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L'EDITORE

Si è inaugurata il 15 dicembre a Roma (Castel Sant'Angelo) la mostra «Monaci 
in armi», che espone documenti e reperti, corredi e suggestioni sugli ordini 
cavallereschi durante il Medioevo: dai Templari ai Cavalieri di Malta, dai Teutonici agli Ospitalieri, dai Portaspada ai Cavalieri di Santo Stefano... Una mostra per fare storia vera e liberare questi «monaci combattenti» dalle 
ormai diffuse croste di esoterismo.

La Mostra è in programma dal 15 dicembre 2004 al 15 aprile 2005 nel Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, Roma. Il Catalogo, a cura di Claudio Strinati e Franco Cardini, è edito da Retablo Editore.

FRANCO CARDINI

 

Monaci in armi. Con la croce e con la spada

 

Gli ordini cavallereschi. Una grande mostra a Roma

 

  

 


   
Roma cristiana, fra VI e VII secolo, doveva essere ossessionata dall'immensa Mole Adriana, il mausoleo cilindrico immenso eretto quale trionfale sepolcro del pagano imperatore Adriano, colui che nel 135 d. C. aveva distrutto Gerusalemme. Fu probabilmente per questo che, ai tempi di san Gregorio Magno, l'enorme monumento venne «battezzato»: sulla cima di esso comparve l'arcangelo Michele in atto di rinfoderare la spada, in segno di pace. Quel gesto pose fine a una terribile pestilenza: da allora, la Mole Adriana sarebbe divenuta Castel Sant'Angelo, splendida e terribile fortezza dei papi.

Un luogo ideale, la fortezza dell'arcangelo protettore dei guerrieri cristiani, per ospitare la mostra aperta il 15 dicembre scorso e che resterà in quella sede fino all'aprile prossimo: sul tema «Monaci in armi». Un titolo che sembra un ossimoro. Che cosa potrebbe mai esserci di più lontano dall'immagine del monaco, il mite votato alla preghiera e alla penitenza, del guerriero? Ma la storia è una riserva inesauribile di paradossi e di contraddizioni.

In molte religioni, dall'Islam al Buddhismo, esistono confraternite mistiche le quali affiancano la loro esperienza spirituale all'esercizio guerriero. Non è in fondo poi così strano che nelle società tradizionali, che usano sacralizzare ogni atto e ogni momento della vita, si accordi uno spazio sacro a una dimensione umanamente così intensa dell'agire come la guerra. Ma com'è stato possibile che ciò sia accaduto anche nel Cristianesimo, per definizione «religione di pace»? Quanto meno nella Cristianità latina, là dove la Chiesa aveva dovuto assumersi anche ruolo e responsabilità di tipo civile, ciò accadde fra XII e XVIII secolo: ed ha lasciato tracce profonde.

Le esigenze connesse a una Cristianità in espansione "dalla Spagna alla Siria al mondo baltico", il bisogno di regolare attraverso un impegno religioso gli ancora barbari costumi delle aristocrazie cavalleresche, la necessità di creare istituzioni stabili per la difesa dei poveri e dei pellegrini e per la tutela delle terre che i cristiani avevano conquistato o riconquistato con la forza, avevano già dato luogo al crearsi spontaneo di confraternite di guerrieri che, a titolo penitenziale, si votavano al servizio del prossimo. La Chiesa esitava nell'accogliere formalmente gli armati all'interno delle istituzioni regolari del clero: fu necessario l'impegno del più grande mistico della Cristianità, Bernardo abate di Clairvaux, che nel primo terzo del XII secolo perorò la causa di un gruppo di «poveri cavalieri» uniti in un sodalizio di vita comune all'ombra della moschea di Omar, che nella Gerusalemme crociata era diventata chiesa e ch'era nota come il Tempio del Signore.

Nascevano così i Templari, il mito dei quali, attraverso leggende ed equivoci alimentati da libri e da film di successo, è vivissimo nei nostri giorni. Insieme ad essi, e sul loro modello, altri ordini religioso-militari 
nascevano: in essi, accanto ai sacerdoti che naturalmente non portavano armi, erano inquadrati laici che accanto alle funzioni del lavoro fisico espletavano anche quelle del combattimento. Nacquero così i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, detti più tardi «di Rodi» e quindi «di Malta», i numerosi ordini della penisola iberica, quello detto «Teutonico» e quello detto «dei Portaspada» nel Nordest europeo. I Templari vennero sciolti con un provvedimento di autorità pontificia all'inizio del XIV secolo, in seguito a un pretestuoso processo montato contro di loro dalla monarchia di Francia.

Altri ordini subirono varie vicende, e alcuni di essi conobbero differenti forme di «processi di laicizzazione». L'Ordine di Malta, divenuto marinaro, fu insieme con quello toscano di Santo Stefano saldo presidio della Cristianità nel Mediterraneo fino al Settecento contro la potenza turca e il pericolo corsaro barbaresco. L'Ordine di Malta, al quale sono internazionalmente riconosciute le prerogative di Stato sovrano, sopravvive splendidamente ancor oggi ed ha mantenute, aggiornandole, tutte le caratteristiche della sua vocazione ospitaliera. È ad esso e alle sue inesauribili collezioni di armi e di oggetti artistici che gli organizzatori della Mostra, tenacemente voluta e sostenuta dalla Regione Lazio, hanno potuto attingere per mettere insieme una straordinaria raccolta di pezzi e di documenti.

La Mostra di Castel Sant'Angelo è un fatto unico, per qualità e per significato, nel panorama degli eventi espositivi italiani. Qualcosa di assolutamente degno del Gran Palais di Parigi e del Metropolitan Museum di New York. È la dimostrazione che la serietà dell'impegno e della competenza consentono di far alta cultura e d'imporla anche a livello massmediale.

 

 

Franco Cardini

 
  NEL SITO:
  Quando nel Medioevo erano guerrieri. La nascita del potere secolare vescovile
  Ordini cavallereschi
  Torre Alemanna
  Medioevo templare
  L'Eco dei Templari
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da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 18/12/2004, segnalato da Teresa Maria Rauzino

 

  

 

 

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