Sei in: Mondi medievali ® Libridine medievale


a cura di Vito Bianchi



Nino Lavermicocca, Bari bizantina, capitale mediterranea, edizioni di pagina, Bari 2003, pp. 138, 11,00.

      

Fra il IX e l’XI secolo, nel solco della seconda colonizzazione bizantina, la città di Bari divenne sede del catepanato. Una sorta di vice-capitale di Bisanzio nelle terre dell’Italia meridionale, angustiate in quel periodo da una compagine longobarda usurata dai perenni conflitti intestini, e da una presenza musulmana che, se ebbe la capacità di imporsi in Sicilia, soffrì invece di una scarsa omogeneità nelle contrade più propriamente peninsulari.

In formato tascabile, l’agile volumetto di Nino Lavermicocca si legge con piacere, secondo due modalità d’uso: la prima prevede una lettura da compiersi tutta d’un fiato, vista la (ormai riconosciuta) capacità dell’autore di saper porgere la materia storico-archeologica e storico-artistica, anche la più complessa, con fluidità e chiarezza; la seconda maniera di entrare nel libro può consistere nel misurarne pian pianino le parole e, facendosi accompagnare dalle tracce residue a livello monumentale unite alle ricostruzioni storiche, entrare con la mente nel tempo in cui, a Bari, si costruivano decine di chiesette bizantine, si realizzava il palazzo del Pretorio per la corte catepanale (laddove sorgerà la basilica di San Nicola), e il porto della città era animato da un continuo andirivieni di uomini e merci che sulle vie del mare facevano la spola con Costantinopoli, e toccavano le coste del Mediterraneo orientale.

Per l’economia e per l’assetto culturale di Bari, quelli del catepanato furono decenni importantissimi, che videro da un lato coronare in pieno la vocazione cittadina a proiettarsi anima e corpo verso il Levante, e dall’altro consolidare un ruolo di leadership regionale che le verrà riconosciuto anche da Guglielmo Appulo («omnia praeclarum super Appula moenia Barum… Appulia nulla erat urbs, quam non opulentia Bari / vinceret») nel frangente, decisivo per le sorti del Mezzogiorno, dell’avvento normanno. Per il Guiscardo, per i nuovi conquistatori, checché se ne pensi, il credito bizantino sarà una succulenta eredità, una traccia da non cancellare a livello socio-economico e, anzi, un elemento solido su cui innestare le basi per la vivificazione delle dinamiche urbane.

   

      

©2004 Vito Bianchi

Volumi per recensioni a: Vito Bianchi, via del Calvario 1, 72015-Fasano (BR).

      


Torna su

Libridine medievale: indice

Home di Storia medievale