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a cura di Vito Bianchi pagina a cura di Giovanni Goj



Laurent Dailliez, I Templari, Edizioni Piemme.

      

I Templari sono da tempo al centro di numerose attenzioni, soprattutto da parte del pubblico degli appassionati e degli interessati alle vicende misteriose.

Tra gli innumerevoli testi scritti su questo ordine monastico-cavalleresco fondato nel XII secolo, in pieno periodo di crociate, spicca il recente scritto di Laurent Dailliez che, dopo la raccolta di innumerevoli prove e fonti storiche provenienti dagli archivi arabi e vaticani, analizza questi "guerrieri" da un punto di vista logico e razionale.

Non c’è molto spazio per la speculazione e la facile fantasia. Ogni dato appare confutabile e analizzato, senza richiamare nascosti misteri e ruoli alchemici o fiabeschi che troppo hanno inquinato e degenerato la corretta figura dei Templari.

Nel libro si trattano, in modo serio e rigoroso, vari argomenti: l’acquisizione della Regola dell’ordine durante il Concilio di Troyes, l’organizzazione, la descrizione dei Templari “attivi”, i guerrieri e quelli più “gestionali”, non idonei al combattimento in campo e primi responsabili della conduzione dei monasteri. Oltre a questo si tratta del potere politico ed economico dell’Ordine, potere che raggiungerà livelli ineguagliabili nella storia e che sarà uno dei motivi della sanguinosa soppressione (ma non condanna) degli stessi. Inoltre ci sarà tutta la parte dedicata all’organizzazione militare, alla tattica di combattimento, al ruolo fondamentale della cavalleria pesante templare nell’esercito crociato e alla loro importantissima attività in Terra Santa.

Ultimi due interessanti contenuti riguardano invece la descrizione del processo all’Ordine, complottato dal sovrano di Francia Filippo II, detto il Bello, già responsabile di altre vicende "scorrette" nei confronti della Santa Romana Chiesa. Con lui sono descritte anche le figure di Nogaret, guardasigilli del re, dotato di uno spietato disegno di distruzione nei confronti dell’Ordine, e di papa Clemente IV, figura debole e parzialmente sottomessa nei confronti di Filippo II ma che comunque, nonostante la bolla del 3 aprile 1312, la «Vox in excelso» (che determinò la fine dei Templari), ebbe almeno il merito di non condannare l’Ordine, ma “solo” di sopprimerlo in seguito alla loro ipotizzata cattiva condotta nei confronti della Chiesa e alla cessata necessità di esso in Terra Santa.

La descrizione del processo appare drammatica, con la conduzione dello stesso da parte della Santa Inquisizione ad opera dei domenicani.

I Templari vengono così costretti a confessare colpe non supportate da nessuna prova concreta.

Per terminare, si traggono delle conclusioni inerenti alla storia templare, la genesi, l’apogeo e la decadenza. Oltre a questo sono contenuti dei cenni al possibile destino post-templare dell’Ordine, arrivando a rintracciare le loro probabili tracce fino a metà del XIX secolo.

In definitiva un buon libro per chi tende a simpatizzare per questo ordine cavalleresco tanto criticato e commentato, nel bene e nel male.

  

   

©2002 Giovanni Goj

   

Volumi per recensioni a: Vito Bianchi, via del Calvario 1, 72015-Fasano (BR).

  


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