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Il complesso masseriale, formato da strutture di varie epoche

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Contrada Serra Malvezzi  Come arrivare

 

La masseria, in contrada Serra Malvezzi  I corpi della masseria risalgono a epoche diverse  Particolare delle strutture residenziali  Particolare delle strutture residenziali

 

L'ingresso carrabile  Particolare del cortile  Particolare del piano superiore del corpo centrale


Epoca: XV-XIX secolo.

Caratteri: inizialmente semirupestre, con l’acquisto della proprietà da parte della famiglia ducale dei Malvezzi, il complesso si è trasformato in masseria mista di natura produttiva (allevamento bovino in particolare) e residenziale.

Come arrivarci: da Matera, con la strada statale 7; al bivio per Ginosa si prosegue lungo la strada provinciale sino ad una casa cantoniera del Consorzio di Bonifica riconoscibile dal colore azzurrino; si percorre la carrareccia di fronte alla cantoniera, poi una stradina che attraversando la Selva conduce alla masseria, in contrada Serra Malvezzi. 

 

Cenni storici (dal sito fondazionesassi.org):

«La Masseria Selva Malvezzi, collocata sulla spalla rocciosa di una lama, è indicata sulle vecchie carte catastali come "Casino del Duca".

La masseria è posta al centro di un fitto bosco di querce fragne e mostra tre costruzioni di epoche diverse; è cinta inoltre da un muro che racchiude un orto e un giardino. Una recinzione perimetrale esclude un solo edificio: l’alloggio del massaro, costituito da un unico ambiente con camino e finestra, che permette il controllo del piazzale di accesso. Da un’analisi storico-architettonica si sono riscontrati diversi interventi, succedutisi nel tempo. 

La struttura originaria, del XV secolo, costituita da sole grotte, successivamente ampliata con stalle, alloggio dei salariati e caseificio, si è arricchita nel XVIII secolo di un corpo centrale di fabbrica. Nel 1734 si è costruito un secondo edificio accorpato alla costruzione primitiva e simile a questa nello stile e nel coronamento merlato. La masseria in seguito a questo ampliamento si trasforma da semplice struttura rurale in un complesso agricolo residenziale; nel 1827 viene eretto un edificio che presenta le facciate con lunghe scanalature e mascheroni. Con quest’ultima costruzione, in cui l’elemento residenziale diviene predominante su quello rurale, la masseria viene accatastata con la denominazione di “casino del Duca”. 

Nel 1854 si ebbe un ultimo intervento, con la costruzione di un terzo edificio collegato a quello del 1734 per l’alloggio dei dipendenti e i servizi di azienda.

I comignoli e i mascheroni angolari, realizzati artigianalmente, rispecchiano la migliore lavorazione locale del tufo. La parte residenziale è costituita da tredici ambienti, tra cui una stanza da letto con volta a vela ed il vano letto detto della “duchessa” con volta a botte e riccamente decorata. Interessante è la presenza della cappella di famiglia cui si può accedere solo dall’interno della struttura abitativa. Il rilievo architettonico del complesso è considerevole perché esprime, soprattutto negli edifici accorpati, una sintesi degli elementi migliori dell’arte costruttiva appulo-lucana».

    

   


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