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Il canto delle sirene

a cura di Sante Asse


   

Dopo vari interventi su questo sito e nei dintorni delle fosche lande d'Apulia, una mia intromissione breve e leggera sul Castello-Non Castello per eccellenza.

Citerò un curioso episodio di alcuni anni fa, quando si era in procinto con una coppia di amici di farvi visita. La nostra amica, assolutamente a digiuno di esoterismi, essoterismi e sulfuree altre vanità (ancorché cattolicissima), nel mentre ci si apprestava al luogo, ebbe un sussulto e mostrò il suo disagio per l'abbigliamento troppo da spiaggia di cui era dotata. Dopo pochi secondi di riflessioni si capacitò che non stavamo andando verso un santuario e tutto proseguì regolarmente. Cosa era stato: imbarazzo al cospetto delle vestigia imperiali, oppure c'è dell'altro in questo castello-non castello che ne imprigiona un'aurea di sacralità da confonderlo a luogo di culto? Eppoi, la sacralità può essere solo di chiese e templi?

Ormai il termine "sacro" pare si connetta esclusivamente al misterioso e all' imponente; per cui ogni luogo che partecipi dell'uno o dell'altro divenga ipso facto luogo sacro. è un po', credo, la stessa atmosfera che gli architetti arredatori tentano di dare anche a Tribunali o Banche; dove pantaloncini e canottiera sono sconvenienti.

Ma si sa, solo al turista moderno parrebbe lecito andare a San Pietro o a Santa Maria Novella in tenuta sgargiante e scollacciata, specie se da qualche parte reclamino anche un biglietto di ingresso, come accade a Firenze.

Tornando a coppe, che l'Ottagono abbia i Segni di qualcosa concepito ad hoc dai suoi costruttori, su questo credo non debbano esserci dubbi. Altra cosa sarebbe il definire questo un mistero, con contorni di simbolismo regale o di dottrina religiosa o di chissà cos'altro.

Non interessa qui contestare chi imposta tesi più o meno eterodosse o pseudo-qualcosa, quanto riflettere sulle idee che, in buona o cattiva fede, partendo da certi interessi storico-culturali, vengono meglio veicolate da alcune vestigia anziché da altre.

Rimescolando nel torbido cioè, nel nostro caso, ottimo un Castel del Monte per affermare un dibattito proto-europeista che vedeva nel sacro romano impero l'ultimo esempio di unità politica transcontinentale, per non parlare certamente di quello che potè impiantarsi allorché il nazismo proprio di certi meccanismi di recupero ancestrale si serviva per suggestionare le masse di sua pertinenza (agli americani è molto più congeniale invece il periodo romano-imperiale).

Nel mio piccolo, il sapere o meno che il Graal sia passato o sia stato "occultato" tra le Murge baresi ha poca importanza. Più pertinente sarebbe capire se qualche combriccola potesse avere interesse a impiantare un certo tipo di storia sul monumento; e questo vale sia che detto castello lo abbia voluto Federico II o qualcuno della sua corte, sia che lo abbiano voluto i Templari o qualcun altro ordine crociato.

A me sembra che la combinazione dei due aspetti storici all'epilogo, ovvero la fine delle crociate e la quasi contemporanea fine dell'idea stessa di Sacro romano impero, mettano in evidenza qualcosa più affine ad una cappella funeraria; sepolcro da cui, come in evangeliche visioni, qualcosa di morto si appresti un domani a risorgere; sia esso un ideale, un certo tipo di sapere-potere e non necessariamente, ovvio, un novello Cristo degli ultimi giorni. Oltretutto, usando la forma ottagonale che è consuetudine per le fonti battesimali.

Per concludere, un'altra leggera segnalazione da un forum internet in cui qualcuno si lamentava di come la nostra sontuosa effige ottagonale di Castel del Monte potesse essere stata oltraggiata figurando nel recto di una misera monetina di un centesimo di Euro e non al posto di Dante o dell' Uomo vitruviano!

Note a margine (fate vobis…):

Stralci da vari siti internet che parlano di Castel del Monte

 

www.shambhu.it/home/credevam_1.asp

« Alla luce delle nozioni acquisite viene da chiedersi se lo scopo della costruzione del Castrum possa trovare tutt'oggi applicazioni concrete, se possa ancora funzionare come allora. Noi riteniamo di sì. Riteniamo che l'Opera di Federico II non abbia mai smesso di funzionare, anche se alcuni elementi del rito di Rigenerazione delle energie del Castello non vengono più perpetrati da diversi secoli, siamo dell'opinione che Castel del Monte è un esempio di Arte Perfetta, lo specchio dell'intenzione e della capacità demiurgica ordinatrice e plasmatrice che l'uomo ha operato nei confronti della Natura, svelandone le Leggi ed ordinandole secondo le Gerarchie».

 

www.motortravel.info/casteldelmonte.php

« ...Un imperatore vero, capace di conquistare uno dei più grandi “flagellatori” di potenti che abbia mai avuto il coraggio di scrivere: Dante Alighieri, in cui nemmeno la comprensione totalmente umana rivolta al suicida Pier delle Vigne (Inferno, Canto XIII, versi 22-78) riesce a scalfire l’ammirazione per la figura di questo re che contrasta i disegni politici della Chiesa, dei baroni e dei comuni. Una figura forte sotto tutti i punti di vista e che ha voluto lasciare in eredità un sogno fatto di pietra, ideale fulcro sul quale ruotava il suo regno impossibile e che, inesorabilmente, non resistette alla sua scomparsa. Le pietre di Castel del Monte raccontano un sogno. Il sogno di Federico II».

  

http://art.supereva.it/luoghidelmistero/index.htm?p

«L'ombra del mistero si diffonde dalle origini alle sue funzioni. Le ipotesi più disparate furono fatte nel corso dei secoli: manufatto di natura militare, dimora fortificata, luogo di delizie, castello di caccia, tempio laico. è facile essere d'accordo con la definizione di Mario Praz, secondo il quale Castel del Monte è un sonetto di pietra. La costruzione è infatti un'autentica trasposizione in mura della musica del cielo, è un tempio che racchiude i simboli numerici dell'universo. Penetrare nel mistero di Castel del Monte non è tentativo di poco conto, tanti si sono cimentati in tale prova… ».

   

   

©2004 Sante Asse

   


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