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ROCCELLA VALDEMONE, RESTI DEL CASTELLO

a cura di Giuseppe Tropea

scheda    cenni storici    architettura e topografia  bibliografia


 

Veduta notturna di Roccella Valdemone dalla piazza Castello; sullo sfondo la maestosa rocca che sovrasta l'abitato. In basso: a sinistra una panoramica del paese, a destra una vista dell'abitato da piazza Castello, con in primo piano la chiesa di S. Maria con i suoi suggestivi absidi poligonali.

 

 


Epoca: origini ignote, l'edificio, in stato di rudere, risulta ancora esistente nella metà del XVIII secolo.

Rapporti ambientali: versante settentrionale della valle dell'Alcantara, collina a 763 m. s.l.m. (Roccella Valdemone F.° 262 IV N.O.).

  

Cenni storici

Le notizie storiche riguardanti l'abitato risalgono almeno agli inizi del XII secolo, periodo durante il quale è attestata la presenza di un monastero dedicato a S. Nicola di Pellera, sottoposto all'archimandrato di Messina nel 1131 d.C. Nel 1358 Michele da Piazza ricorda Roccella Valdemone con il nome di "Castrum Aurichelle". Fazello racconta che l'abitato nel 1540, sotto il governo del viceré Ferdinando Gonzaga, è sottoposto a saccheggio per opera di alcuni soldati spagnoli privati da lungo tempo della paga. Sempre Fazello cita la località come «castelletto detto latinamente Auricella». V. Amico ricorda, intorno alla metà del XVIII secolo, il castello di Roccella, posto in cima ad una eccelsa rupe e già in rovina.

   

Descrizione architettonica e topografica

L'abitato di Roccella Valdemone sorge all'ombra di due grandi rocche: la rocca piccola, che giace a quota 797 m. s.l.m.; la "Rocca Grande", che si eleva a 896 m. s.l.m. L'insediamento ha mantenuto, durante il corso dei secoli, una conformazione tipicamente medievale, con stradine anguste e spazi ristretti. Presso la rocca piccola, adibita adesso a belvedere comunale, è stata riconosciuta la presenza di un castello, del quale non è possibile osservare più alcun resto. Probabilmente gravemente danneggiato dal terremoto del 1693, successivamente subì ulteriori devastazioni, che ne hanno compromesso l'esistenza stessa. Si è ipotizzato che la fortezza in questione fosse un valido organo di controllo della fiumara del torrente Roccella, possibile via di accesso per i Nebrodi orientali. Si sconosce del tutto l'epoca in cui venne edificato il castello e sebbene si ipotizzi un'origine bizantina o normanna, quest'ultima fa riferimento all'esistenza, nelle immediate vicinanze, durante il XII secolo, del citato monastero di S. Nicola di Pellera; l'origine bizantina trova le sue basi, invece, nell'eventuale relazione con il sito di "Monte Castellazzo".

  

Bibliografia

AA.VV., Messina e dintorni, Messina 1902; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56; Bresc H., Un monde méditerranéen. Economie et société en Sicile 1300-1450, 2 voll., Roma-Palermo 1986 ; D'Alessandro V., Politica e società nella Sicilia aragonese, Palermo 1963; Fazello T., Della storia di Sicilia deche due, Palermo 1817, rist. anast. Catania 1985; Filangeri C., Monasteri Basiliani di Sicilia, Messina 1979; Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992.

    
   
 

©Copyright 2010 Giuseppe Tropea; pagina pubblicata nel sito http://demostene.altervista.org, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

     


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