «ai futuri lettori» e il filone scolastico sarà ripreso nel secondo dopoguerra e mai più abbandonato. La collaborazione fra Croce e Laterza, dunque, si consolida in questi anni: i due stanno con l'orecchio teso a ciò che succede attorno e sono buoni lettori della realtà che li circonda. L'editore prende l'abitudine di inviare resoconti sull'attività della casa editrice almeno due volte al mese e Croce mostra grande senso pratico, intuizioni imprenditoriali e si sente parte in causa rispetto alle invidie per la casa editrice di Bari; il 10 febbraio del 1912 scrive: «Treves suol dire che, prima di morire, deve veder fallire tre editori: Laterza, Carabba e Ricciardi». Gli risponde l'editore: «Ma la Casa Laterza non fallirà!». Non mancano nel carteggio momenti di carattere più familiare e personale come gli scambi di regali e di foto, gli annunci della nascita dei figli e gli auguri di Natale; una parte della corrispondenza viene assunta anche dalla moglie, Adele Croce. In una tenera lettera da Torino del 1920, dalla quale traspare l'apprensione per gli impegni politici del marito a Roma, Adele ringrazia per i bei doni e fa chiudere la lettera alle figliolette: «Caro signor Laterza, io e Alda ti mandiamo un bacio».

 

Bianca Tricarico

 

 

 

da "La Gazzetta del Mezzogiorno", 28/1/2006 - segnalato da T.M. Rauzino

 

  

 

 

Su

REC-Indice

Home