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FABIO FIGARA

   

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Si possono evidenziare due tipologie diverse di videogiochi sul Medioevo, ovvero il semplice gioco d’avventura e di ruolo, in cui uno o più protagonisti affrontano mostri e guerrieri di ogni sorta per sconfiggere il cattivo di turno, e quelli che sono chiamati strategy-games, che hanno conosciuto un grande exploit negli ultimi anni.

Porterò solo degli esempi, in quanto è facile perdersi in un mondo ampio e vasto come quello dei videogames. Si può partire dagli albori dei videogiochi con Golden Axe, che girava su console quali Sega Master System e Sega Mega Drive, in cui un erculeo guerriero, un’abile amazzone ed un buffo ma potente nano si destreggiavano tra zombi e combattenti per ritrovare un’ascia dorata, appartenuta da generazioni al loro villaggio. I loro indumenti si riducevano solo a coprire per lo più le parti intime e le gambe fino al ginocchio. Allo stesso modo era vestito Arnold Schwarzenegger in Conan il Barbaro. E gli autori si divertirono con questo gioco a creare una dipartita del mostro finale a mio avviso sadica per l'epoca: alla fine del gioco i nostri eroi riescono a recuperare l'ascia, che cade, dopo aver ruotato qualche minuto per aria, sull'inguine del gigante malvagio e ladro steso a terra.

Comunque un gioco d'avventura veramente bello, al quale sono rimasto incollato al video per ore.

Ma i videogiochi ispirati al Medioevo giapponese sono probabilmente quelli più in voga al momento, soprattutto nel mercato delle console. Non potrò mai scordare, ad esempio, per il Neo-Geo la bellissima saga di Samurai Shodown (di cui ne esistono varie versioni) un “picchiaduro”, cioè un videogioco in cui si prosegue soltanto vincendo vari duelli, ambientato al tempo dei samurai. Ma i personaggi non sono solo samurai ronin nel senso più storico del termine: sono presenti ninja, un attore di teatro e addirittura un fante donna con nome francese, con tanto di armatura dalla vaga fattura occidentale cinque-seicentesco.

E come non si può parlare della saga dei ninja di Tenchu, di cui il quarto capitolo è uscito in questi mesi per le console Play Station 2 e X-Box? 

Rikimaru e Ayame, ninja del clan Azuma, affrontano nel Giappone del XV secolo una serie di pericolose missioni che li portano addirittura a combattere contro Lord Meioh, divinità diabolica che vuole soggiogare gli esseri umani partendo dai possedimenti di Lord Gohda, signore possessore di un'enorme quantità di feudi.

La vera bellezza di questo gioco consiste nel compiere "azioni furtive", ovvero di agire nell'ombra con intelligenza e strategia, uccidendo i nemici senza farsi accorgere della propria presenza con spade o pugnali, con aghi avvelenati o con frecce esplosive e con tecniche micidiali di arti marziali.

Per il pc sono andati di gran lunga meglio i giochi di strategia ambientati in varie epoche storiche, anche perchè con il joypad delle console è impossibile manovrare eserciti e popolazioni intere. Si trovano molti videogiochi in tal senso ispirati all'età antica, specialmente sui Romani: Age of Empires, Age of Mythologies, Praetorians, Imperium, Rome: Total War giusto per menzionarne alcuni. Ma anche per il Medioevo non mancano di certo ottimi esempi.

Il primo bel gioco di strategia ispirato al Medioevo è stato senza ombra di dubbio Age of Empires II, secondo capitolo di quella che poi è stata definita Age of Empires Collection oppure Age of Empires Series. Sostanzialmente il gioco prevede l’uso di un popolo, identificato tra gli altri con un determinato colore, e la costruzione di una sorta di villaggio che rappresenterebbe uno Stato intero. Si creano così capanne, centri di raduno, caserme, granai e via dicendo, che progrediscono non solo nell’aspetto ma anche nelle funzioni col passare delle “età”; queste “età” trascorrono solo al momento in cui sono raggiunte determinate unità di cibo, d’oro, di legno e di pietra. La grafica e la giocabilità di questo gioco hanno appassionato una generazione di utenti.

Lo scopo di questi giochi è prevalentemente sempre lo stesso: ingrandire il proprio impero, stato o quant'altro progredendo scientificamente o culturalmente attraverso parametri che variano da gioco a gioco, e da scenario a scenario, o muovendo guerra al prossimo.

In Age of Empires Collection è stato però introdotto anche il modo di poter creare una rete di relazioni diplomatiche.

Tale sistema è stato migliorato prima in Civilization III di Sid Meyer, e poi maggiormente approfondito nel quarto videogioco della serie, in vendita in questi mesi.

Questo videogioco permette di ripercorrere però tutta la storia del mondo, e non solo un periodo come accade in Age of Empires, partendo dalla nascita delle prime città per mano dei coloni  fino a giungere alla creazione di futuristici moduli spaziali, che serviranno agli uomini ad arrivare su Alpha Centauri prima della distruzione della terra, causata dall'impoverimento delle risorse e dall'inquinamento. Il videogioco, uno dei più popolari al mondo, offre anche scenari di ogni epoca e la modalità Editor permette allo stesso utente di crearne. Ne ho rintracciate moltissime su Internet che riguardavano proprio le Crociate, l’aspetto della storia medievale forse più discusso, ma che si presta anche meglio alla creazione di scenari di questo tipo. Tuttavia però c’è da fare un appunto ai creatori degli scenari storici: non sono quasi mai fedeli ai periodi storici in cui vengono collocati, anche se è veramente difficile poter organizzare in tal senso un gioco in cui passano dieci o cinque anni per turno. Infatti può addirittura capitare che, nei livelli di gioco più semplice, ci siano delle popolazione che, giunte nel 2000 d.C., devono ancora scoprire la religione se non la ruota (una delle scoperte di base) quando altre hanno già gli aerei! Speriamo nel quarto capitolo!

E per le crociate abbiamo il bellissimo The Stronghold: Crusaders, espansione del primo capitolo The Stronghold dei “FireFly Studios”. Scopo di entrambi i giochi è creare volta per volta castelli enormi, con i quali controllare territori molto ampi e contrastare così attacchi di vicini duchi o conti, il cui simbolo araldico è sempre un animale (lupo, maiale, ecc.). Se in The Stronghold, oltre a varie modalità di gioco, è l’Italia il paese da conquistare partendo dalla Sardegna, in The Stronghold: Crusaders è proprio la Terra Santa il teatro delle lotte di potere. Bellissima la ricostruzione della vita all'interno di un castello: controllando ogni abitante e dandogli ordini, si può osservare varie tecniche di lavoro e i vari stili di vita, dal fabbro al boscaiolo, dall'arciere al re. In questi mesi è uscito il secondo, e ci aspettiamo davvero molto.

Un gioco difficile ma ben strutturato è senza dubbio Medieval – Total War della “Activision”, il secondo titolo uscito per la serie “Total War” dopo Shogun – Total War, ambientato nel Giappone feudale, e prima di Rome: Total War.

Medieval – Total War offre all’utente una cartina rappresentante lo scacchiere politico medievale mediterraneo che muta a seconda del periodo scelto: difatti possono essere selezionati determinati secoli, tra il V ed il XV, ed ogni volta personaggi, territori ed alleanze mutano. Il gioco rispecchia approssimativamente la Storia , anche se riunisce gli Stati Italiani del Centro-Nord e la Sardegna sotto il Doge di Venezia, ma è, lo si capisce bene, una scelta dovuta alla giocabilità.

Purtroppo il videogioco tende a rispecchiare la visione di un Medioevo completamente oscuro, in cui gli uomini sembravano essere soltanto dediti alla guerra: sin dall’inizio si possono udire le seguenti parole: «This is an age of darkness!». Inoltre gli scenari sono soltanto quelli delle battaglie, e non si ha una reale soddisfazione nel veder aumentare la popolazione del proprio paese, oppure nel creare belle opere di architettura, ma l’unico scopo del gioco è la guerra ad ogni costo, ed il gioco delle alleanze forzate, soprattutto matrimoniali, peraltro non è ben gestibile.

Sul campo di battaglia invece le strategie sono ben curate: attacchi degli arcieri, della cavalleria, assedi rappresentano l'unica vera bellezza di questo videogioco. 

               

   

   

      

©2006 Fabio Figara. Tutte le immagini sono tratte dai siti internet relativi alle case di produzione dei videogiochi.

   


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