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SAN VITO DEI NORMANNI, CASTELLO DENTICE DI FRASSO

redazionale

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Il Palazzo Dentice di Frasso, comunemente definito castello.

 

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San Vito dei Normanni  San Vito dei Normanni



Epoca: dal secolo XII.

Conservazione: struttura privata (proprietà della famiglia Dentice di Frasso, che vi risiede) e visitabile. 

Come arrivarci: con la superstrada E 55 (strade statali 16 e 379) Bari-Lecce.

   

Cenni storici.

Dal sito edit2000.com: «Secondo alcuni studiosi la fondazione della città avvenne ad opera degli Schiavoni (popolazione slava proveniente dall’altra sponda dell’Adriatico) sul finire del X secolo, per altri studiosi, invece, a fondarla furono i Normanni (XI - XII secolo) ed in particolare Boemondo d’Altavilla (1050 c. – 1111) che avrebbe fatto costruire la Torre quadrata attorno alla quale venne poi costruito il castello feudale. [...] Il paese ha avuto nel corso dei secoli come nome quello di San Vito degli Schiavi o Schiavoni (dai fondatori più accreditati) o solo San Vito o anche San Vito in Terra d’Otranto. Con R.D. del 13 dicembre 1863 assunse l’attuale denominazione di San Vito dei Normanni. Il Presidente della Repubblica, con proprio decreto del 14 aprile 1994, ha concesso al Comune di San Vito dei Normanni il titolo di Città [...].

Il primo nucleo delle abitazioni sorse nelle vicinanze della torre quadrata: attualmente è denominato “Li Stratodde”. Si trattò di povere casupole fatte di pietre e bolo con copertura di canne ed embrici. La chiesa era quella di San Giovanni, poi ricostruita dal principe Giuseppe Marchese Belprato; nelle vicinanze vi era la piazzetta del Casale con la cisterna e di lì partivano le poche stradine che andavano verso la torre quadrata: le attuali vie San Giovanni, Ortensio Leo, Ruggero Danusci, Carlo Galasso, Regina Margherita, a cui si aggiunsero via Gioberti, via Dante, via Cairoli e parte del corso Leonardo Leo. Poi il casale intorno alla fine del ’500 si estese verso nord e, dopo la costruzione della Chiesa di Santa Maria della Vittoria, verso est. Qualche traccia del passato, comunque, può essere trovata in qualche casa ancora esistente nelle attuali vie Ortensio Leo, Ruggero Danusci e Carlo Galasso e, in particolare, in via Ortensio Leo, dove si conserva un’antica cappella, forse dedicata a San Vito martire. L’elemento più importante del borgo antico è costituito dal complesso del palazzo baronale in cui è inserita la Torre quadrata, che sarebbe sorta sul finire del secolo XI, al tempo di Boemondo di Taranto.

L’accesso principale al palazzo è posto nell’odierna via Crispi con un arco a sesto acuto, che, però, risale alla fine del secolo scorso, quando i principi Dentice di Frasso vi fecero realizzare l’ultimo restauro. All’interno vi è un atrio con una scalinata in pietra che porta ad una veranda delimitata da colonne classiche con capitelli pseudo-corinzi, su cui poggiano tre archi a tutto sesto. Sugli archi sono scolpite le armi delle mogli di alcuni principi Dentice. Nell’interno sono interessanti le varie sale con decorazioni, tele e trofei di caccia. Sempre nell’atrio vi è l’ingresso della cappella e la scala che porta i diversi piani della torre quadrata. Il portale d’ingresso della cappella è stato rifatto al tempo dei principi Dentice».

    

  

  

©2005. Il video non è redazionale.

  


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