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FINESTRA SUL PASSATO:

Terra di Bari. Bitonto e il suo territorio

     a cura di Pasquale Fallacara


 

A destra il menhir di San Martino o Fiego; a sinistra il menir della Lucertola

   

1591: data incisa sul menhir Fiego   

  

Testimone numero 42, lato Bitonto    Testimone numero 42, lato Giovinazzo    Testimone numero 53, lato Bitonto    Testimone numero 53, lato Terlizzi    I testimoni numero 42 e 53

   

   

È da segnalare la scoperta, da parte di chi scrive, di due inediti (presunti) menhir situati in agro bitontino.

Il primo sorge sulla via rurale che porta all’antico casale di San Martino (secolo XI), in contrada “Pezza Donata”, anticamente conosciuta con il toponimo “Fiego”, probabilmente ad indicare un appezzamento coltivato ad alberi di fico. Questo tozzo monolite parallelepipedo assimilabile ad un menhir di modeste dimensioni, rinvenuto unitamente allo storico Antonio Castellano, ispettore onorario ai Beni Architettonici e Culturali, durante una ricognizione asistematica, è alto circa un metro e mezzo e reca incisa sulla facciata la data 1591, coperta da un vetusto strato di licheni. Probabilmente, reimpiegato come “cippo”, durante la centuriatio romana, segnava il confine tra  l’Ager Botontinus (Bitonto) e quello di Natiolum (Giovinazzo). Citato in antichi documenti «Afixione de confini, nell’anno 1568, tra Bitonto e Terlizzi, cominciando da S. Eugenia fino a S. Martino, per sentencia del Sacro Consiglio, nell’anno 1567, fatta dal Consigliere Ludovico Quadra» (Libro Rosso di Bitonto), durante il Cinquecento fu riutilizzato per delimitare i confini tra le Università di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi, scolpendo su una sua facciata la data 1591. Infatti, tutt’oggi, nelle sue immediate vicinanze, sono posti due “testimoni”, il  n° 42 datato 1890, che fissa il confine tra Giovinazzo e Bitonto, ed il n° 53, postumo, che divide Terlizzi da Bitonto.

Il secondo menhir, situato nelle “Matine di Bitonto”, in contrada “Pezza della Parata”, libero nei campi, sorge nelle vicinanze dell’antica “taverna della Lucertola” (secolo XV). Posto in posizione obliqua, di misure ridotte rispetto al primo, è alto circa un metro. Probabilmente, anch’esso utilizzato come cippo durante la centuriatio romana,  segnava il confine tra l’Ager Botontinus e quello di Palium (Palo del Colle). Citato in antichi documenti “«Decreto dato per il Sacro Consiglio, nella lite del ius pasculandi tra Bitonto et Palo, dummodo gli animali de Palo non vadano a pascolare al feudo de la Matina et al feudo de la Selva, nel anno 1528», fu riutilizzato nel Cinquecento per delimitare i confini tra le Università di Bitonto e Palo.

Questi due sconosciuti antichi monoliti non vengono menzionati in alcuna pubblicazione relativa ai monumenti megalitici del territorio pugliese; per tale motivo propongo qui di chiamarli rispettivamente menhir di “Fiego”,  e menhir “della Lucertola”. 

       

   

  

©2007 Pasquale Fallacara

    


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