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Biscina, CASTELLO

a cura di Emanuela Baccellini

scheda    cenni storici


 

 

Castello di Biscina.

Castello di Biscina: l’arco d’ingresso, i resti di una torre e le mura merlate. In basso: il lungo viale dal cancello di ingresso verso il castello.

 

In basso, a sinistra: il cortile interno della struttura castellana. A destra: i lavori di ristrutturazione e di consolidamento visti dal cortile interno.

 

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Epoca: XII secolo. In origine il castello era un feudo dei conti di Coccorano.

Posizione geografica: a metà strada tra Assisi e Gubbio sorge il castello di Biscina. È stato uno dei punti di controllo strategici dell’antica strada e del fiume Chiascio, che scorre ai piedi della collina.

Stato di conservazione: attualmente (2007) il castello è oggetto di un progetto di restauro totale a carico dei nuovi proprietari, i sigg. Frondizi, Manuali e Ciaccasassi ed è inserito nel costruendo “Percorso Francescano” che collegherà internamente Assisi a Gubbio, così da permettere la riscoperta di edicole minori e tratturi dimenticati. L’azienda proprietaria che interessa circa 550 ettari è di supporto al complesso storico monumentale ed annovera dieci casolari sparsi, dove saranno creati Country House per circa 400 posti letto. Sono previste sale di ristoro, spazi per il tempo libero, per manifestazioni culturali e congressuali.

Come arrivarci: dalla superstrada E45 procedere in direzione nord-est, uscita Bosco. Prendere la SS 298 Eugubina e svoltare a destra a frazione Petraia, SP 252.  Dopo circa 4 km si svolta sinistra per frazione Biscina.

     

Cenni storici

Nel 1258, «Ugolinus d.ni Alberini de Coccoranocomes», sottomette alla città di Perugia i suoi castelli in territorio eugubino, tra i quali quello di Biscina.

Nel 1352 alcuni contadini di Caresto uccisero il legittimo proprietario del castello, il conte Giovanni di Filippo. Passò quindi fra le proprietà del genero, un Tolomei di Siena. Ma questi lo vendette a un certo Giovanni da Siena, che a sua volta lo cedette a un francese, Piero di Bramonte. Come lascito testamentario, il castello giunse nelle mani dell’ordine religioso di S. Antonio da Vienna.

Nel 1356 la Chiesa romana ne fece dono al giureconsulto perugino Baldo degli Ubaldi e nel 1383 lo ritroviamo fra le proprietà dei Gabrielli, i quali ne rivendicarono il possesso perché un Gabrielli aveva sposato la sorella del conte Giovanni di Filippo di Biscina.

Agli inizi del XV secolo il castello era giurisdizione dei Montefeltro, signori di Gubbio. Numerosi sono i documenti raccolti circa l’elezione dei capitani e dei castellani, la fondazione delle spese di restauro e di fortificazione, l’apprestamento dei corrieri, nonché di tutte spese a carico del comune di Gubbio.

Da una causa civile (15 maggio 1522 A .S.G. Fondo Arm. I-B-18 cc. 204-225) per diritti di successione tra eredi, l’esecuzione dei testi ci offre una serie di notizie, di cui riferiamo le più importanti.

Nel 1467 Biscina era già di proprietà di «Alovisius Francisci de Actis» di Sassoferrato (fratello di donna «Checca Francisci de Actis» moglie di «Jacobus de Porcellis» di Carbonana).

Nel 1480, Grifone dei Baglioni di Perugia, tentò di uccidere Berardino, ma Galasso, sua guardia del corpo, con un colpo secco uccise l’aggressore. I Baglioni minacciarono allora la distruzione del castello di Biscina. Federico da Montefeltro molto diplomaticamente assunse sotto la sua giurisdizione il castello e mandò Berardino presso alcuni suoi amici di Milano. Promise la permuta del castello di Biscina con quello di Monte Cerigone, in territorio di Montefeltro, o in tempi migliori la restituzione.

Nel 1482 muore, a 60 anni, Federico da Montefeltro, a Ferrara. Gli succede il figlio Guidobaldo, di 10 anni, affidato alle cure di Ottaviano degli Ubaldini. Gli eredi del castello di Biscina, tra i quali Michelangelo di Carbonara, ritornarono alla carica per definire il diritto sul loro castello.

Nel gennaio 1497, nella lotta tra l’esercito della Chiesa e gli Orsini, Guidobaldo da Montefeltro, fatto prigioniero, dette in riscatto il castello per poi ritornarne in possesso.

Lo stesso il 10 marzo 1499, egli dona il castello a Messer Bartolomeo Bartolini. Dopo la sua morte l’eredità va alla sorella Costanza che successivamente lascia il feudo al nipote Giulio Della Porta.

Appartenne poi, dal 1570 al 1920, ai conti Della Porta.

Il castello fu poi acquistato nel 1930 dall’ing. Aldo Tamai, rilevandolo da una società immobiliare svizzera. Dopo la sua morte, l’eredità è passata al figlio Stefano che con molta competenza ha provveduto al restauro.

 

Curiosità: probabilmente il nome “Biscina” è associato alle numerose anse che il Chiascio disegna, come una biscia, nel tratto in cui scorre.

    

 

    

©2007 Emanuela Baccellini. Le prime due immagini riquadrate (inserite nel 2015) sono tratte dal sito www.magicoalvis.it.

     


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