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       LA MEMORIA DIMENTICATA

a cura di Teresa Maria Rauzino


 


Il procuratore militare di Roma Antonino Intelisano lo ha annunciato in un convegno a Barletta.

Il generale delle Ss Otto Wagener, comandante a Rodi dopo la resa italiana, con Hitler

      

La magistratura tedesca ha aperto a Monaco un’inchiesta sulle stragi, fra 1943 e 1944, dei nostri soldati di stanza a Rodi (tra i quali centinaia di pugliesi) e sulla deportazione e lo sterminio di quasi tutti gli ebrei italiani che vivevano nell’isola. La conferma è giunta a Barletta dal procuratore militare di Roma Antonino Intelisano, nel corso del dibattito «Resistenza declassata. L’informazione negata». Frattanto anche la Procura militare di Bari sta raccogliendo documentazione. Al dibattito, promosso dal Comune, hanno partecipato anche i giornalisti Franco Giustolisi de «l’Espresso» e Arcangelo Ferri di «Rainews24»; con loro, il direttore dell’Ipsaic, lo storico Vito Antonio Leuzzi, recentemente chiamato come consulente su quei fatti dalla magistratura militare barese. 

La tragica storia degli ebrei di Rodi era stata raccontata, attraverso le voci di superstiti, in un servizio di Levante, rubrica della Tgr Rai. Il sito Internet www.dodecaneso.org offre da tempo moltissima documentazione (anche fotografica) su quegli episodi. Inoltre l’editore Giuntina ha pubblicato quest’anno una documentatissima opera di
Ester Fintz Menascé, milanese di famiglia ebrea rodiota, docente all'Università di Milano. Il suo libro, Buio nell'isola del sole: Rodi 1943-1945 (478 pagine, 150 foto), ha setacciato studi prima inaccessibili e raccolto moltissime testimonianze. Rodi e le altre isole del Dodecaneso - nell’Egeo di fronte alla costa turca, oggi greche - erano state occupate dalle nostre forze armate durante la guerra italo- turca del 1912 ed erano divenute ufficialmente parte integrante del Regno d’Italia nel 1923, col Trattato di Losanna. Dopo l’8 settembre 1943 a Rodi la reazione della «Divisione Regina» agli attacchi tedeschi fu accanita. Ma poi, venuto a mancare il promesso intervento inglese, una rabbiosa reazione aerea tedesca e la cattura a tradimento dello stato
maggiore della Divisione finirono per fiaccare la resistenza italiana. Rodi dovette capitolare l’11 settembre, sotto il martellamento degli aerei tedeschi e gli attacchi della Divisione corazzata Rhodos. L’ammiraglio Campioni, che si era rifiutato di imporre a tutti i reparti dell’Egeo di considerare nullo il proclama di Badoglio e di consegnare le armi ai tedeschi, fu deportato e successivamente condannato a morte da un tribunale fascista di Salò, nel maggio 1944 (per questo è stato insignito della Medaglia d’oro al Valor militare).
Caduta la città di Rodi, numerosi italiani
sottrattisi alla cattura da parte dei nazisti continuarono nella clandestinità la lotta contro gli occupanti.

I fatti di Rodi costarono un prezzo altissimo: 11 mila soldati e ufficiali annegati, stipati come bestie dai tedeschi su navi scassate avviate al naufragio o al siluramento da parte di inconsapevoli sottomarini inglesi; 10 mila internati in Germania; 124 caduti in combattimento; quasi 200 fucilati; 150 morti di denutrizione nei campi di concentramento tedeschi sull'isola; i 1.805 ebrei di Rodi e Coo, in gran parte cittadini italiani, rastrellati il 23 luglio 1944, deportati ad Auschwitz e quasi tutti sterminati (mille di loro il giorno dell'arrivo): tornarono in 183.

Un capitolo rimosso di storia italiana che si spera stia tornando ora alla ribalta. Per la cronaca, il generale Otto Wagener, generale delle Ss e comandante a Rodi (disse: «Gli italiani hanno vissuto da cani e da cani devono morire»), il capitano Helmut Meeske, i maggiori Johann Koch e Herbert Nicklas, l’ufficiale medico Christian Korsukewitz, il tenente Paul Walter Mai, il sottotenente Willy Hansky, il caporale Johann Felten, l’interprete Georg Dallago furono processati dal Tribunale Militare di Roma. Erano stati gli inglesi a consegnarli alla giustizia italiana. Vennero condannati con la sua sentenza n. 170/43 del 16 ottobre 1948: Wagener a 15 anni di reclusione, Niklas a 10 anni, Mai a 12. Però nel 1951, con decreti presidenziali, fu condonata loro la pena residua e furono liberati.

Wagener, nazista della prima ora e amico di Hitler, morirà nel suo letto nel 1971, come libero cittadino della Repubblica Federale Tedesca. Invece le salme degli italiani rintracciate a Rodi furono riportate a Bari nel 1957 e sepolte nel Sacrario. La lista ufficiale dei caduti, in ordine alfabetico, comincia col nome di un pugliese: Abbinante Michele (Caporale) 9-9-1943 - 374 Carbonara (Bari).

    
       
        

©2005 Marco Brando; articolo pubblicato su «Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno» del 4/12/2005.

      


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