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			A 
			mo' d'introduzione 
			
			
			Il progresso è un cammino 
			ideale delle attività umane che di solito si riconosce come un 
			positivo miglioramento della vita presente rispetto al passato nella 
			storia delle società, seppure in modi e aspetti diversi a seconda 
			della cultura che lo adotta. 
			
			
			è 
			pure un processo storico, parallelo a quello della cultura stessa 
			giacché non esiste società senza progresso. Con queste poche parole 
			non vogliamo nemmeno tentare di darne una definizione perché non è 
			il nostro campo di ricerca, ma vogliamo al contrario rilevare che, 
			giacché il progresso è percepibile "a fior di pelle", come si dice, 
			quando si confronta il presente con il passato (pure personale), è 
			bene capirne di più su come esso si origini facendo qualche 
			riflessione nell'ambito più ampio possibile. 
			
			
			
			
			è ovvio che perché ci 
			sia un progresso occorre che ci sia pur qualcuno che abbia il tempo 
			e i mezzi materiali e, ben inteso, intellettuali per provocarlo. 
			Questa persona in grado di riflettere sugli eventi, sugli oggetti e 
			sugli uomini poi deciderà di sua spontanea volontà se intervenire, 
			sperimentando su quanto ha visto. 
			
			
			è 
			vero che quell'intervento può avere esiti ambigui: positivi o 
			negativi o, addirittura, finire in un vicolo cieco! Tuttavia essendo 
			un cambiamento, una mutazione, non è importante che sia giudicato da 
			chi lo "subisce" buono o cattivo, utile o dannoso. Il giudizio sui 
			suoi effetti resta puramente soggettivo e soprattutto storico! 
			
			
			è 
			
			valido oggi e sarà sbagliato 
			o superato domani, mentre quel che conta è che il cambiamento abbia 
			avuto comunque luogo. Ciò premesso, chi può essere l'individuo o il 
			gruppo (non importa quanto numeroso) che è in grado di agire sulla 
			natura e sollecitare un progresso? E costoro da dove vengono fuori o 
			da chi sono scelti e con quali criteri?  
			
			
			
			La storia umana in realtà è 
			lo spettacolo degli intensi e continui sforzi di caste ideologiche 
			al potere di fondare la propria predominanza sulla conoscenza della 
			natura e di quanto riescano a cogliere delle sue leggi, avendo esse 
			capito che questo prezioso sapere dà loro la facoltà di prevedere e 
			di pianificare il futuro e, di conseguenza, organizzare e 
			assoggettare gli uomini. Per questi motivi, alla fin fine la loro 
			attività maggiore diventa proprio lo studio della natura sia dal 
			punto di vista materiale che da quello "spirituale" e dunque il 
			"controllo guidato del progresso".  
			
			
			Il riflettere, il pensare, lo 
			sperimentare sono attività a grande contenuto intellettuale e 
			politico e perciò richiedono tutta una concorrenza di circostanze 
			per creare un tempo di non occupazione né di preoccupazione dedicato 
			all'investigazione. Quando il corpo ozia e l'intelligenza non ha 
			altre angustie, l'uomo può riflettere e… sognare! In altre parole 
			per occuparsi intensivamente di uno studio, senza altre fastidiose 
			distrazioni come le troppe difficoltà da affrontare per procurarsi 
			da vivere, occorre il magico tempo libero. Da qui nasce la scienza e 
			da ogni scienza il progresso. I greci antichi lo chiamavano 
			giustamente σχολή, ossia ozio in modo positivo, da cui la parola 
			scuola… dove si va per spendere il tempo libero in modo utile. 
			
			
			A questo punto però s'insinua 
			la scelta politica e religiosa delle caste al potere per la 
			distribuzione del tempo libero giacché, secondo loro che ne hanno 
			già tanto a disposizione, è molto pericoloso, se tutti 
			indistintamente ne godessero senza limiti. Nella storia europea più 
			recente san Benedetto da Norcia è stato uno dei massimi teorizzatori 
			di questo modo di vedere, condensato nel motto Ora et labora! 
			L'ozio diventa addirittura un peccato capitale e si diffonde 
			l'adagio che sia il padre dei vizi.  
			
			
			Non solo! La Chiesa Cristiana 
			(cattolica specialmente), dopo aver istituzionalizzato il tempo con 
			la riforma gregoriana, ha affrontato il connesso problema del 
			"ficcare il naso nelle opere divine" prescrivendo quanto a lungo e 
			in quali momenti della vita quotidiana si può avere del tempo "per 
			contemplare il creato"! Nel Medioevo "cristiano" si costruiscono 
			ideologicamente tutta una serie di timori e di condanne per colui 
			che casualmente non impieghi il suo tempo di vita come "Dio vuole" 
			ossia pregando e facendo l'elemosina!  
			
			
			E l'investigare? E il cercare 
			di sapere di più sulle cose e sugli uomini? E l'antica sapienza dei 
			classici greci e latini? Per il Cristianesimo tutto ciò appartiene 
			all'opera del Diavolo, entità pagana e infedele del passato da 
			aborrire! Già la cacciata dall'Eden è l'esempio della volontà divina 
			di proclamare che il sapere appartiene solo a "Dio", fonte d'ogni 
			scienza. L'entità suprema, avendo creato l'universo e sapendo bene 
			come funziona, non permette a chiunque di carpirne i segreti. A che 
			servirebbe? Nessuno deve diventare uguale a Dio e tutto funziona a 
			dovere senza interventi umani. 
			
			
			è 
			il trionfo della Santa Sofia ossia della Santa Divina Sapienza a cui 
			logicamente fu dedicata la più grande chiesa della Cristianità 
			medievale nella sfolgorante capitale dell'Impero Universale, a 
			Costantinopoli…  
			
			
			Ma l'uomo è un insofferente 
			curioso. Si sa che ognuno vorrebbe avere una vita sempre migliore, 
			ma, ci dice la Chiesa Cristiana, siccome è Dio a concedere la 
			felicità o il dolore a suo piacere secondo propri piani 
			imperscrutabili, occorre accettare la natura così com'è e non 
			indagarla o, peggio!, osare cambiarla o deviarla con sacrileghi 
			esperimenti! Certo! Se Dio vuole, può rivelare qualche segreto, ma 
			soltanto agli "autorizzati da lui in persona"! E così, quasi a 
			baluardo eretto contro questi curiosi, nel 910 nasce il grande 
			complesso abbaziale di Cluny. E' il pensatoio ufficiale "dell'Europa 
			cristiana" e d'ora in poi il convento, il monastero, lo scriptorium 
			saranno gli unici luoghi dove pensare e studiare poiché giusto 
			all'ecclesiastico Dio mette a disposizione il tempo libero per 
			indulgere e curiosare nella natura delle cose! Non solo! La Chiesa, 
			unica rappresentante sulla Terra di questo dio geloso, fisserà 
			persino i "limiti divini" dentro i quali la curiosità dell'uomo si 
			deve muovere e li definirà "principi etici ed universali" scaturiti 
			da una millantata eredità ricevuta da Cristo. Una situazione questa 
			che quasi impedirà, secoli dopo, la scoperta dell'America…  
			
			
			Se passiamo ora ad una carta 
			d'Europa ricostruita per il X-XI secolo d.C. ci accorgiamo presto 
			che il territorio nel quale opera l'ideologia cristiana, circostanza 
			spesso nascosta e alienata dagli studi "medievistici normali", è 
			molto più piccolo di quelli in cui agiscono… il Paganesimo e 
			l'Islam! Accortici di ciò, è logico chiedersi: Qual è 
			l'atteggiamento di queste altre grandi ideologie che mantengono 
			altre caste privilegiate al potere, diverse da quelle cristiane, nei 
			confronti del progresso? Queste fedi nazionali hanno avuto qualche 
			riflesso su quella cristiana che a poco a poco le ha sopraffatte, 
			visto che sono in pratica scomparse nel Continente?  
			
			
			Le ricerche economiche 
			condotte sul Medioevo hanno individuato per il periodo fra il Mille 
			e il XIV secolo un fatto curioso in più riguardo a questi problemi: 
			L'epicentro dello sviluppo dell'Occidente si sposta dal Sud 
			mediterraneo alle pianure del Grande Nord! Nasce qui una nuova 
			supremazia intellettuale, materiale e persino religiosa che ha 
			tormentato lo storico belga Pirenne. Questi trovò una risposta a ciò 
			nell'enorme sviluppo del commercio lungo l'asse nord-sud 
			dell'Europa. Incuriositi anche noi da questo aspetto particolare 
			della storia medievale e poiché la più numerosa ed estesa comunità 
			del X-XIV secolo d.C. era la multietnica "nazione" degli Slavi 
			Orientali o Rus' di Kiev, ci è sorto subito il dubbio che il ruolo 
			di questa regione sul resto d'Europa non è stato mai chiarito 
			esaurientemente. Ed infatti che sappiamo sul Paganesimo di queste 
			genti e sulle potenzialità che esso sviluppava o limitava? 
			Pochissimo. E come mai le classi elitarie avevano bisogno dei 
			traffici col nord per il proprio sviluppo? E qui salta subito agli 
			occhi che le Terre Russe erano la più grande "miniera degli articoli 
			di lusso" (compresi gli schiavi slavi) tanto richiesti dalle corti 
			post-carolinge e da quelle musulmane.  
			
			
			Inoltre, appena notiamo che 
			al centro delle Terre Russe più settentrionali (e più pagane!) si 
			trovava la città di Monsignor Grande Novgorod (così suonava la 
			denominazione ufficiale), restiamo sorpresi se veniamo a sapere che 
			a dominare e a sfruttare quell'immenso territorio-miniera era un 
			regime repubblicano (in russo Volja) in pieno Medioevo! Questa 
			Novgorod, gelosa dei suoi costumi e della sua cultura, ma prima 
			d'ogni altra cosa tronfia delle sue enormi potenzialità economiche, 
			rimase un'anomalia e un mistero e rappresentò un elemento di sfida e 
			di disturbo politico per tutte le monarchie che si consolidavano 
			intorno alla Chiesa di Cristo. Alla fine non poté che provocare 
			contro se stessa l'ultima crociata della Chiesa di Roma: quella 
			condotta dai Cavalieri Teutonici! E questo non è forse una prova in 
			più dell'importanza delle relazioni novgorodesi con l'Europa? 
			
         
     
      
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