Sei in: Mondi medievali ® Castelli europei ® Grecia

a cura di Giuseppe Maria Amato

le immagini:  pag. 1    il testo    il paesaggio    il forte    la storia


Il fianco corto orientale del castello con la porta superfetata e due torrette angolari

  clicca sulle immagini in basso per ingrandirle

La torre grande vista dall'interno del cortile; si noti la porta del piano terreno e, più in alto, quella della prima elevazione oramai priva della scala di accesso  Interno del forte, la torretta di nord est con il suo angolo smussato e la apertura della porta superfetata. Visibili i diversi spessori delle murature di cortina, i merli e le feritoie quadre  L'angolo interno di Sud ovest con la torre grande ed alcune murature interne  Di nuovo l'interno con l'angolo di Nord est e con la porta superfetata. Si noti la muratura interna con aperture parallele alle feritoie di cortina  La merlatura della torre grande dall'interno


Sulla costa sud dell'isola di Creta, caratterizzata da una bassissima densità di centri abitati e dall'aspetto quasi sempre precipite della costa dominata dalla catena dei Leuka Ori sul lato occidentale e degli Asteroussia Ori su quello orientale, i veneziani eressero alcune fortezze utili sia al controllo del mare libico, onde scongiurare le frequenti incursioni arabe e turche, sia per il controllo delle popolazioni indigene dell'isola, avvezze alle ribellioni.

La costa sud è ancor oggi difficile da raggiungere per via di terra, pochissime sono le strade che dalle città principali scendono a sud sfruttando in genere passi impervi.

Quasi centralmente lungo la linea di costa, laddove i monti si allontanano dalla stessa formando una sorta di pianura rocciosa, venne costruito nel 1371 il forte veneziano di Castello Franco, il cui nome si è poi trasformato in Frangokastello. Ivi, oltre che via mare, si può giungere da Chania, la veneziana La Canea, attraverso l'incisione di Imbros, che scavalca i Monti Bianchi, i Leuka ori.
   
Il paesaggio
Dominato dall'azzurro del mare libico che si perde all'orizzonte e nel quale è incastonata l'isola di Gaudos, il lembo più meridionale d'Europa, e dalla linea dei Leuka Ori alle spalle, il paesaggio si mantiene molto vicino a quello della Creta medievale, denunciando la modernità dei tempi solo attraverso la presenza di improbabili linee elettriche su pali di legno.

Passare da questi luoghi è come rileggere alcune delle pagine di Zorba il greco di N. Kazantzakis, soprattutto quando al tramonto il meltemi (un vento locale dominante in estate) pulisce il cielo dalla foschia e regala alcuni degli scorci più belli del Mediterraneo.
   
Il forte
La costruzione dista dalla spiaggia solo pochi metri e tradisce un uso che doveva essere strettamente legato al mare, probabilmente con un approdo del quale oggi non rimangono tracce leggibili.

La pianta del forte è rettangolare con i lati, lunghi paralleli alla linea di costa. 
Ad ognuno degli angoli sorge una torretta angolare a pianta quadra con i lati che fuoriescono dal perimetro murario secondo i canoni dell'architettura militare medievale più tradizionale e con l'angolo interno smussato (
foto di copertina).

L'esterno del forte si presenta molto ben conservato anche in elevato, con murature integre quasi sempre sino ai camminamenti di ronda. Questi sono merlati con merlatura semplice e senza aggetto per caditoie. 

Anche le torri, che dovevano essere coperte da terrazze, sono coronate da merlature semplici.

La torre di Sud Ovest è più grande e più alta delle altre, sembra essere una sorta di mastio della costruzione e controlla direttamente la porta a vano rettangolare posta proprio ai piedi della stessa torre.

Anche in pianta il mastio è diverso dalle altre torrette e si presenta senza smussatura dell'angolo interno.

In elevato, questa torre presenta un piano terreno aperto da una piccola porta adiacente la porta principale del castello e privo di aperture.

Il mastio presenta una seconda elevazione posta ad un livello maggiore del calpestio del cortile, aperta da una porta voltata a arco ribassato e in origine servita da una scala in muratura con un settore levatoio in legno oggi scomparso, ed una terza elevazione all'altezza dei camminamenti di ronda.

Probabilmente la parte basamentale della torre presenta una cisterna per le acque ancora da indagare.

Il piano primo è aperto dalle feritoie e da una finestra quadra posta proprio sopra la porta che guarda verso il mare; probabilmente in origine questa finestra, oggi informe, quasi un buco, doveva essere una feritoia per il tiro angolato dinanzi la porta.

I piani della torre dovevano essere separati mediante soffitti lignei dei quali si vedono ancora le riseghe di appoggio. 

Nella muratura del secondo piano, che diviene meno spessa, si aprono le finestre che guardano sia all'interno che all'esterno del forte e che mantengono un vano esterno quadrangolare ed un vano interno voltato ad arco.

La muratura del forte è in pezzame calcareo di pietra locale a taglio informe e cementata con malta, presenta inoltre dei cantonali in opus isodomo con pietra locale più chiara rispetto la muratura stessa.

Le cortine murarie sono dotate al piano terreno di una linea di feritoie a foro rettangolare con strombo esterno. 

Feritoie simili compaiono anche nelle murature delle torri minori in numero di tre per ogni lato esterno ed una sul lato in appoggio al muro, utile al tiro angolato lungo le cortine. 

Più in alto le torri sono aperte da finestre quadre con vano interno voltato.

L'interno, a differenza dell'esterno, è stato gravemente danneggiato, probabilmente, almeno così mi è parso di capire dai racconti dei locali, a causa dell'uso bellico del castello da parte degli occupanti tedeschi durante la seconda guerra mondiale.

Il lato sud del forte con il muro interno

Le cortine murarie hanno un triplo spessore, maggiore in basso ove si aprono le feritoie, medio nella porzione centrale e minore in alto con la risega che consente il camminamento di ronda protetto dalla merlatura.

Si legge all'interno la presenza di diversi ambienti molto spartani, scuderie, dormitori, probabilmente magazzini e cucine.

L'intero spazio interno è poi attraversato da un muro, che mi pare posteriore per età, sul quale doveva poggiare un tetto a spiovente con la creazione di alcuni vani di acquartieramento delle truppe.

L'unica porta originaria, aperta sul lato prospiciente il mare ed in parte danneggiata dall'asportazione degli stipiti, mantiene ancora il fregio in bassorilievo del leone di San Marco a testimonianza della venezianità della costruzione mentre in due riquadri più bassi compaiono i rilievi delle armi del governatore di Creta all'epoca della costruzione. 

Su uno dei lati corti è poi aperta una seconda porta, a mio avviso fortemente rivisitata in epoca posteriore se non del tutto superfetata, con vano rettangolare voltato da un'arcatura a imposte ribassate.
    
La storia
Dalle poche e confuse notizie che sinora sono riuscito a ritrovare, il forte venne effettivamente costruito dai veneziani nel 1371 e venne attivamente utilizzato sia contro la guerra di corsa di turchi e genovesi, sia quale baluardo alle insofferenze dei cretesi di Imbros verso la dominazione veneziana.

Il forte venne perso dai veneziani durante la prima guerra turco-veneziana (1645 1669); infatti dal trattato sappiamo che i veneziani sconfitti dalle armate del sultano possono tenere esclusivamente le tre fortezze di Gramvoussa, su di un isola sulla costa nord occidentale, Souda, nell'omonima baia vicino a Chania, e Spinalonga, posta all'imbocco della ampia laguna di Elounda sulla costa nord orientale di Creta. Certamente il forte venne perso durante l'aspro conflitto e non è difficile immaginare che venne utilizzato dalle armate turche da allora in poi impegnate nell'assedio del centro di Sphakia, a pochi chilometri da Frangokastello, mai caduto in mano turca sino alla guerra di indipendenza cretese del XIX secolo.

Frangokastello non viene citato né durante la seconda guerra turco-veneziana né durante la terza quando con il 1715 Venezia venne definitivamente costretta ad abbandonare Creta.

Nel 1828 il forte divenne il teatro di una delle più fiere battaglie per la liberazione dell'isola dal giogo turco: infatti ivi si asserragliarono i ribelli capitanati da Hatzmichali Daliani.

Assediati dai turchi i ribelli uscirono nel pianoro antistante il castello e vennero massacrati dalle soverchianti forze di occupazione. Gli abitanti di Sphakia e di Imbros, ambedue centri ove fortissimo è l'attaccamento all'epopea della liberazione, narrano che nell'anniversario della battaglia si possono ancora vedere i fantasmi dei Dhrosoulites uscire dal castello per ingaggiare la battaglia contro i turchi, qualcuno narra persino che i tedeschi occupanti il castello e in ansia per l'eventualità di uno sbarco alleato angloamericano a sud, aprirono il fuoco sui fantasmi scambiandoli per partigiani greci pronti ad attaccare il forte.

Nei dintorni sorgono la chiesa di Haghios Nikitas, ed una chiesetta dedicata a Haghios Charalambos.

Negli ultimi anni il rilancio di questa porzione di costa meridionale cretese, che, come dicevo prima, è una delle poche porzioni raggiungibili da terra, ha causato la crescita di diversi stabili turistici non sempre della migliore compatibilità con l'ambiente circostante e non di rado eccessivamente vicini alla mole del bel castello.

   

   

©2003 Giuseppe Maria Amato

   


  su Castelli della Grecia Castelli europei Home