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PIERO GIANNINI

 

Finita l'agonia di Kalena

   

Le sue pietre torneranno a vivere. Dopo 10 anni di lotte la Soprintendenza dice "Stop"

   

             

 

 

L’agonia di Kàlena non è finita con la sua morte! Il 27 u.s. [dicembre 2007] la Soprintendenza ai Beni Culturali della Puglia ha notificato ufficialmente al Comune di Peschici che l’antica Abbazia (872 d.C.) è stata sottoposta a vincolo integrale. Con tale atto sembra terminare la lunga lotta durata dieci anni condotta dal Centro Studi peschiciano “Giuseppe Martella” - guidato dalla lungimiranza culturale della prof.ssa Teresa Maria Rauzino col supporto “logistico” di Italia Nostra, sezione Gargano (nella persona del suo presidente Menuccia Fontana) - nei confronti della bisecolare proprietà dell’ultramillenario tempio-fortezza sito nella piana ai piedi della arroccata cittadina garganica.

Abbandonata all’incuria del tempo e degli uomini, la primigenia cella benedettina alle dipendenze di Santa Maria delle Tremiti, famosissima “Montecassino del Mare”, cresciuta con questa fino a superarla in importanza e possedimenti che arrivavano addirittura in terra molisana (Campomarino) e barese (Canne e Molfetta), acquistata dalla famiglia Martucci alla fine del Settecento, il 1997 ha sollevato un movimento d’opinioni e di popolo per merito del ricordato Centro “Martella” che s’è fatto portavoce di una battaglia per “salvare dalla lunga agonia di pietra” questa importante testimonianza della cultura di Capitanata e dell’intero Meridione. Un movimento che ha raggiunto una dimensione nazionale, come hanno dimostrato le migliaia di adesioni alle varie petizioni “Pro Kàlena”, giunte anche via Internet da tutta Italia.

Vari convegni, giornate di studio e il libro/denuncia del Centro Studi, Salviamo Kàlena. Un’agonia di pietra, curato da Liana Bertoldi Lenoci dell’Università di Trieste, hanno posto all'attenzione del mondo la storia millenaria dell'Abbazia, dando una visione d'insieme alle varie problematiche e sensibilizzando le varie istituzioni alla sua tutela, affinché cercassero, coralmente, soluzioni concrete e più opportune per il restauro del monumento di notevole struttura architettonica ormai in rovina e realizzare un sogno: la sua restituzione alla fruizione collettiva non soltanto dei residenti, ma dei numerosi cittadini del mondo che scelgono il Gargano come meta preferita delle proprie vacanze, non solo per il mare incontaminato e lo splendido paesaggio, ma per l'originale storia e cultura di cui è stato protagonista nel corso dei secoli.

In occasione dell’ultima apertura dell’Abbazia al pubblico, il Centro “Martella” comunicava il suo attuale stato al Soprintendente Ruggero Martines: «Càlena, lo abbiamo verificato l´8 settembre 2007, unico giorno dell’anno in cui è aperta al pubblico per la festa della Madonna, sta cadendo a pezzi, sempre più soggetta a vandalismi e furti: lo stemma del portale del lato sud, chiuso e interrato, mostra segni abrasivi sui simboli dei Canonici Lateranensi; sparito, nella chiesa nuova, quella con la campata principale en plein air, il lastrone di pietra che chiudeva l’ipogeo della cripta; se non si agirà nel più breve tempo possibile, la copertura lignea dell’abside crollerà (una trave di legno è in bilico); il campanile a vela, che ospita un prezioso bassorilievo di Madonna orante risalente al 1393 è completamente ricoperto da vegetazione invasiva e sta letteralmente sgretolandosi; la chiesa antica, risalente all´XI secolo, segnalata da Emile Bertaux all´inizio del ‘900 per una rarissima tipologia di cupole in asse, divisa in due ambienti separati, continua a “ospitare” attrezzi agricoli».

Dopo la recente “messa in tutela” e i 500mila euro promessi dal vicepresidente del Consiglio Rutelli, oltre ai 350mila già stanziati e giacenti nelle casse comunali, ci si augura che lo scempio finalmente finisca.

 Piero Giannini

    

 

 

dal quotidiano "Puglia ", 30 dicembre 2007

 

  

 

 

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