Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Toscana ® Provincia di Pistoia

PROVINCIA DI PISTOIA

Pistoia

La Fortezza di Santa Barbara

a

Istituto di Ricerche storiche e archeologiche di Pistoia

a cura di

  Gianluca Iori e Simone Zini

             pag. 11


I bastioni

Fuori dalla fortezza la visita prosegue lungo le mura della città per vedere, talvolta solo i resti, di bastioni e porte che punteggiavano la cortina che racchiudeva l’abitato.

  

      Bastione di porta Carratica

Appena usciti dalla fortezza si può raggiungere facilmente via di Porta Carratica e il sito del bastione in fondo a via Carratica dove si apre la piazza Leonardo da Vinci. Il bastione fu l’ultimo ad essere costruito e con la nuova porta Carratica completarono la realizzazione del fronte bastionato intorno alla città. Esso si saldava lateralmente all'antico accesso della porta Carratica che rimase nella sua posizione originale e fu così l'unica ad essere inglobata negli interventi tardo cinquecenteschi. Da una descrizione ottocentesca sappiamo che l’accesso «…consiste in un portone a volta e sportello per il passaggio notturno, cancello in bilancia e cancello. Una stanza per il servizio del cassiere con armadio, caminetto e luogo comune, sportelli e vetratone e l'altra stanzina con brace e legna. La casa per gli stranieri composta da quattro stanze da terra e tetto con imposte e ferramenti…». Il nuovo ingresso realizzato fu così inserito nel contesto difensivo del fianco rientrato del bastione. La struttura della nuova porta, larga 4,95 m e alta 7, si saldava al  vecchio ingresso, cosicché l’aspetto monumentale della torre in cui si apriva la porta era caratterizzato dall'imponente mole, rimarcando così l'importanza di questo ingresso che immetteva sulla strada più importante, quella Fiorentina. La porta era coperta dal dente del bastione che ne impediva il cannoneggiamento frontale, l'ingresso così disposto fu coperto da due cannoniere superiori sul setto murario perpendicolare all'accesso, collocate  sopra la sortita (attualmente il vano e il sotterraneo sono occupati dalla cartolibreria). Queste due cannoniere permettevano il fuoco di rinfilato a mitraglia sull'accesso della porta, coprendo anche la sortita.

  

     La postierla di via Fonda

Oltre il bastione di Porta Carratica e prima di giungere a quello di Porta Lucchese si trova la postierla di via Fonda, esattamente in asse con la strada omonima che incrocia l’attuale via Zamenoff. Essa consentiva un immediato accesso dalla zona di Ciliegiole al centro abitato. La postierla fu chiusa dalla torre rocca realizzata nel 1543, gemella di quella detta di Roccon Rosso. La postierla ha una larghezza di 145 cm di lato con stipiti in pietra arenaria simili in tutto a quelli di porta al Borgo.

Rocca di via Fonda.

 

Essa si affacciava sotto l'imponente sotterraneo di roccon rosso attualmente coperto e presente sotto il manto stradale; questo sotterraneo cattura le acque dell'antico alveo dell'ombroncello che in epoca romana aveva in questo tracciato il suo alveo naturale, poi successivamente ridotto a gora.

    

     Bastione di porta Lucchese

Sorge all’estremità di sud-ovest della cinta muraria. L'architetto Nanni Ungaro progettò il bastione della vecchia porta Lucchese già oggetto di ristrutturazione nel 1510. Il nuovo bastione si colloca proprio intorno al raccordo delle mura trecentesche dove si apriva la porta, "incamiciando" il vecchio ingresso. Le dimensioni del bastione sono modeste per estensione planimetrica, la sua altezza è attualmente 6,45 metri dal piano stradale, mentre quella originaria supera i 9 m se presa dal livello di calpestio della sortita. La sua pianta pentagonale racchiudeva le due cannoniere, una aperta a guardia della porta e  l’altra sulla campagna, entrambe sui fianchi rientrati. Questo bastione di concezione più vecchia rispetto a quello di porta al Borgo non poteva ospitare pezzi grossi d'artiglieria, caratteristica questa dei bastioni "reali" del Bellucci. L'antico accesso, oggi murato, era posto sul fianco sinistro del bastione  a fianco della villa Ambrogi, sulla sinistra dell'accesso vi era la piazza d'armi con il vano coperto a volte reali, presso le troniere si aveva la casamatta o Santabarbara per le polveri. Sul lato opposto le due aperture per le cannoniere anch'esse munite di troniere strombate intervallate dal merlone. Il paramento murario realizzato in «…sassi rozzi e calce…» ha il classico motivo del redentone che corre per tutto il perimetro del bastione dividendo la scarpa dallo spiccato dell'alzato. Vi sono pure due tipi di sotterranei: quello della sortita e quello "da contromina". Lateralmente al bastione invece durante la Seconda Guerra Mondiale furono sfondate le camere che si articolavano lungo lo sviluppo del bastione che guarda l'attuale parcheggio per ricavarvi dei rifugi antiaerei.

In origine, la porta Lucchese aveva una torre centrale che si apriva sull'ingresso della città, posta sull'asse centrale della strada, ma in posizione avanzata rispetto al profilo delle mura La torre aveva pianta rettangolare ed era alta 11 metri. Le mura, in prossimità dell'accesso, piegavano trasversalmente tra il tratto della piazzetta di San Pierino e il tratto di via Pacinotti. L'accesso presentava una salita con lastricatura in pietra serena con cordonatura da soma.

 

     Bastione di Porta al Borgo

Per completare i lavori ai bastioni di porta Lucchese e di porta al Borgo, fu inviato a Pistoia, nel maggio del 1544, Giovan Battista Bellucci detto il Sanmarino. I lavori per portare a termine le opere dovettero iniziare con urgenza e procedere celermente, con l'obbligo di concluderli entro tre mesi.

Il nuovo architetto ordinò le scapezzature delle mura tagliando i merli. Il bastione di porta al Borgo è il complesso militare, dopo la fortezza, più imponente. Come gli altri, esso si pose come elemento di raccordo fra i due tratti di mura trecenteschi fasciando la porta al Borgo del XIV secolo che fu spostata sul lato dell'attuale via Dalmazia, demolendo due casamenti sul fianco sinistro di via porta al Borgo di proprietà della Sapienza, incanalando la gora di Gora e realizzando la nuova porta. La porta al Borgo era così descritta: «…a tettoia con imposta di serramenti e rastrello in bilancia, e cancello; Una stanza per il cassiere con caminetto e un'altra stanza per brace con luogo comune con sportelli di legno; un'altra stanza per il servizio degli stranieri; e la casa per i medesimi composta di quattro stanze con due imposte e serramenti…».

Ricostruzione, su base archeologica, della Porta al Borgo.

 

Il bastione realizzato in ciottoli di fiume e calce perimetralmente ha il bastone o redentone in pietra serena, mentre lo stacco in alzato presenta tre livelli: il primo di 3,4 m, la scarpa inclinata di 6 m separata da quello da una fascia in pietra serena di 40 cm, e lo stacco in alzato sopra il redentone di 2,47 m. L'altezza del bastione è caratterizzata dalla sua collocazione che si sviluppa lungo il pendio dell’attuale via dello Specchio.

Sui fianchi rientrati vi sono tre ordini di cannoniere, quelle che si affacciavano su porta al Borgo erano armate con due smerigli sbocchettati caricati a mitraglia per consentire di spazzare, a ridosso della porta, il più alto numero di nemici, mentre le altre erano atte ad ospitare cannoni superiori alle otto libbre di diametro (100 mm circa) e capaci di una gittata di 650-700 metri, caratteristica delle concezioni architettoniche del Sanmarino. La piazza d'armi che si apriva presso le cannoniere presentava il pavimento in ciottolame, murato a calce per consentire lo spostamento dei pezzi agevolmente. Sul lato sinistro della piazza guardando le cannoniere, in direzione della porta, c'era la santabarbara, demolita per far posto alla scuola, ma i cui resti sono ancora ben visibili, mentre sul lato sinistro vi era l'accesso al camminamento sotterraneo. Esso consentiva di arrivare alla sortita posta sotto le cannoniere e, allo stesso tempo, di giungere con un percorso  perimetrale alla cannoniera opposta. Lo spigolo di raccordo fra il bastione e le cannoniere è l'elemento che contraddistingue il disegno del Bellucci, con esso separa la zona di difesa passiva da quella attiva ponendo le cannoniere sullo stesso piano degli assedianti, quasi al livello del suolo, contrapponendo il lato del bastione caratterizzato da uno spiccato monumentale, vero fronte di inerzia passivo. All’interno del bastione sono ancora percorribili due camminamenti sotterranei, splendido esempio di architettura militare: il primo posto sul lato destro del corridoio consente una sortita sull' attuale giardino di via dello Specchio. Il secondo camminamento si sviluppa perimetralmente lungo il bastione e misura circa 280 m, largo 1,10 e alto 2,2 alla chiave di volta. Questo percorso era di collegamento fra due zone impegnate militarmente e adatto anche per spostare le truppe al coperto dalla linea di fuoco dell'avversario. Lungo il percorso si aprono 19 areatori che salgono in superficie. Nel sotterraneo parallelo a via Dalmazia di fronte a via di Gora e Barbatole è presente la presa della Gora di Gora che si immette nel bastione, esternamente è ancora visibile la vecchia grata in metallo che impediva l’accesso al bastione. Sulle mura di via porta al Borgo, a fianco del "casottino" di servizio della vecchia villa Tiryon con mascherone e fontana che si apre su via di porta al Borgo, sono comparsi i resti degli stipiti della porta sia nel lato interno alla città sia nel lato esterno. Sul fianco sinistro della porta, sono presenti i resti di una torre di raccordo fra lo spigolo del fronte delle mura dove si apre la porta e lo spigolo delle mura che provengono da porta Lucchese. La torre scapezzata e inglobata dal bastione è ancora ben visibile dalla parte esterna fra le abitazioni di via Dalmazia e lo stesso bastione. Gli elementi architettonici che componevano la torre angolare scapezzata nel Cinquecento sono stati riusati per costruire l'apparato del bastione e delle cannoniere che si aprivano sulla porta.

 

     Bastione di Porta San Marco

È il terzo bastione dal punto di vista cronologico ad essere costruito. Quello attuale in muratura  sostituì il bastione di terra progettato da Nanni Ungaro che, come abbiamo già detto, non dovette resistere a lungo per la presenza del torrente Brana che costeggia, su quel lato, le vecchie mura e che lo fece franare in un periodo relativamente breve. La costruzione di questo bastione risale al 1557, come testimoniano, in un documento, alcuni frati e mastro Piero detto Zucca, quindi molti anni dopo la realizzazione degli altri, ma non sappiamo se i capimastri incaricati di realizzarlo seguissero pedissequamente le indicazioni del Bellucci che era morto nel 1554, dal momento che le cannoniere sono diverse strutturalmente da quello di porta al Borgo. Il nuovo bastione si pone a fasciatura dello spigolo di raccordo delle mura, esattamente come gli altri due, con la variante di porre la porta nuova a pochi metri di distanza da quella del XIV secolo, anziché traslarla lateralmente. Le mura trecentesche e la vecchia torre detta allo Sperone rimasero integre utilizzate come recinto interno al bastione, mentre il tratto delle mura prospicienti la porta furono demolite. La collocazione della porta nuova fu vincolante per la realizzazione del bastione a causa della presenza del ponte che scavalcava il torrente Brana, deviato per consentire la realizzazione del terzo fossato che corre sul lato destro dell'attuale strada di via porta San Marco.

Porta San Marco.

  

La nuova porta di San Marco presentava un esterno monumentale con conci lavorati a bugnato in stile manieristico, l'accesso era largo 3,40 m con un’altezza di 5,50. Il fronte verso la campagna aveva uno stemma mediceo sopra la chiave di volta del portone di ingresso. L'accesso era inglobato in un casamento dove ai lati vi erano «….una porta con tettoia, imposte e i suoi serramenti, rastrello in bilancia e cancello; stanza per il cassiere con caminetto e luogo comune, sportelli e vetratone, un'altra stanza per gli stranieri e casaggi medesimi composta di quattro stanze con una imposta, ferramenti e un piccolo orto in circa libbre una a forma triangolare con muretto lungo la strada…».

Il bastione fu completamente realizzato con paramento esterno in ciottoli di fiume secondo la classica tipologia costruttivo-architettonica degli altri due, con la scarpa che si staccava dal livello dell'alveo del torrente, per terminare con il tipico alzato intervallato dal redentone in pietra che corre ancora lungo tutto il bastione. Sugli spigoli erano poste le garitte aggettanti in mattoni. Due cannoniere hanno l'apertura sulla porta e il ponte, altre due sul lato che guarda la fortezza; sono del tipo coperto. Anche in questo bastione vi sono dei sotterranei, ma visibili soltanto dall'esterno. Esternamente sono visibili le feritoie degli archibugi, incorniciate da soglie di pietra serena ad appena 40 cm da terra.

La “fortezza” di porta San Marco, detta della Sandraccia, è tutt'oggi  visibile e  ben conservata. Essa rappresenta un’importante soluzione militare tardo trecentesca con la realizzazione di un bastione avanzato rispetto alla cortina muraria, molto simile ai rivellini in largo uso nel Cinquecento. È però interessante constatare come la costruzione di strutture difensive in elevato capaci di limitare i danni prodotti dalle nuove armi da fuoco a Pistoia avvenga nell'ultima fase del Trecento. Questo complesso fortificato fu realizzato a cavallo fra il 1370 ed il 1375 con soluzioni eccezionali per l'epoca; esso si sviluppa a fianco della porta lungo la via San Marco, sul lato sinistro uscendo da Pistoia, dove si trova la piegatura di raccordo fra le mura civiche che provengono dall'attuale viale  Matteotti verso il viale Arcadia. La struttura presentava, a fianco della porta San Marco, una torre in elevato con due monofore in sommità che si aprivano verso la campagna; sui fianchi di questa torre si notano ancora le feritoie strombate per l'alloggiamento degli smerigli che difendevano la porta dal lato est, mentre sul lato opposto si hanno due feritoie, anch'esse strombate, ma di dimensioni minori per l'inserimento di bombardelle a canna lunga.

Nella fortezza di porta San Marco, alla base della torre, si ha una soluzione architettonica particolare ed innovativa; per ottenere una difesa inerziale al tiro delle cannonate il bastione in muratura fu costruito con una pianta a forma di cuore con i fianchi rientranti. La struttura si articola intorno alla torre posta a difesa della porta d'accesso di via San Marco. Il bastione presenta una scarpa in muratura che si alza dal piano di calpestio con un inclinazione di 10°, realizzata in ciottoli di fiume e calce aerea, e separata dall'alzato della muratura da un redentone o bastone in pietra serena di altezza di 38 cm, attualmente interrotto per permettere l'apertura degli sporti dei negozi. L'interno del bastione era realizzato con un terrapieno per attutire le cannonate. Questa soluzione tipologica, mette in evidenza come l'architettura fortificata italiana non sia nata dal nulla, ma abbia subito quella lenta evoluzione che ha le sue fondamenta nell'architettura romano-bizantina e arabo-normanna. Il bastione in origine fu concepito e realizzato dai Romani all'inizio del I sec. d.C. come approdo portuale marino. La sua funzione era quella di impedire lo sgretolamento delle infrastrutture portuali dovuto alle mareggiate. Esso si compone degli stessi elementi tipologici sia in pianta con il disegno a puntone, sia in alzato con la scarpa, il redentone e lo spiccato in muratura sopra di esso. Questo schema tipologico fu applicato dalla scuola dei Sangallo, di Nanni Ungaro, di Sanmarino, di Leonardo per giungere fino a Buontalenti.

    

     Bastione cosiddetto Lavarini

Lungo il viale dell'Arcadia è possibile vedere questo bastioncino o, almeno, quanto ne resta inglobato nella ristrutturazione voluta in stile eclettico-storicistico dalla famiglia Lavarini. Il villino ricavato sopra il bastoncino denota anche uno spiccato richiamo stilistico della corrente floreale di Ernesto Basile, architetto del gusto Liberty, la cui famiglia aveva arredato il più grande emporio del centro storico, purtroppo oggi pressoché disperso. Lungo il tratto delle mura del bastoncino vediamo inserimenti di elementi architettonici derivati dal demolito complesso di San Michele in Forcole che era posto vicino al bastione di San Marco. Poco più avanti la famiglia realizzò le due torrette e i portoni per accedere alla proprietà che si sviluppava lungo il perimetro esterno delle mura e in parte nell'area prospiciente al torrente Diecine. Attualmente questa apertura è stata destinata come porta d'ingresso all'area industriale di Sant'Agostino. Il bastoncino comunque presenta delle analogie come quello posto sul viale Matteotti pressoché invisibile per le trasformazioni subite. Cannoniere sui lati corti e disegno a pentagonale, modesto sviluppo in alzato e redentone di demarcazione fra la scarpa e lo spiccato dello spalto. Entrambi i Bastoncini sono realizzati con il materiale "povero" locale ovvero ciottoli di fiume e calce aerea.


pag. 1 - pag. 2 - pag. 3 - pag. 4 - pag. 5 - pag. 6 - pag. 7 - pag. 8 - pag. 9 - pag. 10 - pag. 11 - pag. 12

scheda - notizie storiche - il fortilizio - le mura trecentesche e le porte - la seconda fortezza - i fatti del 1643 - la fortezza - i bastioni - piante e documenti


©2002 Gianluca Iori e Simone Zini (Istituto di Ricerche Storiche e Archeologiche di Pistoia)

     


su   Toscana  provincia di Pistoia

Home