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FINESTRA SUL PASSATO:

Terra di Bari. Bitonto e il suo territorio

     a cura di Pasquale Fallacara


 
 

Resti della torre. In basso: veduta laterale.

In basso a sinistra: l'interno; a destra: il palmento.

 

   

   

Antico complesso databile presumibilmente al XVI secolo, Torre dell'Alfiere sorge in contrada S. Domenico, sulla via detta “del Mino”, antica arteria rurale che unisce la città di Bitonto a quella di Molfetta.

Costruita utilizzando l’abbondante pietra locale rozzamente squadrata, non le si può attribuire una precisa origine e collocazione, ma data l’assenza di elementi difensivi, e per la presenza di un palmento adiacente alla struttura, si suppone rientra a far parte delle così dette “Casine fortificate”, con funzione residenziale, saltuaria ovviamente, e di supporto alle locali attività agricole legate alla produzione di vino. Alta circa 10 metri, a due piani, a base irregolare, è costituita da più corpi di fabbrica adiacenti. Il più antico è adibito ad abitazione, data la presenza di un grande focolare con accenno ad una cappa e di varie nicchie a fondo piano. I restanti ambienti, voltati a botte o a crociera, costituiscono le stalle per il ricovero degli animali, i depositi per le derrate alimentari ed il caratteristico palmento. Il piano superiore, raggiungibile internamente da scale in muratura, presenta numerose aperture nel paramento murario che fanno supporre la presenza in passato di numerosi affacci esterni.

Situata in un punto strategico del territorio, gode di una buona visuale per diversi chilometri, ed è comunicante a vista con le vicine “Casina de Gemmis”, “Torre del Sacrista”, e “Casale S. Martino”. Le origini di questa torre sono ignote e la storiografia locale poco o nulla ci dice in proposito. Il toponimo “Alfiere” deriva dal fatto che il proprietario Domenico Nisio, nella battaglia di Bitonto del 24 maggio 1734 per la successione nel Regno di Napoli, fu nominato Alfiere, vetusto grado militare insignito a colui che in battaglia portava la bandiera o l’insegna del reggimento.

Illustre famiglia, i “Nisio” si trasferirono in Puglia presumibilmente durante il secolo XVII. Inizialmente si stabilirono nella città di Molfetta, dove possedevano numerosi beni, tra cui un bel palazzo adiacente torre "Passari” (XVI sec.), situato nel centro storico, nel quale sotto l’arco di “San Nicola” si ammirano antichi affreschi raffiguranti la Madonna dei Martiri, San Nicola e San Corrado, del pittore Luigi Nisio. Di qui nel 1735 si trasferirono nella vicina città di Giovinazzo con Tommaso Nisio (Libri dei Battesimi della parrocchia di S. Felice). Anche in quest’ultima città, nella chiesa del “Padre Eterno” (XII sec.), è presente ancor oggi un affresco raffigurante "S. Dorothea, Mater Gratiae e S. Lucia”, databile al XVIII secolo, accanto al quale si legge F. Nisio, noto pittore locale.

Attualmente, torre “dell’Alfiere”, abbandonata a se stessa, versa in condizioni statiche precarie. Un'ala della struttura è ormai crollata e sui rimanenti fianchi sono presenti pericolose crepe che minacciano seriamente di far crollare totalmente la struttura. Un vero peccato!

           

   

  

©2011 Pasquale Fallacara

    


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