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BEDIZZOLE, CASTELLO

a cura di Stefano Favero

scheda    cenni storici


Sopra: l’ingresso scalinato del castello di Bedizzole con la torre circolare adiacente. Sotto: a sinistra, la torre circolare a nord-ovest della muratura; a destra, l’interno della cortina muraria.

 

 

Una viuzza all'interno del borgo  La torre quadrangolare con volta e doppia volta d’apertura  Tutta l’imponenza della torre quadrata  La torre quadrata, ora campanaria, vista di lato  Particolare della torre circolare

  


Epoca: IX-X secolo.

Posizione geografica: Bedizzole è un comune in provincia di Brescia che dista 17 chilometri dal capoluogo e 13 da Desenzano. Situato nella parte orientale della provincia, Bedizzole è adagiato sulle colline che digradano verso il lago di Garda.

Conservazione: buona.

Come arrivarci: percorrendo l'A4 Serenissima, si può uscire al casello Brescia Est e quindi imboccare la SS45bis seguendo le indicazioni per Bedizzole. In alternativa si può uscire al casello di Desenzano, percorrere la strada provinciale 26 fino a Padenghe e da qui immettersi sulla strada provinciale 4, fino a raggiungere Bedizzole. Il sito castellare si trova nel centro storico della cittadina.

Come visitarlo: a piedi.

         

Cenni storici.

Anche questo sito affonda le radici nel periodo delle invasioni barbariche che in vario modo interessarono tuttto l'arco alpino e prealpino. Il complesso difensivo di Bedizzole, di cui oggi rimangono importanti e ben conservate testimonianze, specialmente per la presenza del castello, fu eretto fra il IX e il X secolo, sopra un'altura da cui si dominava la pianura e la valle, attraversata dal fiume Chiese. Una volta completato, il sistema del fortilizio si trovò ad assumere una posizione perfettamente centrale rispetto a quei centri abitati del territorio che avrebbe dovuto controllare.

Questa fortezza svolse la funzione militare fino al 1401, quando il comune di Bedizzole si rivoltò contro il potere di Galeazzo Visconti, signore di Milano. Per rappresaglia, Visconti fece abbattere le difese del castello, le quali furono ricostruite ad opera dei Veneti nel 1426. Verso la fine del XV secolo, esattamente nel 1483, Bedizzole venne attaccata per tre giorni, ma senza esito, dalle truppe di Alfonso d'Aragona, figlio del re di Napoli. I danni arrecati al sistema difensivo del paese vennero assorbiti con un'opera di vasta ricostruzione nell'anno 1494. I lavori ebbero luogo grazie alla disponibilità finanziaria comunale, creatasi a seguito dell'alienazione di alcuni beni. L'anno successivo, applicati alla nuova fortificazione cittadina, partirono altri importanti lavori, tanto all’interno che all'esterno della cinta murata. Iniziarono le opere alla fabbrica del castello, quelle di riposizionamento della fossa esterna e, contestualmente a ciò, venne completata la muraglia. Infine furono poste in essere le merlature alla facciata.

Ulteriori significative modifiche ebbero luogo all'inizio del XVI secolo, e questa volta non per motivi estetici, ma per arginare i pericoli derivanti dalle nuove tecniche di assalto nemiche. Le torri vennero così ampliate, furono rafforzate ed ingrandite le cortine, i fossati lungo il perimetro murario furono nuovamente allargati. È in questo momento che verrà introdotto anche il baluardo. Il muro difensivo fu realizzato impiegando ciottoli di fiume, disposti in corsi regolari, con introduzione di pietre per la regolarizzazione dei profili. L'intero perimetro della cinta era originariamente percorribile sia dall'interno (camminamento di ronda) che dall'esterno.

D’altro canto, il nucleo abitato interno era costituito da una maglia regolare con edifici che si disponevano su linee parallele e doppio affaccio su vicoli intermedi, tutti molto stretti. Ciascun gruppo di case era disposto a isolati di quattro unità, separati da tre vicoli orientati da nord verso sud e da un periplo di camminamento.

Nel 1509, dopo la sconfitta della Serenissima Repubblica Veneta presso Agnadello, il sistema difensivo di Bedizzole vedrà iniziare il proprio declino. I Veneti infatti decisero di concentrare i propri sforzi difensivi solo su poche grandi fortezze, localizzate in altri punti strategici, riconoscibili in Legnano, Verona, Peschiera del Garda, Asola, Orzinuovi e Pontevico. Il castello di Bedizzole, tuttavia, continuò ad essere utilizzato dalle popolazioni locali, non più come fortezza militare ma come “ricetto”. Il “recinto castellare” funse da deposito di derrate alimentari, prodotti agricoli e, qualora se ne fosse presentata l'esigenza, anche come ricovero per le genti in ritirata da attacchi militari.

Nell'anno 1840 all'esterno della cintura fortificata fu costruita la nuova sede comunale. Il progetto dell'ingegnere Paolo Chiodi prevedeva la demolizione delle vecchie mura che circondano il castello fino all'altezza di 120 centimetri sopra il piano interno. Il progetto fu così stilato per poter limitare il più possibile l'esborso economico, ma anche per consentire una maggiore circolazione d’aria ed ottenere maggiore penetrazione della luce all'interno di quella che era la nuova sede municipale. Nel 1844 poi, il fabbricato adiacente l'area libera fu adibito ad ospedale. Per favorire l'ingresso alla struttura sanitaria fu aperto un varco attraverso le cortine del lato ovest, a lato della torre.

Oggi a Bedizzole sono visibili tre torri cilindriche. La prima, disposta sul lato est è esattamente al centro di questo muro. Le altre due si trovano agli angoli sud-occidentale e nord-occidentale. Da notare il rifacimento delle aperture e delle solette interne, oltre alla copertura in coppo, operazioni edilizie effettuate di recente.

         

    

©2010 Stefano Favero.

   


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